23. What are u waiting for?

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Accarezzai i lunghi capelli di Camila, stesa con la testa sulle mie gambe, e poi mi bagnai le labbra per parlare:

"Sicura che vada bene questo?"

La cubana si tolse gli occhiali da sole ed alzò il mento per guardarmi da sotto. Poi sorrise e mi baciò di nuovo:

"Certo" Sospirò felice: "Inizia a leggere."

Prima di fare quello che mi aveva chiesto, guardai per un secondo le sue iridi marroni: amavo così tanto i suoi occhi. Le toccai una guancia come se toccandola avessi potuto capire cosa stesse provando in quel momento, e lei mi sorrise ancora. Mi guardai attorno, facendo bagnare il mio corpo dai primi raggi del sole mattutino:

"Okay" Mi schiarii la voce scherzando: "Vado."

Mi toccai i capelli neri, preoccupata di saper leggere abbastanza bene per lei, e poi sospirai con il cuore a mille, non per la lettura, ma perché l'amavo:

"<< So che sai che mi piace Craig. E so che ti ho detto di non pensare a me in quel modo. So anche che io e te non possiamo stare insieme così... ma voglio scordarmi tutto questo per un minuto, Ok?>>.

<< Ok.>>

<<Voglio essere sicura che a baciarti per la prima volta sia una persona che ti vuole bene, Ok?>>

<<Ok.>> Stava piangendo a dirotto, adesso. E piangevo anch'io, perché quando sento frasi simili non posso farne a meno.

<< Voglio solo essere siura, Ok?>>

<<Ok.>>

E mi ha baciato. È stato quel genere di bacio di cui non puoi parlare a voce alta con i tuoi amici. Quel genere di bacio che mi ha fatto capire che non ero mai stato felice, prima."

Mi fermai un attimo, deglutendo rumorosamente per la strana sensazione, e Camila se ne accorse, scattando in piedi:

"Cos'hai?" Mi guardò preoccupata: "Ho fatto qualcosa?"

Rimasi in silenzio, chiudendo il libro, e scossi la testa velocemente. Quando la cubana si sedette sulle mie gambe, socchiusi gli occhi:

"Hey Lo" Mi toccò il viso: "Che hai?"

Mi sembrò così stupido dirlo che quasi volevo piangere.

"Sono felice." Dissi infine: "E non hai idea di come mi senta."

Camila tirò un sospiro di sollievo e poi mi abbracciò, restando con le mani avvinghiate alla mia schiena:

"Mi farai infartare" Si alzò: "Andiamo?"

"Certo."

Mi alzai anche io, afferrando la mano che mi aveva porto, e raccolsi le nostre cose, mettendo la coperta sulla mia spalla nuda. Camminammo dal giardino dell'albergo fino a raggiungerne l'entrata. Ci dirigemmo verso l'ascensore, dove Camila mi spinse contro il vetro e mi baciò di nuovo per una durata di 2-3 minuti. Prima che le porte si aprissero, spinse il pulsante 'stop', facendoci fermare di colpo:

"Cazzo" Esclamai ridendo: "Comincio ad avere paura."

"Ascoltami" Mi accarezzò il braccio destro: "Come vuoi che mi comporti davanti alle altre ragazze?"

"Come vuoi." Sorrisi: "Non voglio obbligarti o fermarti a fare niente. Comportati come faresti tu: a me andrà bene."

Mila annuì, baciandomi ancora e ancora, ed io lasciai cadere a terra tutte le cose. Quando le mie mani raggiunsero i suoi capelli neri, fummo costrette a risalire visto che qualcuno aveva spinto il pulsante da fuori. Quando le porte si aprirono, io e Camila barcollammo stanche fino alla mia camera:

The fault of the moon || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora