Un gran profumo di caffè inondò ogni parte della mia testa e cancellò quel senso di veglia dalla mia testa ancora assonnata. Tirandomi su, lentamente, mi accorsi di essere sola nella grande stanza bianca che, la sera prima, era stata riempita dalle nostre risate.
La musica della radio proveniva dal salotto e rimbombava per tutta la casa: mi alzai, quindi, e mi infilai la lunga maglietta nera della mia band preferita.
Camminando scalza lungo il corridoio, lasciai le che le mie dita scorressero lungo le pareti bordeaux della casa: ero davvero felice. Ad ogni passo compiuto la musica si avvicinava ed il suo volume sembrava alzarsi sempre di più.
Non appena raggiunsi la soglia dell'ingresso, non potei fare a meno di notare l'immensa luce che illuminava la grande sala. Le canzoni della radio invadevano ogni singolo centimetro ed il profumo del cibo mi fece girare la testa verso sinistra dove, qualcuno, era intento a cucinare.
Camila mi dava le spalle e ballava a tempo. I suoi capelli legati dondolavano da una spalla all'altra e le sue mani erano occupate e muovere la padella in fase di cottura. Indossava la mia felpa nera e fu chiaro che sotto non avesse nulla poiché, oltre al tessuto nero, era possibile scorgere solamente la biancheria. Leggermente slacciata e infilata velocemente, la felpa scivolava sulla spalla lasciandole scoperta la spallina azzurra del reggiseno comprato qualche giorno prima. Risi silenziosamente e la raggiunsi da dietro, posandole il mento sulla spalla:
"Non hai freddo?"
"Non molto." Scosse la testa: "Davanti ai fornelli non è facile sentire freddo."
Annuii e le cinsi la vita con le mani, tirandola a me. Lasciò che la base di metallo si posasse sul fuoco e si girò verso di me, incrociando le sue dita dietro alla mia nuca:
"Dormito bene?"
"Benissimo, direi."
Il suo sguardo compiaciuto mi fece ridere e solo allora mi piegai per baciarla. Camila si bagnò le labbra e poi mi sorrise, staccandosi dalla presa:
"Ho due regali per te."
"Due regali? E per cosa?"
"Non lo so." Alzò le spalle: "Mi andava di farteli."
Sorpassò l'isola di marmo e mi porse il piatto ed una tazza calda. Mi sedetti, sospirando alla bellezza di tutte quelle cose, e lasciai che la ragazza si accomodasse sullo sgabello proprio davanti al mio. Afferrai la forchetta e mi imbattei nella mia colazione mentre lei, che evidentemente non aveva voglia di mangiare, si piegò a terra a raccogliere due bustine:
"Ecco a te, signora Morgado."
Mi pulii la bocca con il tovagliolo ed annuii sorridendo: afferrai le confezioni e scostai il recipiente dalla base per avere più spazio.
"Non posso crederci." Dissi ancora a bocca piena: "Mi hai regalato una macchinetta fotografica!"
"Non una qualsiasi, Lolo. È una Polaroid: la macchinetta che hai sempre sognato di avere."
Annuii velocemente e presi l'oggetto tra le mani, analizzandolo e facendo cura che non cadesse a terra. Feci per parlare ed alzai le spalle, ma Camila mi negò la parola e mi indicò una busta da lettera:
"So anche che hai sempre voluto andare ad un concerto e..."
"O mio Dio." La interruppi: "Non dirmi che..."
"Oh si."
Scattai in piedi, con i biglietti dei 1975 tra le mani, e lasciai che il telefono mi cadesse dalle ginocchia. Misi i biglietti sull'isola e cominciai ad urlare proprio come una bambina:
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The fault of the moon || Camren
Fanfiction"Quindi mi stai dicendo che non sei rimasta sveglia per me." "No, mi dispiace deluderti. Nicholas Sparks mi ha chiamata a gran voce per tutta la sera." Annuii, mettendo il libro da parte e mi ricomposi, rendendomi conto della mia pazzia. Ma poi la v...