16.1. Gossip!

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"Volevo solo essere la 'tua' persona. Hai presente? Quella che è il tuo primo pensiero la mattina appena ti svegli, quella  a cui pensi quando ascolti una canzone, quando guardi un film e ti viene in mente lei. Quella che non ti importa dei difetti perché è comunque la migliore. Solo questo."
-uraganidistrutti

***

<<Dai Niall rispondi!>> Continuo a chimare, ma invano.

Non ho sue notizie ormai da un giorno ed è strano, per quanto naturale per come si è svolto il nostro rapporto Niall ha sempre risposto alle mie telefonate, o messaggi.
Stasera nulla invece.
Sembra che il pianeta terra lo abbia inghiottito, o peggio che non voglia farmi sapere cosa stia accadendo.

Ho paura, lo ammetto.

Non vorrei mai sentirmi in ansia, ma inevitabilmente lo faccio e quando accade penso sempre al peggio. Se ci fosse Mercedes direbbe che sto esagerando, che c'è una buona ragione al suo silenzio, ma in questo momento sono sola e non trovo nessuna ragione che possa giustificarlo. Nei film, se lui non risponde, o è morto o sta male o la sta salvando.
Tipo Stefan o Demon salvano sempre Elena da qualcosa, qualcuno, che possa essere un pericolo per lei, ma per questo genere di cose io ho Harry, rappresenta un po' i due fratelli Salvatore.

<<Niall...>> Mi viene da urlare.

Da Liam: Notizie?
A Liam: Nessuna.

Per come è fatto so che sta già correndo per raggiungermi e tranquillizzarmi, ogni tanto, in passato ho pensato che Liam sapesse di me e della mia famiglia; ha avuto spesso comportamenti che potessero farmelo credere ma Harry mi ha giurato che nessuno dei suoi uomini è un infiltrato. Dice che lui sa sempre tutto ed è sufficiente così.

...

Niall non da notizie da giorni ormai e sono stanca di aspettare.
Credo che ogni ragazza debba avere le risposte che cerca e se queste non arrivano devi andare tu stessa e prenderle.
Prima però, ho bevuto una bottiglia di tequila con Liam, ho aspetto che si addormertasse, altrimenti non avrei vuto il coraggio di farlo e lui mi avrebbe persuaso a non farlo.

Prendo un lungo sospiro prima di suonare al campanello e ho aspettato che il cancello si aprisse.
Il vialetto costeggiato da erbetta livelleta non mi ero mai accorta fosse così perfetta, immagino la faccia tagloare ogni settimana, non sarebbe così se no.

Niall mi aspetta sul portico di casa, in tuta e le mani in tasca. È uscito fuori a piedi scalzi, coperti solo dai calzini di spugna bianchi, quelli sportivi, che odio, sono l'anti sesso per eccellenza.
Non sorride.
Pochi passi mi separano da lui e più mi avvicino più non vedo quel solito sorriso, quello fino a questo momento non mi ero resa conto mi facessere sorridere di rimando e battere il cuore. Me ne sono appena resa conto perché mi sento spenta, una candela sciupata.
<<Ciao>> Dico secca.
Solleva lo sguardo colpevole di qualcosa che ancora non so, ma che scoprirò.
<<Ciao>> risponde freddo.
<<Perché non mi hai scritto?>>
<<Ho lavorato>> dice, ma non gli credo.
Capisco ormai quando mente e adesso lo sta facendo nel modo peggiore che io abbia visto fare.
<<Perché non mi hai scritto?>> Non voglio sembrare melodrammatica, non riesco ad essere diversa. La tequila è  l'ingrediente peggiore da aggiungere ad una ragazza frustrata e senza risposte.
<<Vuoi entrare? Fa freddo>>
<<OK>> Si scosta aprendo il portone in legno scuro permettendomi di entrare prima di lui.
Il tepore tiepido mi arrossa le guance fredde e le mani iniziano a sciogliersi.
Non mi ero resa conto facesse così freddo prima di assaporare il calore. Ma voglio delle risposte, così mi volto bruscamente guardandolo dritta negli occhi.
<<Quindi?>>
<<Vuoi sederti?>>
<<Non credo sia necessario>>
<<Hai bevuto, non è vero?>>
<<Vero>>
<<Hai bevuto molto?>>
<<Abbastanza>>
Sospira sollevando il viso al soffitto senza riuscire mai a guardare me.
<<La sera che ci siamo conosciuti, quella prima volta, te le ricordi?>>
<<Vagamente>> ho ricordi abbastanza sfocati e le sue parole sono solo un continuo brusio incomprensibile nella mia mente ogni qualvolta tenti di ricordare.
<<Ti ho detto una cosa...quella sera, che pensavo sapessi, ma che non è così >>
<<Niall dimmi la verità>> Non mi aspettavo nulla quando sono uscita di casa diretta decisa a prendermi le mie risposte.
<<Ti ho detto che la tua amica si era messa d'accordo con il mio amico, Louis, e che se ti andava potevamo andare da me.. Quando non hai risposto ho pensato di cogliere la situazione...>>
<<Cosa si erano detti?>> Mercedes e Louis si conoscono, o si conoscevano. Si sono detti qualcosa che a me non è mai stata detta.
<<Che avresti trascorso la notte con me, senza alcun problema e che i soldi li avrebbe presi lei..>> Soldi.
Inizio a sentire uno strano movimento allo stomaco che si trasforma in rabbia e in lacrime, vengono giu senza che possa impormi né abbia voglia di farlo.
<<Hai pagato Mercedes...>>
<<Pensavo lo sapessi!>> Sbotta e colpevole abbassa il viso fissanso il pavimento in legno.
<<Quando ti ho rivisto mesi fa, ho capito tutto quanto e allora io e Louis abbiamo...scommesso o giocato se preferisci..che ti avrei riportato a letto.. Mercedes mi ha incontro, qualche giorno dopo.. Pensava fossi pazzo e che avrebbe detto tutto..>>
<<Louis ha provveduto alla sua temporanea scomparsa..>>
<<Io mi sono occupato del resto...>>
<<È stata pagata di nuovo?>>
<<Non li ha voluti questa volta..ha detto che non poteva più farlo>>
Sento, stavolta, una morsa allo stomaco e la sensazione di essere stata tradita farsi largo fino a diventare certezza. Uno di fronte all'altro ma distanti anni luce non parliamo più. Il suo senso di colpa è percepibile, tuttavia non credo più sia vero. Nulla di ciò che mi ha detto lo è.
<<Adesso cosa pensi di fare?>> Gli domando, forse perché ci spero. Come se volessi sentirmi dire quello che so non dirà, perché la sua colpa più grande e sapere che non è cambiato nulla, lui sente meno di zero per me e per quello che mi ha fatto o mi ha fatto credere di avermi dato.
<<E le foto che sono uscite?>>
<<Prenderanno la stessa via di tutte le altre, verranno dimenticate non appena avrò un'altra ragazza al mio fianco come succede tutte le volte>>
<<Bene>> Lo supero evitando di sfiorarlo ma facendolo, forse voglio sentirlo vicino per un'ultima volta anche se so quanto sia sbagliato pensare che possa farmi stare meglio o che tutto possa essere diverso.
Apro la porta, ma stavolta il freddo mi è nemico e mi colpisce in pieno viso. Non mi fermo e continuo, il cancello si riapre quando sono a pochi passi e si riuchiude in automatico una volta superato. Il taxi è  rimasto ad aspettarmi e allora vi risalgo silenziosa come vi ero entrata.
Non sento nulla, ma è l'alcool. Lo so.

Entro in casa e mi butto sul letto, le luci si spengono, il mio cuore anche. L'unica cosa che rimane accesa è la tristezza, la paura, la nostalgia, la delusione.
Tutto finisce.
Io sono finita più di un anno fa e adesso anche Zoe Simpson.

Ad Harry: Voglio andare via da qui.
Da Harry: Mercedes è qui con noi.
Ad Harry: voglio andare via da qui, adesso!
Da Harry: ok.

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