"Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi.
Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente l'incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po' di sé, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene,ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute.
O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime son destinate a trovarsi, prima o poi."
-Paulo Coelho***
La musica rimbomba per tutto il mio corpo in mezzo a questa gente che non conosco, che non capisco. Aiutandomi con una cannuccia bevo il mio alcolico standomene in disparte ad osservare silenziosa: non avrei mai immaginato che tutto sarebbe stato così.. complicato? Era impensabile credere che qualcosa di più difficile ci sarebbe stato ad attendermi una volta salita su quell'aereo che mi ha portato in questa città come Londra.
<< Allora hai preso da bere? >> Mercedes non è affidabile. Biascica le parole mentre mi parla non riuscendo neanche a sostenere il mio sguardo talmente sia ubriaca.
La gente di questa sera pensavo esistesse solo nelle copertine delle riviste di moda o in quel genere di cose che io non ho mai pensato sarebbe mai stato ad un palmo dal mio viso. Scherzano parlando tra di loro dalla loro tribuna elitaria, mentre il resto del mondo rimane giù ad osannare.
Sorrido freddamente quando qualcuno tenta un approccio preoccupata delle scarse capacità di comprensione: ho solo bisogno di tempo, ne è ancora trascorso così poco per poter iniziare a parlare con loro. Alcuni di questi li ho un paio di volte visti nei programmi televisivi, c'è anche uno di quei musicisti da strapazzo che molte ragazzine apprezzano. Non mi piacciono.
La cosa che ancora meno mi piace è sapere che la mia coinquilina possa avere un qualsiasi tipo di rapporto con queste persone; mi preoccupa pensare che potrei ritrovarmi dentro uno di quei circoli privati dove la gente paga per avere ciò che desidera mentre chi non può permettersi altro, se non questo, soccombe inerme. Mercedes potrebbe essere una di quelle ragazze? Spero di no, anche se le mie speranze al momento sono rivolte ad altro. Se potessi tornare a casa una di queste prime verrebbe esaudita.
Due occhi azzurri catturano la mia attenzione, sorride allegramente e festeggia i presenti mentre segue la passerella di tavoli bianchi ricolmi di bottiglie trasparenti vuote. Seguito da un paio di ragazzi siede ad un tavolo senza badare a chi prima di loro vi era, indifferenti a chi tenta un approccio se non è gradito. Stringe alcune mani e sorride, è quello che fa da quando è arrivato e mi chiedo se tutto ciò avrà mai una fine. Gli consegnano un bicchiere identico al mio e ne beve due, tre sorsi prima di accorgersi dei miei occhi poggiati su di lui senza nessun timore.
Solleva il suo bicchiere e io ricambio deglutendo, preoccupata che le mie azioni possano avermi giocato un brutto scherzo.
Spero non venga qui, sarebbe la mia fine.
Mi volto ad osservare distrattamente quella gente, anche loro mi stanno guardando convinti io c'entri qualcosa con queste persone; si vede dal modo in cui mi studiano che tentano di capire dove mi hanno già visto o se mi hanno già visto.
Tranquilli sono un'infiltrata.
Mercedes sta ballando con un ragazzo molto carino: capelli biondi, occhi castani e modi allusivi. La stringe continuamente tra le sue braccia lasciandolo fare, mentre lei si muove sinuosa tra queste; quando gli sussurra qualcosa all'orecchio lei ride innocente nonostante non ho mai pensato per un secondo potesse mai esserlo. Sta fingendo, si vede chiaramente.
<< Hi! >>
Non mi ero accorta si allontanato dal suo tavolo e adesso eccolo qui di fronte a me. Ricambio il saluto educatamente ma spero vada via il più velocemente possibile.
Si avvicina lentamente e dice qualcosa rispondo nell'unico modo che io conosca. << Zoe>> Ancora al mio orecchio sussurra altre parole tra cui anche il suo nome, così mi trovo costretta a sorride e sperare. << Niall Horan. >>
Se mi chiede ancora qualcosa avrò due possibilità starà a me decidere quale delle due possa essere più intelligente; mi fissa più che guardare, lo fa senza vergogna proprio come io maldestramente ho fatto con lui prima. Tutta colpa mia.
I suoi occhi sono azzurri proprio come credevo fosse solo possibile con gli effetti fotografici così li studio, magari anche troppo. Lui non dice nulla e lo stesso farò anche io. Non ho mai esaminato il volto di qualcuno in questo modo così attento: a parte gli occhi non ci sarebbe nulla di particolarmente bello. Il suo naso è largo, le sue labbra lo sono anche, ha le guance così rosse che sembra un bambino e il colore dei capelli è palesemente finto.
Sorrido e fisso le sue labbra, poi mi volto un po' maliziosa sicura che in questo modo attiri la sua attenzione, se prova a parlarmi è la fine davvero.
Mi poggio alla ringhiera del balconcino del nostro alto palco e le sue mani scivolano sfiorandomi e poggiandosi a quella intrappolandomi senza lasciarmi via di fuga. Poi improvvisamente lui parla ancora e io allora faccio l'unica cosa che potrebbe salvarmi da tutto ciò: lo bacio. Poggio le mie labbra sue senza pensarci, mi chiedo cosa ci possa essere di strano se bacio due labbra come le sue.
Non si fa attendere e risponde a questo allo stesso modo poggiando una delle due mani sulla mia schiena attirandomi fino a far scontrare i nostri petti. Se continuo a baciarlo nessuno dei due avrebbe avuto bisogno di parlare o fare qualsiasi altra cosa che possa passare nelle menti di due giovani ragazzi ubriachi; in tutti i casi tutto quello che include una conversazione tra noi dovrà essere aggirata in altrettanti modi possibili e inimmaginabili.
Ci baciamo per tutto il tempo e le mie labbra iniziano a far male, le sento pulsare e chiedono pietà, ma se mi fermo adesso poi dovrò andare via e ammetto che la cosa non mi piace più così tanto.
Quanto tenta di allontanarsi io affondo con maggiore passione e allora si ritorna fermi sullo stesso posto senza di una sola parola, questo è quello che conta. Sussurra qualche altra parola ma io semplicemente sorrido, sembra avermi detto qualcosa ma che posso dire? Certo posso sempre rifiutarmi di seguirlo, se solo avessi il coraggio di farlo quando i suoi occhi mi guardano intensamente mentre mi stringe per mano. Chiede conferma e io lo seguo senza sapere dove andremo né cosa faremo.
Lo seguo tra folla di persone affondando il viso al suo petto quando lui mi tira a se proteggendomi da chiunque tenti di intralciare il nostro cammino fino alla sua auto. Un auto nera, grossa, sembra quasi una jeep. Un uomo alla guida viene comandato di condurci da qualche, una zona di Londra che io non ancora conosco.
Non so cosa mi stia passando per la testa, ma lo faccio e lo rifaccio ancora. Dentro l'auto, a cavalcioni su di lui, stringo i suoi capelli tra le mani leccandogli il collo scivolando con enfasi su e giù; sento il suo respiro farsi pesante stringendomi più vicina a lui come se potessi scappargli da un momento all'altro e volesse impedirmelo. Poi siamo fuori e un'altra volta dentro, ma stavolta è un appartamento suppongo il suo.
Tra le sue braccia un momento prima, nel suo letto quello dopo: ci rotoliamo tra le lenzuola stringendoci, graffiandoci, desiderandoci. E' un turbine di emozioni che lasciano il segno. Si addormenta poco dopo al mio fianco coperto solo dal lenzuolo scuro del suo letto, mentre io rimango immobile chiedendomi cosa abbia appena fatto ma senza pentirmi.
Non riesco più a vedere i suoi occhi azzurri né il suo sorriso e mi dispiace non poterlo fare prima di andare via, ma devo farlo. Scrivo un veloce biglietto con il mio numero, so che potrebbe anche non richiamare ma facendolo l'idea che potrebbe farmi sentire meno sporca mi fa stare meglio. Lo poggio sul tavolino sotto la grande finestra della sua stanza, che illumina attraverso la luna creando una strana penombra. Raccolgo i miei vestiti, le mie scarpe e penso che forse a quel biglietto dovrei aggiungere una frase, un semplice saluto o un arrivederci.
"CALL ME NEXT YEAR" Scrivo. Forse tra un anno sarà tutto diverso, sia dentro che fuori di ME.
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Me.
RomanceLa vita di qualcuno può improvvisamente cambiare: un nuovo nome, un nuovo paese, dei nuovi amici. Affrontarla metterà > di fronte a molte difficoltà, fino al punto in cui la sua Me non sarà più riconoscibile. Amore, amicizia, inganno, vite e cambi...