18. Palco.

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"Siamo qui a vedere
come scorre il tempo
come cambia il mondo
convincimi che andrà tutto bene
che finalmente riuscirò a partire
a dimenticare
a liberare questa mente
da questi giudizi
aiutami a sentirmi
parte di questo mondo
con tutti i miei segreti
con tutte le paure peggiori
e se per una volta
una soltanto
potrò stringerti al mio cuore
allora questo vuoto sarà colmato."
-Alice Giaquinta

***

Nuova vita.
Nuova me.
Ho ricominciato da me stessa perché è giusto ricominciare da qualcosa. Non ero pronta. Non ero ancora così forte abbastanza da permettere di lasciarmi andare.
Mi sono innamorata dell'ultima persona che avrei mai dovuto amare. Anche se non si può scegliere di chi innamorarsi posso comunque decidere di amare, prima di ogni altra cosa, me stessa. Ed è quello che sto facendo da quando, ormai tre mesi, ho lasciato Londra e tutto quello che avevo costruito. La mia vita non è semplice, non sono la ragazza della porta accanto come avrei voluto essere, non sapendo chi essere pensavo che ricostruendomi una nuova vita da capo avrei potuto farcela. Non è stato così, ma non è mai come ti illudi possa essere.
Decido perciò di guardare ancora una volta avanti, buttarmi alle spalle una me sbagliata imparando dai miei sbagli chi non vorrò mai essere.
<< Zoe, porta un caffè al tavolo li in fondo>> Mi dice Liam, adesso mio capo oltre che guardia del corpo sempre costante.
Harry ha deciso che rimanere sola mi avrebbe fatto male ed essere libera di scegliere avrebbe solo portato altri guai. Non commette lo stesso errore die volte lo sbirro perfetto.
<<Vado subito, capo!>>Scherzo, enfatizzando quella parola che tanto gli piace.
Liam lo ama. Per lui è diverso. Sa cosa essere e chi essere e se finge di essere un altro sa come tornare sulla retta via.
Abbiamo notizie saltuarie su Mercedes e Zayn che hanno deciso di prendere in mano le loro vite realizzando i loro sogni. Zayn ha finalmente aperto la sua galleria d'arte, con l'aiuto della sua famiglia e della sua ragazza, che in fondo si è dimostrata più fedele e sincera di chiunque altro tra noi.
Mercedes, invece, ha finalmente preso la sua laurea e sta continuando con uno stage per poter iniziare ad insegnare. Dice che le piace e io le credo.
<<Ecco a voi i vostri caffè signori>> Sorrido educata alla coppia di anziani che legge il giornale.

Los Angeles è una città calda ma serena, si vive dentro un eterno sentimento di tranquillità e spensieratezza che non immaginavo possibile. Credo che vivere in un posto così vicino a casa mi faccia star bene per davvero. Il mare, il sole, la gente solare, le passeggiate al tramonto finito il turno a lavoro. È una bella vita.
<<Sono stanca>> Poggio la brocca vuota sedendomi ad uno sgabello al bancone. <<Oggi è stata una giornata difficile>> Mettendo il broncio poggio una guancia su una mano usandolo come sostegno, sbracandomi sulla superficie lucente e bianca in tinta con lo stile un po' retrò dell'intero locale.
<<Se continuassi a fare il tuo lavoro ti assicuro che sarebbe ancora meno faticosa di ciò che appare>>
<<Liam ti uccido>> trucemente lo guardo di sbieco.
Sa essere petulante e fastidioso come una suocera. Sorride beffardo e girandosi verso i nuovo arrivati mostra un'espressione serena.
<<Stasera prendiamo del sushi a cena?>>
<<Scordalo, continuiamo a mangiarlo da una settimana, vorrei del cibo cotto ogni tanto>>
<<Questo è perché hai deciso di venire a vivere con me>> Mi fa segno di mettermi in piedi mentre scocco uno sguardo vittorioso. Che non sappia cucinare è ormai divenuto un affare di stato e che mi ostini ad non imparare è invece una questione personale per il moro.
<<Ciao Martha>> Una ragazza carina, dolce, due occhi verdi, capelli biondi e lunghi si siede sullo sgabello al mio fianco. È la ragazza di Liam, o qualunque cosa questi due siano. Si chiudono in camera e sento di tanto lei ridere o mettere il broncio quando Liam non la asseconda; dicono di non stare insieme eppure le loro azioni dimostrano il contrario, sopratutto Liam sottolinea che il suo vero lavoro non gli permette di avere una ragazza. Tecnicamente sono il suo lavoro, quando gli dico che può prendersi una pausa da me potrebbe anche decidere di farlo. In fondo ho comunque Harry. Sono circondata da uomini per cui il genere femminile sbava e nessuno sa che io non so nemmeno parlarne. Il lavoro è lavoro.
<<Ciao Zoe, come va?>>
<<Come andava ieri e questa mattina a colazione?>> la punzecchio ricordandole che ha passato la notte con Liam, in casa mia e fatto colazione con la sottoscritta mentre l'altro faceva la doccia.
Sorride scuotendo la testa. <<Giusto>>
<<Zoe va a casa io arrivo tra poco>>
<<Ma se dicevi che non avevo ancora terminato il mio turno!?>>
<<Adesso hai finito>> Grugnisce.

