Luke

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Sono crollato sul letto, ancora in skinny e felpa, senza preoccuparmi di mettermi addosso le coperte. Devo aver dormito nella stessa posizione per ore, perchè mi sono svegliato stordito e disorientato, muscoli doloranti e bocca secca, e lo stomaco che brontolava dato che ho saltato ben due pasti.
Do un'occhiata alla sveglia sul comodino, vedo che sono le due del mattino e mi tiro su, grattandomi la nuca e allungandomi per accendere la luce. Il cellulare è appoggiato al comodino, mi schernisce. Lo prendo per controllare se qualcuno mi ha chiamato o scritto, e lo vedo. Un messaggio da Fable, con una sola parola.
"Marshmallow".
Merda! Me l'ha mandato ore fa. Ore. Mi sento uno stronzo, e praticamente inciampo lanciandomi giù dal letto, mi infilo il cellulare in tasca e prendo le chiavi dal comò. Dovrei risponderle, ma ci vorrebbe troppo tempo e sono consumato dal bisogno di vederla. L'ho lasciata in attesa per ore. Il solo pensiero di deluderla...
Non lo sopporto.
Lascio l'appartamento e corro sotto la pioggia, salto sull'auto e metto in moto. Le strade sono quasi vuote, incontro solo qualche macchina ogni tanto, e non penso ad altro che a Fable. Forse avrei dovuto chiamarla. E se le fosse successo qualcosa? Se avesse davvero avuto bisogno di me e io l'avessi delusa?
Raggiungo il parcheggio del condominio in un tempo da record, esco dalla macchina e corro verso la sua porta, ricordando il numero dell'appartamento da quando ero passato a prenderla sette giorni fa.
Dannazione, non posso credere di conoscere questa ragazza solo da una settimana. È diventata tutto per me, e io, con il mio pesante fardello, forse sono diventato il suo peggiore incubo.
Salgo le scale di cemento verso il secondo piano, la ringhiera di metallo che sferraglia rumorosamente, e busso alla porta come un pazzo, ormai senza fiato, la pioggia che mi bagna la faccia.
Passano lunghi, strazianti minuti e busso di nuovo. E se non fosse in casa? Forse avrei dovuto chiamare. Tiro fuori il cellulare, e sto per telefonarle quando la porta si apre, la catena di sicurezza inserita.
Il sollievo mi pervade facendomi tremare le ginocchia. È Fable, che sbircia dallo spiraglio aperto con addosso una maglietta enorme e trasparente e nient'altro. Tutto quello che vedo sono le sue gambe lunghe e armoniose, e i capelli scompigliati.
Il mio corpo reagisce all'istante.
«Cosa ci fai qui?», chiede a voce bassa. Fredda.
«Ho ricevuto il tuo messaggio». Mi passo una mano sul viso per togliere le gocce.
«Hai due ore di ritardo». Sta per sbattermi la porta in faccia ma io infilo il piede per impedirglielo. «Vai via, Luke».
«Fable, ascoltami. Mi sono addormentato. Ho dormito per ore. Mi sono svegliato nemmeno un quarto d'ora fa e appena ho letto il tuo messaggio mi sono fiondato qui in macchina di corsa». Allargo le braccia. «Guardami. Ho corso sotto la pioggia per venire da te».
«E allora?». Il suo tono frivolo mi irrita. Fable in modalita dura è tornata e non mi piace, anche se probabilmente mi merito questo atteggiamento.
«Dai», dico a voce bassa. «Dimmi solo questo. Stai bene? Va tutto bene con tua madre e tuo fratello? Nessuna emergenza?».
Si acciglia. «Nessuna emergenza. Stiamo bene».
«Ottimo». Mi sento sollevato e mi strofino il petto, grato che stia bene. «Se non mi vuoi qui, lo capisco. È solo che... dopo che ho visto quel messaggio, volevo assicurarmi che stessi bene».
Tolgo il piede e mi volto per andarmene, ma poi lei mi chiama.
«Luke... aspetta».
Mi giro piano. Ha aperto la porta, permettendomi di vederla meglio. Cazzo, è bellissima. È senza trucco, ha un'espressione diffidente, i capelli un disordine di onde che le cadono fino alle spalle. La maglietta mi permette di intravedere appena le sue curve, ma so esattamente com'è sotto, e le mani mi prudono dalla voglia di toglierla.
«Si?», dico schiarendomi la voce. Dovrei stare lontano da lei. Così rischio solo di trascinarla nel mio mondo disastroso e ha già abbastanza problemi per conto suo. Non ha bisogno dei miei per rovinarsi la vita.
«Vuoi... Verresti dentro con me?».
Il mio cuore si ferma, salta letteralmente un battito e faccio un passo avanti, pronto a cogliere l'opportunità. Nonostante i segnali d'allarme che mi risuonano in testa, nonostante io sia consapevole di non essere abbastanza per lei, non voglio respingerla.
Non posso. Sono attratto da lei. Devo averla. Almeno una volta ancora. So che sarebbe nel suo interesse se io togliessi il disturbo, ma io la voglio con me.
«Dov'è tua mamma?», le domando con tono disinvolto.
«Con il suo ragazzo».
«E tuo fratello?». Affondo i denti nel labbro inferiore, rosicchiandolo. Sono così vicino a fare la cosa giusta e andarmene.
Ma sono anche vicino all'entrare in casa sua e strapparle la maglietta in modo da averla nuda sotto di me in pochi secondi.
«Passa la notte a casa di un amico». Spalanca la porta, un chiaro invito a entrare. «Per favore, Luke. Vieni dentro. Ti stai bagnando».
Ha ragione. Nonostante il tettuccio che copre la porta, mi sto inzuppando.
«Sei sicura che mi vuoi?», chiedo a voce bassa. C'e un doppio senso nelle mie parole, spero che se ne accorga.
Fable annuisce piano, le labbra incurvate in un debole sorriso. «Certo che ti voglio».
Senza aggiungere altro, entro nel suo appartamento. Lei chiude la porta e gira la chiave nella serratura. Con le braccia le cingo la vita e la trascino verso di me, bisognoso di sentire il suo corpo.
Mi sorprende con la sua arrendevolezza, cingendomi il collo con le braccia e la vita con le gambe. Per sollevarla, le afferro il sedere con le mani. Ha un paio di mutandine sottili, così insignificanti che riesco a sentire il calore della sua pelle docile, e gemo quando preme le labbra sulle mie.
L'ultima volta che siamo stati insieme era solo qualche ora fa. Dannazione, ero dentro il suo corpo soltanto stamattina, ma è come se fossimo separati da settimane. Mesi. Le nostre bocche sono avide e con le mani mi scompiglia i capelli, stringendosi a me mentre incespico nel salotto, e finalmente mi lascio cadere sul divano con lei sopra. Mi tira la felpa, e io cerco di toglierle la maglietta, vinco il primo round, liberandola dalla sua t-shirt enorme.
È nuda, le restano addosso solo le mutande, e quelle non coprono molto. La osservo avido, incapace di focalizzarmi su un punto in particolare. L'intero pacchetto è magnifico.
Dannatamente sexy.
E tutto mio.
Fable si avvicina, facendo leva sulle ginocchia cosicchè i suoi seni mi arrivino in faccia. Mi sta provocando, con quei capezzoli rosa così vicini alla bocca. Ne prendo uno e lo succhio, facendo scorrere la lingua sulla pelle indurita. Geme, stringendo le gambe in torno a me, e le infilo una mano nelle mutandine per stimolare la sua pelle umida
«Oh dio, Luke». Sussurra il mio nome fra i respiri mozzi mentre io continuo a muovere la mano. Non è come la notte scorsa, quando ci siamo presi del tempo per esplorare i nostri corpi.
Ora ho fretta, e ho quasi perso il controllo per la voglia di farla venire. Si sfrega sulle mie dita e quando io gliele infilo dentro socchiude le labbra. Le sfugge un sospiro tremante e viene, semplicemente.
L'orgoglio mi pervade mentre la guardo. Sarò anche un cazzone arrogante, ma farla venire con questa facilità mi eccita.
La porto in stanza, sbattendo contro i mobili nel buio. Ridacchia mentre la lascio cadere sul letto. La sua risata mi muove dentro. È cosi felice, spensierata, e per un po' posso fingere di esserlo anch'io.
«Togliti i vestiti», mormora, con un tono voglioso che mi fa impazzire, mentre con un gesto veloce mi slaccia la cerniera dei jeans. Apre i bordi e infila la mano facendo scorrere le dita sui miei boxer, e io faccio un passo indietro.
Se continua a toccarmi così esploderò.
Mi levo i vestiti, prendo il profilattico che tengo nella tasca dei jeans e scivolo nel letto con lei. È calda, profuma di buono e ha una pelle morbidissima. Ho bisogno di entrare dentro di lei, adesso.
«Lascia fare a me», dice, prendendo il profilattico e aprendolo. Avvolge le mani sottili intorno alla mia erezione, io mi volto di schiena e chiudo gli occhi, dominato dalla sensazione che le sue dita creano scorrendo su di me, infilandomi il preservativo in un modo così sexy, e un brivido mi attraversa il corpo. «Voglio stare sopra», dice, e io mi raggelo.
Adele voleva quasi sempre stare sopra. Non mi dava fastidio che Fable fosse seduta sopra di me quando facevamo sesso, ma mettersi a cavalcioni... Dio, non so se ce la farei.
«Luke». Mi sfiora una guancia, cogliendomi di sorpresa. Anche al buio, riesco a vedere i suoi occhi risplendere, pieni di emozioni. Questa ragazza... Vorrei che fosse mia, ma la notte scorsa ci siamo detti tutte quelle cose. Prima ancora che sapessi quanto Adele mi aveva ingannato. Quanto ha ingannato la nostra famiglia.
Non posso sottoporre Fable a questo disastro. Eppure... dannazione.
Non posso.
«Ti stavo perdendo». Sorride, ripetendo le stesse parole che ho usato io ieri sera, e le bacio il palmo della mano. «Lascia che ti aiuti a cancellare i brutti ricordi, Luke. Ti prego».
«lo...». Non so come esprimere a parole l'effetto che potrebbe avere su di me. Non perché sono con lei – non c'è altro posto in cui vorrei essere – ma perchè ho paura di farmi condizionare dal passato e di commettere qualcosa di stupido.
Come allontanarla da me. Andare fuori di testa. Perdere il senno.
Ti ha gia visto così e anche peggio, eppure è ancora qui. Dalle almeno questa chance.
La trascino sopra di me. «Va bene», sussurro, afferrandola attorno alla vita, le dita affondate nella sua pelle.

Adesso possiamo fare l'amore.

One Week Girlfriend - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora