Ventitreesimo capitolo
Nella stanza-ricerche il tempo sembrava non trascorrere. Sorani aveva parlato un po' ad Emily della società che aveva rapito sua sorella, e di molte altre cose che avevano meravigliato non poco la ragazzina. Erano in quella stanza da almeno un'ora e mezzo. (18,45)
Ora si trovavano entrambe davanti al frigorifero, e Sorani stava spiegando, con gli occhi rivolti verso l'anta spalancata: - Sai perché questo sportellino deve rimanere aperto?
Emily si grattò la nuca pensierosa. - No.
La donna fece allora qualche passo in avanti, verso il frigo maleodorante e, piegandosi in due, affondò la testa e le mani dentro all'anta chiusa. La ragazzina attese qualche secondo, tenendosi a debita distanza dal fetore che emanava l'elettrodomestico; con le mani attorno al naso, fissava impaziente la donna. Finalmente Sorani mise di nuovo fuori il muso e, spolverandosi con una mano le spalle, porse ad Emily un cumulo di fascicoli. Lei li afferrò un po' disgustata, ma li osservò con un certo interesse.
- Che cosa sono? - chiese, cercando di girare la prima facciata; ma si accorse subito che le pagine dei fascicoletti erano irremovibili. - Ma... sono incollate!
La donna, per nulla sorpresa, puntò allora un dito verso le cartelle e sussurrò qualcosa di indicibile. I fogli tra le mani di Emily iniziarono a tintinnare, prima piano, poi forte, sempre più forte, fino a quando la prima facciata non si scollò dalla seconda, e via via tutte le altre. La ragazzina rimase impietrita: "Oh mio Dio... Ha appena fatto un magia".
- Sono documenti - disse la strega; Emily, ancora su di giri, girò la prima facciata e lesse in alto: - "La Legge dei Dotati".
La donna le fece segno di seguirla. Insieme si diressero verso il muro di fronte alla porta, quello dove c'era il condottino dalle sbarre di ferro, e si sedettero per terra.
- Che cos'è la Legge dei Dotati? - Emily non resistette alla curiosità di saperne di più di quel fascicolo che custodiva tremolante fra le mani.
Sorani la fulminò con uno sguardo e replicò: - Dai un'occhiata tu stessa. Certe cose non possono essere spiegate se non con documenti testimonianti.
Emily le lanciò un'occhiata interrogativa; senza aggiungere altro, posò gli occhi sul primo foglio. La grafia delle pagine era molto piccola, e la ragazzina dovette avvicinarsele a sé più del dovuto per non rischiare di diventare miope come il vicino di casa. Subito prima di leggere, annusò stranita i fogli: emanavano un buonissimo profumo di cannella.
- Wow! Questo fascicolo profuma - esclamò con un tono di voce fin troppo alto.
- Naturalmente. Questa si chiama Cannella Ponina, e deriva da una diffusissima pianta del nostro posto, il Ponio.
- Santo cielo, il frigorifero non potrebbe avere lo stesso buon profumo? Quell'odore nauseabondo mi dà il volta stomaco - reclamò ingenuamente la ragazzina.
- Il frigorifero non puzza assolutamente. Quello è il profumo dell'Edera Articchia, una pianta rarissima e indispensabile per tenere a fresco le cose; come puoi vedere anche tu, difatti, quell'apparecchio non è attaccato a nessuna presa elettrica, eppure funziona perfettamente. Ecco perché si deve tenere un'anta aperta: perché se l'Edera Articchia rimanesse chiusa in uno spazio, piccolo o grande che sia, perderebbe subito il suo effetto e si trasformerebbe in una comunissima pianta stantia. Quei fascicoli che tieni tra le mani non sono dei normali fogli raccolti dentro una cartella, questo no. Sono documenti creati con l'Appiccico-Gel, molto più resistente dell'inchiostro che col tempo si consuma e macchia. Come dovresti sapere, moltissimi documenti divengono falsificabili proprio per l'inchiostro, il toner o chiamalo come ti pare, che a una data temperatura si cancella. L'Appiccico-Gel invece è resistente a tutto, ma, come tutte le cose belle, purtroppo anche questa sostanza è molto rara. È per questo motivo che noi stregoni cerchiamo di conservarla in riserve e di utilizzarla soltanto in casi importanti come questi: la Legge dei Dotati è uno dei documenti più sacri e speciali scritti da Ermi O'grey e mai potrà essere falsificato. Sai che cosa succederebbe se venisse copiato dalla persona sbagliata? Oh, ma che cosa sto facendo? Sto parlando troppo, e tu non hai nemmeno dato una lettura alle pagine. Che sciocca che sono. Su, coraggio, continua.
Emily si strinse nelle spalle con la mente in subbuglio a causa di tutte le informazioni che stava cercando invano di assorbire: - Ermi O' chi? E chi è?
La donna le fece segno di lasciare stare, scuotendo la mano davanti a lei.
La sorella di Sky, prima di abbassare lo sguardo sulla carta, ci tenne ad eliminare un altro dubbio che le era sorto mentre la strega parlava: - Sorani, tu prima hai detto che quella cosa puzzolente, che tu non ritieni tale ma che lo è, e che sta dentro al frigorifero non può stare in un posto chiuso per troppo tempo. Ma da quel che mi risulta, la porta di questa stanza è perennemente chiusa, perciò quella cosa di cui non ricordo il nome complicato dovrebbe, in un certo senso, essere appassita da tempo. Non ho ragione?
La donna non poté fare a meno di sorridere a quell'osservazione: - Certo che a te non sfugge niente. Tuttavia devo smentire la tua certezza, perché vedi, la stanza non è completamente chiusa, seppure la porta affermi il contrario. Proprio qui c'è un condotto che fa passare l'aria, se non lo avevi notato -così dicendo, le indicò il tunnel alle sue spalle.
Emily s'irrigidì di colpo, ripensando a come aveva reagito la sorella, la settimana precedente, quando lo aveva visto; senza aggiungere altro, tornò a concentrarsi sul fascicoletto. Cominciò a leggere, mentre la strega le stava a fianco silenziosa, attendendo con molta quiete che la ragazzina terminasse.
Ciò che Emily imparò involontariamente da quei fogli la lasciò scandalizzata.
Al termine della lettura, rimanendo a fissare il vuoto davanti a sé, sussurrò alla strega: - Quindi la legge stabilisce che solo gli ereditari possono entrare a far parte della categoria dei dotati?
- Corretto - annuì l'altra, sperando che la ragazzina avesse capito fino in fondo ciò che aveva letto. Ma invece, a Emily erano sorti altri mille dubbi.
- Ma cosa significa esattamente essere dotati?
La domanda stupì non poco la donna, che sbuffò risentita: - Ma allora non hai capito niente di quello che hai letto.
- Questa faccenda è complicata, e io sono solo una comune ragazza che va ancora alle medie - protestò l'altra, che in quel momento si sentiva tanto inutile e ingenua.
- Capisco che ora sei molto confusa, ma per salvare Sky... - stava dicendo Sorani, ma la ragazzina la bloccò furibonda.
- Come posso salvare mia sorella? Ma insomma, che cosa devo fare? Perché conti tanto sul mio aiuto, dannazione! - urlò spazientita. Si alzò da terra e, dando le spalle alla donna, iniziò a singhiozzare.
La strega fissò la ragazzina con molta compassione. Senza dire niente, si voltò verso il condotto sulla parete e, con raffinata delicatezza, sollevò il coperchio. Emily, con la coda dell'occhio, poté benissimo vedere la donna che lo posava sul pavimento.
- Cosa... cosa stai facendo? - si spaventò.
- Entra dentro - ordinò Sorani con una voce austera.
Alche Emily indietreggiò con tremendo impaccio, inciampando sulle sue stesse pantofole. Cadde a terra con un tonfo, ma non smise di arretrare.
- Coraggio, entra dentro - ripeté la donna. - Io ti starò subito dietro.
Emily continuò a guardare la strega con terrore, pronunciando un debole 'no'.
- Vuoi rivedere sì o no tua sorella? - inveì indicando con una mano il condotto buio alle sue spalle. Le sue parole furono dette così rigidamente che questa volta la ragazzina non trovò il coraggio di replicare. Si alzò lentamente e, continuando a guardare attonita il condotto, si avvicinò.
- Che cosa devo fare? - domandò con la voce strozzata.
- Devi entrare. C'è un'unica strada, perciò non potrai confonderti. Penserò io a farti luce, quindi non preoccuparti - spiegò con voce ferma la donna.
- Dove ci porta questo tunnel? - chiese di nuovo la ragazzina.
Sorani non rispose. Emily entrò allora dentro al condotto con la testa, e subito sentì un refolo di vento tiepido accarezzarle il viso; questa volta non si ritrasse, ma penetrò con tutto il corpo dentro al tunnel, che subito apparve stretto e con i lati di marmo ghiacciati. Un veloce brivido le percosse la spina dorsale, ma non si fermò neppure questa volta. Davanti a lei si percepiva solo un buio lacerante; la luce della stanza entrava fioca nel condotto, illuminando il didietro della ragazzina, che aveva iniziato ad avanzare con il cuore in gola.
La strega si fece piccola ed entrò anch'ella nel tunnel, richiudendo con un briciolo di magia il passaggio. Emily non chiese per quale motivo lo avesse fatto, ma continuò a gattonare davanti a sé, abbassando il più possibile la testa per non rischiare di sbattere contro il bassissimo soffitto.
Sorani, come promesso, le fece luce, e in un piccolo sussurro disse: - Non temere, presto saremo fuori.
Le unghie della ragazzina graffiavano con un forte cigolio la fredda superficie su cui serpeggiavano. Faticava a strisciare sul pavimento gelato del condotto; lo spazio era molto ristretto, ed era già andata a sbattere ben quattro volte contro i lati d'acciaio.- Sono stanca - si lamentò d'un tratto, fermandosi. Rimase immobile e appoggiò la testa sulla pavimentazione marmorea. Si sentiva sfasata; erano dentro a quel tunnel da circa una ventina di minuti, ma ancora non avevano raggiunto una fine. Sorani si fermò a sua volta: - Siamo quasi arrivate - cercò di consolarla.
- Io sto sudando - strascicò la ragazzina toccandosi la fronte imperlata.
Fece un bel respiro e, senza bisogno che la donna la riprendesse ancora, proseguì rantolante.
Poco meno di quindici minuti dopo, finalmente trovò una stradina luminosa davanti a sé, dove in fondo si intravedevano degli alberi oscurati dall'ombra serale. Emily sgranò gli occhi: - Credevo che questo condotto ci avrebbe portato a una stanza segreta! (19,35)
- Non ne hai già abbastanza di entrare in camere nascoste? - la strega fece un mezzo sorriso.
Emily prese a strisciare più velocemente, eccitata per aver trovato una via d'uscita. La raggiunse un paio di minuti dopo e, prima discendere dal tunnel, sporse la testa all'infuori e si guardò intorno. Da come il suo occhio percepiva l'ambiente, intuì che si erano intrufolate in un bosco. In un ampio bosco, dagli alberi fittissimi e pieni di foglie verde olivo. La sera era scesa velocemente e aveva coperto l'ambiente con la sua solenne ombra, bucata in un punto dal riflesso luminoso della luna dimezzata.
Affascinata, scese adagio dal condotto sul muro, ma subito capitombolò a terra con un colpo secco. - Caspita, dovrò riabituarmi a camminare... - mormorò tamburellando sulle ginocchia.
Intanto Sorani era scesa dal condotto con un lungo sospiro di sollievo e, a differenza di Emily, si era retta in piedi senza alcuna difficoltà.
- Ma dove siamo, di preciso? - domandò la ragazzina, continuando a guardarsi intorno spaesata.
La strega rispose alla domanda della ragazzina con un po' di esitazione nella voce: - Abbiamo appena messo piede nel territorio delle tue domestiche.
Emily deglutì e, mettendosi in piedi, alzò lo sguardo verso la luna ferma.
- Me lo immaginavo più spaventoso - mormorò soltanto, socchiudendo gli occhi di fronte al riverbero smagliante.
Lentamente si voltò verso il tunnel che aveva portato lei e la strega in quel luogo spento, ma con grandissimo stupore non lo vide più.
- Oh! - spalancò la bocca. - I-il condotto! Sorani, il condotto è scomparso! Come torniamo indietro, ora? - farfugliò agitata, scuotendo la strega per un braccio e incitandola a guardare dietro di lei.
La donna, riponendo una grande vaghezza nelle sue parole, disse: - È ancora presto per parlare di ritorno.
Emily rabbrividì fino alle orecchie.
- E ora andiamo, Emily. Non c'è più tempo, e il traguardo è ancora lontano - ribadì la strega. Con molta delicatezza si trascinò il velo del vestito di seta bianca con sé. La ragazzina si affiancò rapidamente alla donna, e con un filo di voce replicò: - Quindi troveremo Sky, qui?
- Sì.
- E mamma e papà?
- Che cosa vuoi sapere esattamente?
- Voglio sapere se verranno coinvolti in tutto questo.
- Non lo so. Non è detto.
La ragazzina considerò chiuso quel discorso e tacque, cercando di non aggiungere altro. Anche se i pensieri non cessavano di prendere forma nella sua testa, e altri dubbi le ronzavano fastidiosamente per la mente; scosse il capo e cercò di non pensare a nient'altro che potesse spaventarla ancora più di quanto non lo fosse già.
- Brr, che freddo che fa - si lamentò strofinandosi le braccia. - Non potevi avvertirmi prima, che almeno mi mettevo qualcosa di più pesante? No, in pigiama mi devi fare uscire!
Lei e Sorani camminarono per parecchio tempo in mezzo a foglie morte e refoli di vento gelido, prima di trovarsi davanti a una raduna di sedie in vimini vuote, disposte di fronte a uno stretto soppalco dalle assi in rilievo. (21,00)
Ehi, lettori! Vi piace questa Sorani un po' lunatica? E che ve ne pare dell'idea di mettere degli orari ogni tanto? Ho pensato di inserirli nel capitolo per non farvi perdere troppo il filo del tempo, perché non sapere quanto tempo trascorre tra una scena e un'altra mi fa davvero imbestialire e confondere. Vi avverto che i tempi, all'inizio di questo capitolo, non erano in parallelo con gli episodi in cui parlavo della società delle streghe, perché nelle prime righe ho scritto che sono le 18,45, mentre il capitolo precedente, dopo l'esperimento effettuato a Sky, l'ho terminato che erano le 19,40. Ma tra poco sia le scene dell'associazione sia quelle di Emily e Sorani avranno uno stesso ritmo e i tempi coincideranno, potete stare tranquilli U_U
Spero di essermi spiegata, anche se rileggendo mi sono accorta che non si capisce molto... Scusate, non riesco ad esprimere meglio quello che voglio dire XD Sforzatevi di capire!
Detto questo, au revoir!
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I segreti di Borough Road
FantasyLa settimana successiva alla morte del ricco zio Harry, la famiglia Perkins riceve una lettera che enuncia il testamento del famigliare. Egli, prima di morire, lascia in eredità ai suoi parenti la sua casa in Europa e una grossa cifra di soldi. I Pe...