Entro in casa preoccupandomi in un primo momento del ragazzo seduto sul mio divano a sgranocchiare cereali e guardando la tv, poi ricordo di Harry, del mio passato e che Liam deve averlo avvisato come ogni volta. Mi lasciano credere che posso essere libera, ma in realtà sono una marionetta nelle loro mani, come lo sono sempre stata.
<<Ciao Zoe>>
<<Ciao Harry>> Mi avvicino sedendomi al suo fianco con poca cura nei modi quando gli sottraggo cereali e telecomando. Il vizio di guardare la tv in muto non è mai passata, mi aiuta a pensare e rilassarmi.
<<Guarda che i dialoghi sono interessanti e sforzarmi di leggere il labiale inizia a diventare una seccatura>>
<<È facile, basta abituarsi>> Rispondo impugnando un mucchio di cereali che butto in bocca rumorosamente.
<<Abbiamo scoperto che alcuni dei tirapiedi di tuo padre sono ancora vivi>>
<<Chi?>> L'argomento non mi sconvolge più, ho ripetutamente sottolineato che voglio essere messa al corrente sulle novità ed Harry sembra mantenere la promessa: così quando simo soli mi tiene aggiornata all'oscuro di Liam e di tutti gli altri contrari a questo patto.
<<Marco Spanò e Giovanni Ingrassia>>
<<Erano quelli che facevano le commissioni per lui>>
Annuisce, ma la mia non era una domanda. Conosco ogni nome, volto, voce, compito di tutti coloro i quali lavoravano per la mia famiglia; onnipresenti in ogni nostro spostamento erano parte integrante della famiglia così da diventare una famiglia allargata all'italiana. La morte di mamma e papà inaspettata però ha portato solo allo sgretolamento di una famiglia finta che stava in piedi solo per interessi personali.
<<Pensavano fossero stati trovati morti in un secondo incidente, a quanto però si sono sbagliati>>
<<Dici che potrebbero essere stati loro a seguirmi a Londra?>>
<<Non avrebbe molto senso..ma potrebbe>>
Non rispondo. Rimango in silenzio a mangiare i miei cereali e osservare scene mute di un telefilm già visto.

Luci che riflettono un unico punto.
Milioni di persone fissano quello stesso attendendo il suo arrivo sul palco, eccitati tanto quanto me di vederlo.
Non vedo l'ora di riascoltarlo dopo mesi, non ho più avuto nessun contatto né notizia di Niall Horan. So che continua ad avere molto successo, ma terminato questo tour vorrà prendersi una pausa. Questa sera è qui a Los Angeles, Liam ed Harry mi hanno permesso di esserci ma sono stata ripetutamente messa al corrente che non sono in realtà sola del tutto. Per esempio, la ragazza davanti a me che finge so conoscere Niall in realtà sta sorvegliando me; oppure, il tizio con la faccia imbronciata sotto le vesti di un padre stanco ma comunque felice di aver accompagnato la figlia sta sorvegliando me a distanza dando informazioni di tanto in tanto alla ragazza di fronte e ad altri sparsi qui attorno. Insomma si poteva direttamente organizzare un pulmino solo per noi.

Quando, però, le luci si accendono magicamente e un biondino con un po' di barba sul viso siede su quell'unico sgabello impugnando la sua chitarra il mondo smette di esistere.
Non è semplicemente bello o affascinante, Niall ti cattura con la sua voce ed è sorprendentemente rilassante come una passeggiata sul lungomare al tramonto.
Chiudo gli occhi, lasciandomi andare ad un dolce ondeggiare lento come le note di questa canzone. <<Guardami e ascolta..>> Dice. <<Quella notte ero sincero, non ti stavo prendendo in giro. Io ero li con te, tu li con me e abbiamo fatto l'amore. Fingevo di dormire quando hai sussurrato di amarmi e mentendo a me stesso mi sono detto che non avrebbe avuto senso, amare chi avresti solo dovuto odiare..>>
Ha una voce profonda, le parole trafiggono al cuore.
<<Se solo avessi saputo che sarebbe andata così..>> Continua. <<Ti avrei amata per sempre, Zoe>>
Spalanco gli occhi e schiudo le labbra. Sto forse sognando?

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