«C'è un altro uomo nella vita della tua cosiddetta fidanzata».
Al suono della voce di Adele mi volto e scopro che mi ha seguito in giardino per parlarmi. E siamo soli.
Mi sento immediatamente a disagio e mi preparo alla battaglia. «Cosa?».
Adele fa spallucce, lo sguardo sul suo volto indecifrabile. «Ho sentito una conversazione telefonica. Con chiunque stesse parlando, ha detto che gli mancava e che vorrebbe passare il Ringraziamento con lui, e che ha in mente un appuntamento al cinema, quando tornerà a casa». Gode nel darmi questa brutta notizia, e io faccio del mio meglio per fingere che vada tutto bene. Che le sue parole maliziose non abbiano alcun effetto su di me.
E invece non è così. Fable si è allontanata cosi tanto da me ieri sera dopo quello che è successo fra noi. La situazione si è ribaltata e non mi è piaciuto. Non è mai tornata nel mio letto. Mi ha masturbato e poi mi ha lasciato lì, con l'adrenalina che mi scorreva nelle vene e che stava ancora aumentando, rendendomi impaziente di esplorare il suo corpo come lei aveva esplorato il mio.
E invece mi ha lasciato a mani vuote. Alla fine quando ho capito che non sarebbe tornata mi sono addormentato, e stamattina non ci siamo ancora visti ne abbiamo parlato.
È come se si nascondesse.
«Non c'è nessuno nella vita di Fable, solo io», dico, incamminandomi verso la porta aperta della casa.
Adele scatta a sinistra e mi prende il braccio prima che possa sfuggirle, conficcandomi le dita nella carne. «Non lo sai per certo, idiota che non sei altro. Sono sicura che quella puttana apre le gambe a chiunque glielo chieda».
Sono così furioso che quasi le do uno schiaffo su quella faccia da stronza. «Non chiamarla mai più in quel modo», sibilo a denti stretti. «Mai più».
«L'ho sentita. L'ha chiamato tesoro. E gli ha professato suo amore prima di riattaccare. Affronta i fatti, Lucas. Ti tradisce con un altro». Adele fa smorfie dispiaciute battendo le ciglia. «Cosa c'è che non va? Non la soddisfi abbastanza? So che cerchi di frenare tutte le tue pulsioni animali, ma a una ragazza piacerebbe se ti scatenassi un po'».
«Fanculo. Lasciami in pace e smettila di dire stronzate sulla mia ragazza». Mi libero dalle sue grinfie e corro in casa. Devo trovare Fable, chiederle conferma che non stia con un altro ragazzo mentre è qui con me. So che non ho diritti esclusivi su di lei, ma il minimo che possa fare è rispondere alle telefonate di questo tizio lontano dalle orecchie altrui. Insomma, dai. Mi fa fare la figura del cretino e offre ad Adele un grosso vantaggio.
E la sola idea che Fable possa stare con un altro? Cazzo, non la sopporto.
Il sangue mi ribolle nelle vene e la gelosia mi sta divorando, trasformandomi in un idiota totale. Attraverso la casa ignorando papà che chiama il mio nome, e Adele che quando rientra in casa mi afferra parte, vo per il braccio. Non trovo Fable da nessuna parte, e quando alla fine la vedo in piedi in giardino di fronte alla casa a sbuffare fumo di sigaretta, all'istante ci vedo rosso.
Spalanco la porta e mi dirigo a passi veloci verso di lei. I nostri occhi si incontrano e vedo la paura, la diffidenza, la... stessa rabbia che provo io. Fa un tiro lungo, soffiandomi il fumo in faccia, e divento furibondo. Con lei, con Adele, con mio padre.
Con me stesso, per aver pensato di poter costruire qualcosa con questa ragazza che chiaramente se ne frega di me.
«Stai con un altro», dico senza mezzi termini. Serra le labbra, la sigaretta che le penzola fra le dita.
«Hai parlato con la tua matrigna, vedo».
«Dimmi cosa sta succedendo».
«Sono per caso affari tuoi?». Getta la sigaretta per terra e la spegne con il tacco dello stivale, scavando un buco nel prato perfetto del giardino. Papà uscirà di testa quando lo vedrà.
«Ti ho pagato un fottio di soldi per fingere di essere la mia ragazza questa settimana. Penso che siano affari miei». La prendo per il braccio e la tiro a me, fissandola dritto nei suoi occhi verdi. Voglio capire se mente. Se tutto quello che abbiamo condiviso ieri è solo un mucchio di stronzate per lei.
Il solo pensiero mi ferisce più di quanto sono disposto ad ammettere.
«Quindi siamo a quel punto, eh? Tutte le parole dolci di ieri evaporano dopo che ti ho fatto godere. Ora siamo daccapo, alla storia della ragazza pagata».
È arrabbiata. Ma io di più. «Dimmi la verità. C'è un altro?»
«Solo se mi dici com'è morta tua sorella», risponde.
La sorpresa mi colpisce come un pugno allo stomaco e la lascio andare, indietreggiando di qualche passo. Cazzo. Non l'avevo calcolato. Speravo di avere ancora un po' di tempo prima di confessare di Vanessa. «Non ce niente da dire», sussurro, non volendo fornire dettagli e ignorando il senso di colpa che mi attanaglia.
«Giusto, per caso ti sei scordato di menzionare che hai una sorella di tre anni che è morta due anni fa in questo periodo. Insomma, per forza non volevi tornare qui, Luke. Nemmeno io lo vorrei. Sono sicura che casa tua pullula di ricordi orrendi che non ti va di affrontare».
«Puoi dirlo forte». Mi sta distraendo. Basta parlare di mia sorella. «Chi è il ragazzo, Fable?».
Scuote la testa. «Nessuno».
«Chi. È. Il. Ragazzo?», chiedo a denti stretti, sono stanco di queste stronzate.
«Cosa? Sei geloso?»
«Cazzo se lo sono!», suggerisco, incapace di trattenere le parole. «Dopo tutto quello che abbiamo condiviso, specialmente dopo ieri, hai il coraggio di chiedermi se sono geloso? Certo. Questo è un gioco per me, Fable. È la mia vita, e voglio che tu ne faccia parte. Ma se preferisci scoparti altri, allora non posso impedirtelo. Voglio te e solo te. Non ti dividerò con nessuno».
Quando finisco il discorso mi ritrovo senza fiato e non posso credere a quello che le ho appena detto. Mi fissa come se fossi pazzo e magari lo sono, ma con lei non riesco a moderarmi. Per qualche ragione, sento il bisogno di confessarle tutto.
Ogni dannata cosa, nel bene e nel male.
«lo e te. Stiamo fingendo», sussurra. Ha le lacrime agli occhi e una le scivola lungo la guancia. Vorrei fermarla con il pollice, darle un bacio, però non dopo quello che ha detto. «Non è reale, ti stai coinvolgendo per niente».
«Non è vero», mormoro, ma lei mi interrompe, mettendomi un dito sulle labbra per un secondo, prima di abbassare la mano.
«Si che lo è. Tu non mi vuoi davvero. Non sono chi pensi che sia. E nemmeno tu sei la persona che credo. Ci sono così tanti segreti e problemi fra noi. Credo che la nostra vita sarebbe un casino dopo l'altro se provassimo a stare insieme davvero. E non accadrà mai, lo sai».
Non posso controbattere. Ha ragione. Mi sto illudendo per niente, spezzandomi il cuore da solo.
«Restano solo due giorni, Luke», dice morsicandosi il labbro inferiore. «A meno che tu non voglia che me vada stasera come ha detto Adele. Ha pianificato qualcosa, per l'anniversario della morte di tua sorella. E chiaramente io non sono invitata».
«Non voglio che tu te ne vada», rispondo in automatico. «Due giorni. Ho bisogno di te».
«Bene», annuisce ancora una volta, le labbra in una linea sottile e gli occhi imploranti.
Vuole dire qualcosa, lo so, ma Adele si affaccia alla porta d'ingresso annunciando «La cena è servita!» con un tono allegro e così falso che le lancio un'occhiata di odio, guadagnandomi una porta sbattuta. «Dobbimo entrare», dice Fable, stringendosi con le braccia mentre cammina verso l'ingresso.
La seguo, rendendomi conto solo dopo che non ho scoperto se c'è un altro ragazzo o no.
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One Week Girlfriend - Luke Hemmings
Fanfiction"Torneremo ciascuno alla propria vita. Dove tu mi odi e io odio te. Sarà una bugia. Forse prima di tutto questo ti odiavo, ora però credo di amarti."