45. Cross

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Mi alzai prima di tutte le altre: dormire in macchina era stata un'esperienza davvero da non ripetere. Camila ed io, intenzionate a goderci ogni minuto di quella vacanza, avevamo dormito sullo stesso sedile, una appoggiata all'altra. Il fatto che la sera prima avessimo capito entrambe di appartenerci non escludeva che, una volta tornate, sarebbe successo un problema di stato.

Afferrai il mio telefono e scesi, cercando di non svegliare nessun altro. Era pieno di macchine, una messa dopo l'altra, e sembrava uno di quei ritrovi hippie davvero indimenticabili. Infatti, non appena i miei piedi toccarono terra, mi accorsi dell'atmosfera fantastica che si era creata: era presto; ma, nonostante questo, molte persone erano già in piedi: alcune sedevano sul prato, altre suonavano la chitarra: era un Cinema Drive che si stava evolvendo in una civiltà stile Woodstock.

Mi diressi verso il chiosco, ordinando cappuccini e biscotti per le altre: ovviamente, per Camila, cappuccino alla vaniglia. Mentre pagavo, il mio telefono trillò di una notifica Tumblr: la cubana aveva appena pubblicato qualcosa:

"I kissed a Girl

Wearing a cross

Around her neck

Her lips didn't taste

Like Church

But her lips

Felt like god

I wonder what her pastor would

Have thought

I wonder if that

Cross around her neck meant more to me

Than it does

To her."

Non potevo credere ai miei occhi: era davvero brava a giocare. Sapevo benissimo che si trattava della notte prima e il solo segreto che avevamo in comune mi fece sorridere dalla felicità.

"Lo so." Mi raggiunse ridendo: "So che stai pensando che sono davvero un'ottima truffatrice."

"Scommetti sulle anime delle persone, Estrabao."

"Sulla tua no."

Le porsi due dei cappuccini e mi sporsi verso di lei per baciarle una guancia:

"Fa freddo."

"Oh." MI fermai: "Tieni."

Le diedi la mia giacca, tenendole le bevande, e poi le sorrisi annuendo:

"Ti sta davvero bene."

"Tutto ciò che è tuo è anche mio."

"Wo." Scherzai: "Non toccare i miei cd di Lana."

Camila salterellò verso la macchina e cominciò a bussare sui vetri, svegliando le altre. Normani scattò in piedi ed anche Dinah e ci guardarono confuse. La cubana stava spiaccicando il suo volto contro il finestrino trasparente e la nera la fotografò subito:

"Ma che cazzo." Si svegliò anche Ally: "Questa vacanza si sta trasformando in un corso di sopravvivenza."

"Non lamentarti: potresti essere costretta a stare nel cofano."

Le ragazze risero ed io e la cubana ci guardammo sorridenti. Amavo vedere come si divertiva con poco: Camila-persona era davvero una bambina e questa, probabilmente, era la cosa che amavo di più di lei.

Ally si portò una mano alla bocca e fissò lo schermo del telefono. Normani si rivolse a lei, non ricevendo nessuna risposta e, quando stavamo tutte per farle una bella strillata, Ally scese fuori dalla macchina e mi raggiunse porgendomi il telefono:

The fault of the moon || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora