Ventisettesima parte

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Ventiquattresimo capitolo

L'intera associazione si stava spostando quatta quatta. Il padrone stringeva fra le braccia la bambina senza sensi. Era trascorsa quasi un'ora e mezza dalla Cerimonia di Purificazione di Sky, erano le nove passate, e per arrivare a destinazione ci voleva ancora un'altra buona mezz'ora.
Spostarsi in massa in volo comportava chiaramente una probabilità di rischi più elevata, ma alla fine la società aveva optato per il volo. Tuttavia si spostavano volteggiando a poca distanza dal suolo, seguendo, come punto di riferimento, la disposizione degli alberi per trovare la postazione.
Le venti donne, continuando a guardarsi scrupolosamente le spalle da eventuali attacchi nemici, volavano silenziose dietro il loro padrone, stringendo ognuna una lanterna dalla luce sfarfallante di uno splendido azzurro turchese.
Gli sbuffi di vento che comparivano di tanto in tanto sollevavano da terra molte foglie raggrinzite e fragili, che con i continui scricchiolii rumorosi disturbavano l'inquietante silenzio che contemplava il tranquillo paesaggio circostante.
Sky cominciò ad aprire piano la bocca. Il padrone se ne accorse e subito gliela richiuse piano. Ma ecco che ancora la bambina la divaricava di nuovo; l'uomo sospirò e, senza scomporsi, riferì alle altre: -Affrettatevi, la bambina inizia a svegliarsi. Di questo passo non faremo in tempo.
Alanna, che si trovava subito dietro di lui, si rivolse alle compagne sussurrando: - Questo luogo mi sembra fin troppo calmo.
Intuendo la sua preoccupazione, Hannah concordò: - Già, le Supremazie non si sono ancora fatte sentire: nutro anche io qualche perplessità.
Cassedee guardò dritta davanti a sé e socchiuse gli occhi per scrutare l'orizzonte, che iniziava a infittirsi a causa della nebbia: - Mancano all'incirca dodici chilometri. In due quarti d'ora dovremmo essere lì.
Torney, che volava tra la terza e la quarta fila e si stringeva nella sua candida sciarpa merlettata, sopraggiunse: - Suvvia, non facciamo finta di niente: in cuor nostro sappiamo che, in un modo o nell'altro, le Supremazie stanno controllando i nostri movimenti e si stanno preparando per attaccare. Sono furbi e ce l'hanno dimostrato, non bisogna abbassare la guardia.
- Qui nessuno abbassa niente - ribatté Hannah, che poco sopportava la domestica di Lory. - In ogni caso, da questa distanza saremmo in grado di percepire...
- Silenzio - inveì il padrone con un tono marcato, fermandosi nell'aria. - Chiudete la bocca e aprite le orecchie: sento la presenza di qualcuno nei paraggi.
L'atmosfera tornò cupa. Le donne aguzzarono le orecchie e rimasero in ascolto. Nessuno osava parlare. Tutte aspettavano la parola del padrone; e infatti, poco dopo, l'uomo prese parola: - Spero di sbagliarmi, ma percepisco due presenze. Una sembra decisamente più scarsa e debole dell'altra.
- Giusto, sento anch'io una doppia presenza - confermò un po' turbata Farasia.
- Si tratta senza alcun dubbio di un membro delle Supremazie - si aggregò Mintie.
Sky emise un verso lamentoso e piegò la testa contro il petto dell'uomo.
- L'effetto della polvere sta ormai svanendo nel nulla. La bambina è quasi sveglia, ma ancora inconscia - disse il padrone, riprendendo a volare velocemente.
La sorella di Emily socchiuse gli occhi e mugugnò qualcos'altro. L'uomo iniziò a temere che si riprendesse del tutto prima di riuscire a raggiungere la loro postazione.
Sky richiuse gli occhi, un po'intontita. Inaspettatamente li aprì di nuovo, stancamente ma con insistenza, e questa volta mormorò qualcosa che fece sobbalzare l'uomo: - ... Zi... i... o...
Gocce di sudore iniziarono a scendere dalla fronte dell'uomo, che con una manica se le asciugò e disse fievolmente: - La bambina inizia a delirare... Muoviamoci.
Ormai erano quasi arrivati. La loro meta era un punto del Bosco privo di alberi e cespugli, dove al centro del prato dall'erba morta era già stata posizionata una grande gabbia dalle grosse sbarre, al cui interno ergeva un esteso letto di metallo pesante più o meno delle dimensioni di un bambino. Il padrone l'aveva montata la notte in cui gli era giunta la notizia dell'arrivo a Londra della famiglia Perkins.
La società venne disturbata da un improvviso rumore di mani che battevano. Il padrone fece segno alle signore di fermarsi. Si guardarono tutti intorno, cercando di capire da che parte provenisse il suono provocatorio.
Due ombre indistinte iniziarono ad avvicinarsi pian piano nella fitta nebbia. Un uomo e una donna si fecero dunque avanti: Vernich Strabukki indossava una giacca nera abbottonata che gli arrivava fino alle ginocchia e che gli dava un'aria particolarmente arrogante. La donna che lo accompagnava, invece, indossava un lungo abito di velluto color porpora. I capelli tinti di scuro tagliati a caschetto le arrivavano fino alle spalle, e la società riconobbe all'istante la sua faccia.
- Cannaby! - trasalì il padrone.
- Vernich sta volando - esclamò con orrore Tanya.
Sky stava rinvenendo lentamente, e l'uomo non poteva proprio permettersi di fermarsi a combattere proprio adesso.
Senza farsi notare, sussurrò ad Alanna: - Tratteneteli entrambi mentre io raggiungo il letto di metallo: niente da fare, la prova del Trasferimento la eseguirò da solo.
La donna annuì seria e, facendo un passo avanti, lanciò a Cannaby un'intimidazione: - Se volete scatenare un'altra guerra invano, noi non ci tireremo certo indietro; ma vi avviso, abbiamo vinto una volta, e vinceremo anche questa senza problemi.
L'istigazione riuscì, e la donna col vestito color porpora fece un piccolo gesto a Vernich.
Alanna guardò le altre e sbottò in una fragorosa risata: - Non vorrai mica dirci che hai intenzione di far combattere Strabukki? Ora, solo perché sa volare, significa forse che riesce a lanciare incantesimi? Ma fatemi il piacere.
Vernich Strabukki si fece allora avanti e, con un leggero ghigno, disse: - Il vostro padrone, come potrete vedere fra alcuni secondi, non è l'unico che può trasgredire alle Regole.
Allungò le braccia e protese le mani in avanti, allargando le dita al massimo. Una potente scarica elettrica sprigionata dal suo corpo colpì in pieno petto l'anziana signora, che con un sibilo precipitò vicino a un albero provocando un tonfo sordo.
Le altre donne rimasero sconvolte. Amanda accorse l'amica, mentre Hannah ruggì rabbiosamente: - Come diavolo è possibile? Eri un inutile camionista!
Senza badare all'offesa, Strabukki fece partire un altro colpo, che però fu schivato con abilità.
- Sai fare solo questo? - convenne Fornice, che con un gesto aveva fatto segno alle altre di scendere sul terreno per agevolare l'inevitabile battaglia.
Saramy, con un rapido gesto della mano, creò una palla di energia luminosa, che andò a scagliarsi sulla gamba sinistra dell'uomo.
Cannaby lanciò un attacco di distrazione ad una delle donne, Gonne, che presa alla sprovvista cadde con la testa affondata nel prato ancor prima di toccare completamente il terreno.
La strega dal vestito color porpora, sperando di non dare nell'occhio, lanciò un messaggio a Vernich, confidandogli che sarebbe andata a seguire il fuggitivo: - Non ti preoccupare, tra poco verranno gli altri a darti una mano, non rimarrai solo.
Quindi scomparve di lì in pochi attimi.
Strabukki rimase da solo, un po' titubante ma curioso di scoprire come se la sarebbe cavata nella sua prima battaglia, e continuò a lanciare cento attacchi contro le sfidanti. Alcune erano già cadute a terra e da lì non si erano più rialzate, altre invece continuavano a combattere con frequente insistenza. Alanna si era rimessa in piedi, anche se un po' zoppa e molto più debole di prima, e aveva cominciato anch'essa a mirare l'uomo, che iniziava a trovarsi in difficoltà.

I movimenti del padrone, che correva come una saetta verso il letto di metallo ancora lontano, parevano quasi affascinanti; il corpo della bambina non cessava di ballottare fra le sue braccia. Il posto tutto attorno stava man mano restringendosi e annebbiandosi sempre di più. Le foglie morte giacevano sul suolo insidiose, mentre l'aria si era fatta sempre più gelida e sprezzante, e con il suo solenne torpore pizzicava i nasi dei due individui.
Un'ombra li seguiva silenziosa ma affabile. Cannaby era dunque a pochi metri di distanza da entrambi, e si insinuava fra i cespugli senza produrre alcun rumore. Tutto il suo odio era concentrato negli occhi furenti e socchiusi, puntati con estrema fatica sulla schiena dell'uomo. Il respiro si faceva sempre più affannoso, ma guai se emetteva qualunque suono, o sarebbe stata scoperta. Dal canto suo però, l'uomo aveva da un pezzo notato un'altra presenza nell'aria, solo, aveva preferito non fermarsi. Sapeva bene che la donna avrebbe potuto attaccarlo in qualsiasi momento, ma era determinato a portare a termine l'esperimento su Sky il prima possibile. E niente lo avrebbe fermato. Niente.

Ecco aggiunto un nuovo personaggio alla storia: Cannaby. Mmm vi dice niente? Ed ecco ricomparire Strabukki. In questo capitolo ho preferito incentrarmi di più sulle streghe e sulla loro battaglia. E Lory e Nick? Li ho un po' abbandonati in queste ultime parti, ma il prossimo capitolo sarà puntato su di loro, tranquilli :P
Che dire? Le solite cose: votate, commentate, consigliate la storia... No scherzo, fate quello che volete, non obbligo nessuno XD l'importante è che la storia vi piaccia e vi incuriosisca, non chiedo altro.
Alla prossima!


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