Fable

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Dopo essermi provata una serie di vestiti per quasi mezz'ora, alla fine trovo quello perfetto. È come se avessi già saputo che era perfetto, dato che l'ho tenuto per ultimo. Luke mi aspetta paziente qui fuori, l'assistente ai camerini gli ha portato una sedia.
Adoro l'idea di uscire dal camerino e fargli vedere cosa ho scelto. È seduto in modo svogliato, il corpo disteso a gambe larghe, un'espressione annoiata sul suo viso bellissimo. Lo sto torturando, lo so, ma i suoi occhi si illuminano ogni volta che mi vede, anche se il vestito è orrendo.
È onesto, e lo apprezzo. Quelli che erano davvero brutti, li ha bocciati senza mezzi termini. Per ora gli piace il primo, e so che è una buona scelta, ma questo... quello che indosso ora è cosi bello che quasi mi viene da piangere. È anche il più caro di tutti: costa quasi quattrocento dollari. Il senso di colpa mi divora. Non dovrei desiderarlo, sono troppi soldi. Ma oh,  mio dio, mi sta cosi bene, e non mi piace vantarmi però... Come ho detto a quella stupida ragazza che conosce Luke, mi fa delle tette fantastiche, e non sporgono neanche troppo. Tutto in quest'abito è discreto, di classe...
Eppure è sexy.
Faccio un respiro profondo, apro la porta ed esco.
Ecco Luke in modalità svogliata, lo sguardo puntato su di me senza che davvero mi stia guardando. Sbatte piano le palpebre e si tira su, gli occhi che si allargano mentre mi osserva.
«Dannazione», sospira e si schiarisce la voce.
Non riesco a contenere il sorriso che mi spunta agli angoli della bocca. Faccio un piccolo giro su me stessa, immaginando i tacchi altissimi che mi piacerebbe abbinare. Non voglio spendere troppi soldi per le scarpe, però. Forse c'è qualche catena più economica qui vicino.
Già, come no.
«Ti piace?», chiedo. Il vestito è nero, di seta, senza maniche, con un corpino di pizzo che mi copre fino alle clavicole. Mi sta alla perfezione, si stringe in vita e si ferma a metà coscia, mettendo in risalto le gambe. La parte migliore è la schiena. Ha uno scollo profondo, orlato con velluto nero, e lascia esposta molta pelle. Di certo non posso mettere il reggiseno.
«Prendilo», dice senza esitazioni. «Sei...».
«Okay? Davvero? E abbastanza corto». Abbasso lo sguardo. «E avrò bisogno di un paio di scarpe».
«Qualunque cosa. Quello è il vestito giusto». Mi fissa le gambe con un'espressione di apprezzamento.
«Non è per niente troppo corto».
Sono eccitatissima. Il vestito gli piace. Mi guarda come se mi desiderasse e so che è una follia, però adoro sentirmi apprezzata. Voglio che mi guardi cosi per tutta la serata.
«C'è un problema, però». Oscillo sui piedi, preoc cupata. Non voglio che mi dica di no.
«Che problema può esserci?». Si alza e viene verso di me. Le ginocchia minacciano di abbandonarmi e le unisco, sperando di non cadere come un'idiota perchè si sta avvicinando con quello sguardo scuro e intrigante negli occhi.
Come se volesse divorarmi.
«Il vestito costa quasi quattrocento dollari», sussurro. Potrei comprarmi un sacco di cibo con quella cifra. Pagare quasi un mese d'affitto. Comprare un vestito che indosserò una sola volta è una pazzia.
Luke non batte neanche le palpebre. «Te lo prendo comunque». Si ferma davanti a me e appoggia le mani sui miei fianchi. Sento il calore bruciare attraverso il tessuto, ogni dito che mi preme sulla pelle, e il mio cuore inizia a battere all'impazzata. «Sei bellissima, Fable».
«lo... piace anche a me». Sono senza fiato e vorrei mollarmi un calcio. Nessun ragazzo mi fa mancare il fiato. E nemmeno battere il cuore.
Ma in qualche modo con Luke mi succede.
«Hai trovato qualcosa?», Kaylie è in piedi dietro Luke, il suo sguardo feroce puntato su di me, e mi chiedo se Luke mi stia toccando solo per impressionare lei.
Quando me ne rendo conto, il mio corpo si sgonfia dalla delusione e mi stacco da lui. «Ora mi cambio. Forse sarebbe meglio andarcene. E devo ancora trovare le scarpe giuste».
«Qual è l'occasione?». Kaylie sembra tutta vivace e gentile, ma in realtà sotto la superficie c'è una traccia di veleno. Sembra che voglia infilare gli artigli nella gola di Luke.
E poi strapparmi gli occhi dalle orbite.
«Mio padre vuole trascinarci a cena stasera a Pebble Beach», risponde Luke.
«Oh, ci sarò anch'io. Dobbiamo beccarci lì». Ridacchia, e io torno a infilarmi nel camerino, sbattendo la porta con abbastanza forza da far tremare le pareti.
Beccarci. Che strana parola ha scelto.

Namelesshey:
Salve a tutti! Ecco un nuovo capitolo, un po' cortino questo ahah. Come vi sta andando la fine dell'estate?
Adesso mi dileguo, al prossimo capitolo! x

One Week Girlfriend - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora