Giorno 4, ore 21:49
Siamo nel mio letto, Fable è avvinghiata attorno a me. Siamo nudi eppure non ci tocchiamo, siamo solo vicini. Ci siamo addormentati così. Lei dorme ancora, io invece sono sveglio da almeno un'ora, la mia mente valuta tutte le possibilità che si aprono ad averla fra le mie braccia.
Dopo la mia crisi, Fable non ha ceduto, per quanto io abbia provato a scoraggiarla. La ammiro per questo, anche se non la volevo vicino durante un momento così umiliante. Devo esserle sembrato un idiota, o almeno un codardo che non riesce ad affrontare il sesso. Merda, i pettegolezzi che potrebbe mettere in giro basterebbero a rovinarmi per sempre.
Ma lei non ha battuto ciglio. Ha continuato a parlarmi con la sua tranquilla voce dolce finchè non mi è restato che cedere. Poi mi ha infilato a letto, coprendomi con le coperte fino al mento, incurante della sua nudità, lasciandomi ipnotizzato dalla vista dei suoi seni nudi mentre si chinava su di me e mi dava un bacio sulla fronte.
Nonostante il panico che mi ha preso quando ha pronunciato il mio nome intero – quel ricordo del passato è ancora troppo difficile da cancellare, credo – volevo sentirla su di me sapendo che mi avrebbe confortato. E torturato, magari.
Perciò quando ha provato ad andarsene, l'ho trattenuta per la mano e le ho chiesto di restare. Non mi andava di rimanere da solo con i miei incubi. Era riluttante, però è rimasta comunque, levandosi com pletamente i vestiti bagnati e lasciandomi la bocca secca alla vista del suo corpo snello.
È saltata nel letto e io l'ho tirata vicino a me. L'ho stretta, la schiena contro il mio petto e ci siamo ad dormentati al rumore della pioggia che batteva sulla finestra. Non ricordo di essere mai stato così in pace con me stesso quanto ora, con questa bella ragazza fra le braccia, pelle contro pelle, i respiri in sincronia, le mie mani appoggiate sulla sua pancia morbida.
Quando mi sono svegliato ritrovandomela distesa sulla pancia, i suoi capelli fragranti e ancora umidi sulla faccia, ho pensato di sognare. Poi ho capito che era tutto troppo reale, e non mi sono mosso per timore di disturbarla e farla andare via.
Le passo le dita fra i capelli, piano, trattenendo il respiro. Lei si rannicchia più vicina, il viso contro il mio petto, le labbra che mi sfiorano la pelle, eccitandomi all'istante. La pioggia sta ancora cadendo, la stanza è immersa nel buio e non riesco a vedere nulla. Riesco solo a sentire.
Sono anni che non sento niente.
Si sveglia piano – capisco quando succede dal mutamento del ritmo del suo respiro, dal fatto che cerca di staccarsi da me. Serro le braccia e la stringo, senza dire una parola per paura di rovinare tutto. Anziché opporsi, alza la testa e mi strofina il naso contro il collo. Mi bacia piano, con dolcezza, facendomi rabbrividire. Sono sicuro che sta sorridendo, e apro i palmi delle mani per toccare più pelle possibile.
Non so cosa voglio fare, ma so che posso gestire la situazione. Al buio, con Fable. Senza ricordi che mi tormentano. Lei fra le mie braccia, i capelli lunghi che mi fanno il solletico alla pelle, il respiro caldo nelle orecchie. Affonda i denti nella carne tenera del lobo e sussulto, lasciandomi sfuggire un gemito troppo simile a una risata.
«Soffri il solletico?», sussurra, e io annuisco, ancora timoroso di parlare, gustandomi il suono dolcissimo della sua voce. Non ho mai riso durante il sesso, prima. Non l'ho mai considerata una cosa divertente. Più che altro un mezzo per raggiungere un fine...
O un vergognoso segreto pieno di senso di colpa.
«Hai il corpo più bello che abbia mai visto», sussurra mentre mi scivola sopra. Lo spesso piumino ci copre ancora e il suo calore si fonde al mio nel nostro piccolo paradiso privato.
«Non puoi neanche vedermi». Mi sorprende quanto il suo complimento mi faccia sentire bene.
«Oh, ti ho visto. E riesco a sentirti». Mette le mani ovunque, esplorandomi, risvegliandomi. «Sei tutto muscoli, Luke Hemmings. Non hai un grammo di grasso». Si diverte a provocarmi.
«Non credo che sia vero». Mi blocco sull'ultima parola quando fa scivolare il corpo verso il basso, e poi si sposta e si stende sul fianco accanto a me. Con le dita traccia una scia lungo il mio petto, sugli addominali e sullo stomaco, facendomi rabbrividire. Sono duro come una roccia e mi fa quasi male ma non voglio chiederle qualcosa che non so se mi vuole dare.
Ho paura. Ho paura di fare sesso e rovinare tutto come l'ultima volta, con i ricordi che si impossessano di me, indomabili.
Quello che mi è successo in passato ha oscurato la mia intera vita. L'ha rovinata.
Sono così stufo.
La sua mano si allontana in fretta dal mio pene e tiro un sospiro di sollievo – e di agonia. Darei tutto per sentire le sue mani su di me. Sono travolto dal bisogno di sentirla vicino, le avvolgo il viso con le mani e la bacio con passione. Niente baci dolci, stavolta. La divoro, bevo dalle sue labbra, le succhio la lingua e lei fa lo stesso con me. Le nostre mani sono dappertutto, mappano i nostri corpi muovendosi in territori più intimi a ogni colpo delle dita, e poi sento la sua presa incerta su di me. Le trema la mano, e anche il mio corpo trema, toccandomi così per la prima volta.
Mi stringe il pene e inizia a muovere la mano, quelle piccole dita che mi trasformano in fretta in un delirante grumo di piacere.
La bacio ancora, perdendomi nel suo sapore, nella sua mano, e avverto già le vibrazioni scendere lungo il mio corpo.
Sussurra il mio nome contro le mie labbra, la mano sempre più veloce e io gemo, inarcandomi sotto di lei. La guerra inizia dentro di me quando mi avvicino all'orgasmo e lo combatto.
Non va bene. Dovresti vergognarti. Schifarti per quello che stai facendo. Sei disgustoso.
Respingo la voce assillante nella mia testa e mi ricordo che questa è Fable. La bella, dolce e forte Fable. Mi ripeto che quello che stiamo facendo non è imbarazzante. Non c'è nulla di male in due persone che si cercano per darsi piacere.
Anche se mi è difficile crederlo davvero. La sua mano si ferma e interrompe il bacio. «Stai bene?».
Il fatto che lo chieda mi fa scoppiare la testa. Mi fa sentire uno smidollato. Cerco di staccarmi ma la sua presa si stringe, spaventandomi un po'. Non me ne andrò da nessuna parte con quella tenaglia mortale che mi avvinghia le parti basse.
«Luke. Ho... la sensazione che non sia facile per te. Essere intimi». Sembra esitante, incerta, e rilassa la mano, percorrendo con il pollice la mia cima in cerchio, ancora e ancora.
Sto per esplodere Le prendo il viso e la bacio piano.
Non voglio che questo momento finisca. E non voglio farla entrare ancora di più. È già così vicina che temo che se sapesse quello che ho nascosto dentro non mi vorrebbe più. Non sarei l'uomo che sta cercando.
«Lo voglio», le dico quando interrompo il bacio. La sua mano si è staccata dalla mia erezione ma io la sento ancora, la desidero. Ho bisogno che mi porti al livello successivo, dove posso scordarmi di tutto, anche solo per un po'. «Lo voglio con te, Fable».
Pronuncio il suo nome per rassicurarmi, per ricordarmi che questo sta succedendo con lei. La ragazza che è diventata la mia fonte di vita in uno spazio di tempo assurdamente breve. La ragazza di cui mi sto innamorando.Namelesshaley:
Non uccidetemi! Ci ho messo un po' dall'ultima volta che ho aggiornato, ma meglio tardi che mai! Ho trovato un ritaglio di tempo libero visto che sto a casa con la febbre, piango.
Spero di rimettermi presto, al prossimo capitolo. xx
STAI LEGGENDO
One Week Girlfriend - Luke Hemmings
Fanfiction"Torneremo ciascuno alla propria vita. Dove tu mi odi e io odio te. Sarà una bugia. Forse prima di tutto questo ti odiavo, ora però credo di amarti."