Quarta parte

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Secondo capitolo

Questa volta non ci fu nessuno che si svegliò all'alba, perciò nessuno poté distinguere fuori, nella penombra, il gatto grigio attiguo alla buca delle lettere. Era tornato, e stringeva fra i denti una busta color caffè latte. Con estrema agilità, ficcò la lettera nella casella postale attraverso la sottile apertura che c'era alla base. Poi, tacitamente, se ne tornò da dov'era venuto.

Alle otto meno venti del mattino seguente Samantha entrò nella camera delle ragazze e si avvicinò quatta quatta alla finestra che sporgeva dietro il letto di Emily. Tirò su le persiane e, in un attimo, i raggi del sole mattutino fecero irruzione nella stanza, andando a svegliare le dormienti.
- No... chiudile, ti prego - strascicò la figlia maggiore, sbattendosi un cuscino sulla faccia e girandosi dall'altra parte.
- È ora di svegliarsi, abbiamo tanto lavoro da fare oggi - la ammonì la madre, aprendo anche le ante della finestra e facendo entrare folate di vento gelide.
- No... per favore, fa freddo - implorò la figlia minore, aggrovigliandosi ancora di più dentro al rosso piumino di stoffa autunnale.
- Vostro padre è andato a procurarsi gli scatoloni quasi un'ora fa. Dovrebbe essere di ritorno a momenti. Non preoccupatevi, ho avvisato io le vostre scuole, ieri pomeriggio, perciò il vostro compito è ancora più semplice: dovete solo avvertire, per buona creanza, i vostri amici per telefono - dichiarò puntigliosa Samantha, avvicinandosi ai letti delle due figlie. - Chiaramente sarebbe più cortese andare a salutarli di persona ad uno ad uno, ma conoscendo la vostra personalità molto 'attiva', credo che la cosa non accadrà. Perciò, in piedi, avanti.
Le due sorelle sbuffarono, ma conoscendo molto bene la madre, sapevano che non avrebbero potuto fare molto contro la sua autorità, perciò si alzarono, ancora assonnate. Fecero a turno per fare la doccia, poi scesero a fare colazione. Per prima cosa, chiamarono ad uno ad uno i loro amici - non tutti, ma buona parte - e li avvertirono dell'imminente trasloco, sopportando a volte con dolore e a volte con qualche sbuffo pianti e lamentele oltre la cornetta del telefono. Quando finirono, si diressero in salotto e vi trovarono Josh, piegato verso tre scatoloni appena dietro l'ingresso. La madre, uscita dalla cucina, si avvicinò al marito per prenderne in mano uno.
- Bene. Vado a ritirare l'ultima scatola rimasta in auto - disse il padre, già fuori di casa.
Sky ed Emily si lanciarono un'occhiata perplessa.
- Ma come? E i nostri mobili come li trasportiamo? - osservò Emily. Poi ci rifletté e sospirò annuendo: - Ah, ho capito, chiamate l'amico di papà così ce li trasporta con il suo grosso camion fino alla nuova casa, non è così?
Samantha scoppiò a ridere divertita: - Oh, Emily! Vedo che tutti questi anni di scuola non ti sono serviti a molto. Tesoro, Londra è dall'altra parte dell'oceano nord Atlantico: come pensi di arrivarci?Attraversando il mare con il camion ammaccato di Paul? E poi, credevo che fosse ovvio - disse infine, voltandosi verso le scale, - i mobili rimangono qui. Insomma, la casa di Harry è già arredata; a cosa ci servono tutti questi oggetti sbreccati, adesso?
- Ma... io sono molto affezionata al mio letto, e al mio comodino, e alla scrivania, e alla libreria, e... - attaccò Sky, con gli occhi bruni velati.
- Ma tesorino, non avremo più bisogno di queste cose: nella casa dello zio ci saranno camere in abbondanza, già tutte ammobiliate. Forza, ora prendete uno scatolone ciascuna e infilateci dentro i vostri indumenti; gli oggetti che vi volete portare dietro infilateli negli zaini che usate per la scuola. Vedete di non portarvi via tante cose, o il viaggio sarà ancora più travagliato - disse la madre, salendo le scale canticchiando.
- Ma... - bisbigliò ancora la bambina, fissando con amarezza Samantha salire al piano di sopra.
- Lascia stare, Sky, tanto non ci danno retta - bofonchiò Emily tirando una pacca alla sorella, come a svegliarla dal sogno che coltivava di convincere, anche solo per una volta, i genitori dalla testa di ferro.
Nel momento stesso in cui ciascuna di loro agguantò una scatola, il padre rientrò in casa con l'ultimo scatolone.
- Ragazze, ho trovato questa lettera nella buca della posta. La grafia sul retro della busta è talmente piccola che non riesco a leggerla senza i miei occhiali. Può prenderla una di voi mentre io faccio un salto veloce nel mio ufficio? Dovrei sistemare ancora alcune faccende - replicò, con un'espressione stanca sul viso.

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