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CAPITOLO 14

" Non ce la posso fare, mi stanno guardando tutti!" borbotto a Rita durante l'intervallo.

I miei compagni di classe questa mattina sono rimasti a dir poco scioccati, e Francesca ha dato di matto lamentandosi che non le lo avessi detto.

Poi, visto che non sono andata a fare compere, ho dovuto mettere una delle mi vecchie magliette larghe, ora aderenti, che mettono in perfetta evidenza la pancia!

" E lascia che guardino. Parleranno per qualche giorno e poi diventerà normalità!" replica Rita ordinando al bar.

" Ciao Caterina!" esclama la professoressa Gatto

" Buongiorno prof"

" Com'è cresciuta nelle ultime settimane! A che mese sei?"

" Alla ventiduesima settimana, circa"

" Posso?" chiede la prof indicandomi la pancia. Io annuisco e lei poggia una mano sulla pancia e poco dopo sento il bambino scalciare. Ormai succede sempre più spesso, e sono sempre più forti i calci, soprattutto quando qualcuno tocca la pancia.

" L'ha sentito?"

La prof annuisce sorridente. " Si, ma il papà? Non viene a scuola qui?"

Scuoto la testa. " No, abita leggermente lontano"

" è un bravo ragazzo?" indaga

" Si, si"

La prof Gatto sorride. " Bene ragazze, io vi lascio alla merenda"

" A dopo"

" Dovrai abituarti. Vorranno tutti toccare la pancia!" esclama Rita prendendo la sua focaccia.

*

" Caterina guarda questo!" esclama Rita mostrandomi un paio di jeans con la fascia.

Finalmente, dopo mesi, siamo in un negozio premaman a comprarmi vestiti.

" Dopo me lo provo, guarda questa!"

" No, non mi piace, e questa?"

È un vestito grigio lungo e annuisco. Non sono mai stata tipo da vestiti, ma ultimamente li trovo comodi.

Dopo un'ora e mezzo di shopping finalmente torniamo a casa e io vado al lavoro, mentre Rita dal suo ragazzo, con cui a finalmente fatto pace.

Il ristorante dei genitori di Rita non è molto distante da dove abito e quindi lascio prima i nuovi acquisti a casa.

" Ciao Cate" mi saluta calorosamente la mamma di Rita, Marta, abbracciandomi.

" Ciao Marta. Come state?"

" Bene, bene. Per fortuna sei arrivata. Puoi iniziare subito a prendere ordinazioni?" mi chiede. Annuisco e metto il giubbotto sull'appendino per poi prendere il grembiule per legarmelo, faticosamente.

Inizio a girare tra i tavoli e naturalmente i clienti più sfacciati mi fanno domande sulla mia gravidanza e se possono toccarmi la pancia.

Arrivo alle dieci e mezzo, l'orario in cui stacco, che sono stanca morta.

Mia madre è fuori in auto che mi spetta e non appena arriviamo a casa prendiamo Wendy e la portiamo a fare i bisogni.

" Ho sentito Laura questo pomeriggio" mi dice improvvisamente mia madre

" E?"

" Questo fine settimana Andrea viene a dormire da noi, il prossimo vai tu da lui e vi alternate, o poi decidete"

Il volto mi si illumina. " Veramente?"

" Si, abbiamo pensato che dovremo abituarci e dovrete abituarvi, poi quando nascerà il bambino Andrea avrà il permesso di passare anche tutte le notti qui, o tu da lui"

Mi giro verso mia madre e la abbraccio. " Grazie mamma"

" Non c'è di che. Sto solo facendo quello che mia madre ha fatto con me"

" Spero sia un maschio, almeno non rischia di rimanere incinta a sedici anni!"

Mamma fa un piccolo sorriso. " Può sempre mettere incinta una ragazza!"

Sbuffo. " No, farò in modo che non accada"

Mamma sorride leggermente " Anche io non volevo che accadesse a uno di voi, ma il destino è destino. E poi un bambino è sempre ben accetto in famiglia"

rai u+G

Da quando ci sei teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora