Corsi un po' più velocemente, in modo da raggiungerla, e spintonai Normani per farmi posto tra di loro. Camila mi sorrise, socchiudendo l'occhio sinistro per il sole, ed io mi coprii la visuale con la mano per lo stesso motivo.
"Non dovevi" Dissi con voce affannata: "Ieri sera volevo ringraziarti ma sono crollata in un sonno profondissimo."
"Figurati." Mi cinse le spalle con un braccio: "Io non avevo motivo di fare quel regalo a mia madre: la tua oggi compie gli anni."
Tutte le altre rimasero confuse dal nostro improvviso riavvicinamento, ma non dissero nulla, contente per entrambe. Camila mi guardò ed io le sorrisi, facendo avvicinare i nostri nasi per sorriderci fronte contro fronte. Il mio sguardo, poi, andò sugli occhi della più piccola: stava guardando Steph, il quale ci stava pregando di non stare troppo vicine. Allora mi allontanai, ma lei mi tenne stretta alzando le spalle:
"Sei mia amica: posso almeno abbracciarti."
Abbassai leggermente la testa, quando mi definì in quel modo, ma non diedi a vedere la mia poca delusione e continuai a camminare verso il bus. Camila, che trascinava un trolley nero, starnutì coprendosi la bocca:
"Scusami" Disse poi: "Il raffreddore d'estate fa davvero schifo."
"A me viene sempre"
Ridemmo leggermente, anche se da ridere non c'era nulla, e le porsi la mano per afferrare la borsa con le ruote, visto che gli scalini li avevo già fatti. Lei mi ringraziò e posò il tutto in un angolo, buttandosi poi sul divano:
"Lauren?"
Mi girai verso di lei, posando la schiena contro il frigo, e staccai la bottiglia d'acqua fresca dalle mie labbra. Feci un cenno verso su con la testa, per farle capire che stavo aspettando la domanda o l'affermazione:
"Vieni qui." Picchiettò accanto al suo posto: "Se vuoi.."
Aggiunse quel 'se vuoi' come se stesse parlando con la più carina della scuola, con la più bella, con la più forte. Li aggiunse come se mi stesse supplicando o pregando, come se mi stesse chiedendo un favore:
"Certo." Risi: "Non devi mica chiedermelo."
"Tua madre è arrivata?"
Le sorrisi, annuendo felice, e guardai la finestrella dietro di me:
"L'ho vista prima, di corsa."
Posai il liquido sul lavandino e mi sfilai le vans mettendole dentro al cassetto sotto ai suoi piedi. Poi lasciai che la ragazza mettesse le sue gambe su di me e mi spostai facendo toccare la mia spalla destra con la sua sinistra:
"Dimmi."
Camila, che prima stava scrivendo un messaggio, bloccò lo schermo del telefono e sospirò, guardandomi negli occhi:
"Sai che non te lo chiederei ..." Sbuffò: "Ma devi dirmi che cosa ha detto Austin su di me. Sai, devo vendicarmi nel modo migliore."
"Devi ucciderlo? Cece Drake e American Horror Story, mi hanno dato una dritta su molte cose..."
"Non rientra nei miei piani" Scherzò: "Ma se dovesse servirmi una mano, ti chiamerei sicuramente."
Risi per un secondo, e spontaneamente le accarezzai il ginocchio nudo. Quando lei sospirò, guardando la mia mano, io la tolsi velocemente e sbuffai facendo finta di pensare:
"Io e Brad eravamo qui..." Gesticolai: "E lui mi ha detto di aver parlato con Austin."
"Okay" Annuì: "E?"
"E Mahone sostiene che tu abbia detto che 'cavalcheresti quel pony', Austin, 'per tutto il recinto'."
Camila scoppiò a ridere ed io feci lo stesso, diminuendo il volume delle risate. Quando ebbe smesso, starnutì di nuovo e, con gli occhi ancora chiusi per lo starnuto, disse:
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The fault of the moon || Camren
Fanfic"Quindi mi stai dicendo che non sei rimasta sveglia per me." "No, mi dispiace deluderti. Nicholas Sparks mi ha chiamata a gran voce per tutta la sera." Annuii, mettendo il libro da parte e mi ricomposi, rendendomi conto della mia pazzia. Ma poi la v...