Ottava parte

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Sesto capitolo

- Sky, credimi, mi spiace deluderti, ma questa è una camera matrimoniale; non puoi prenderla tu - le fece notare Samantha, non appena la bambina portò il suo scatolone nella stanza che 'aveva vinto'. Emily rise di cuore.
- E tu smettila! - la rimproverò la sorella minore. Aveva ragione la madre: Sky aveva scelto la stanza più grande del piano; ma, per la verità, se n'era accorta anche lei che quella non era una camera per bambini. La sua idea era infatti stata quella di buttare quello spazioso letto per due e prenderne uno singolo, e disporre la stanza come aveva sempre sognato: il letto nell'angolo più interno della camera, subito accanto alla grande finestra quadrata dai bordi argentati; una scrivania stile country nella parte opposta, affiancata da un'enorme armadio che potesse ospitare la sfilza di capi che si sarebbe presto fatta comperare, e per finire un tavolino al centro della camera, dove avrebbe disposto con ordine e con eccessiva accuratezza le sue bambole di porcellana e i pochi giocattoli che si era portata dietro.
- Ci sono molte altre camere tra cui scegliere. E sono tutte belle - la consolò Samantha, accarezzandole i capelli e dandole un buffetto sulla guancia.
- No - negò scuotendo la testa la primogenita. - Veramente, anche se le camere da letto sono tante, cinque sembrano già occupate.

- Occupate? - la madre restò sbalordita da quell'affermazione. - E da chi?
- Non lo so. Forse le domestiche dello zio vivono qui - ipotizzò Emily.
La madre si scollò allora da Sky e uscì dalla camera da letto, imboccando l'unico corridoio che c'era, e che, di conseguenza, portava alle scale. Raggiunse il marito, che si trovava sul pianerottolo di casa a fumare un sigaro appoggiato sulla balaustra.
- Caro, tu sapevi che le domestiche vivono qui? - domandò accigliata.
- Dici sul serio? - Josh si stupì almeno quanto lei. - Non ne sapevo niente.
- Ma possibile che Harry non me ne avesse mai fatto parola?

Sky ed Emily, nel frattempo, erano uscite in corridoio per dare un'occhiata alle ultime due stanze che rammentavano essere disponibili; erano affiancate l'una all'altra. Emily fece un passo in avanti, ma la bambina la fermò e disse, con un tono di voce marcato: - Eh no, la competizione l'ho vinta io, perciò spetta a me scegliere la camera. Entro prima io.
Emily s'innervosì, ma essendo una persona di parola, non poté fare altro che scansarsi e attendere che la sorella perlustrasse per bene le due camere. Nell'attesa, si mise a giocherellare con i bottoni sporgenti della felpa scura che aveva indosso.
Trascorsero più di cinque minuti da quando la bambina era entrata nella prima camera. "Perché ci starà mettendo così tanto?", si insospettì Emily, cominciando a perdere le staffe.

- Sky, d'accordo che sei lenta, ma non pensavo... - borbottò spingendo la porta verso l'interno.
Non appena entrò dentro alla stanza, un fortissimo vento la investì. Provò una leggera scossa e subito dopo sentì un brivido percorrerle la schiena. Annusando l'aria, si stupì nel sentire odore di camomilla, visto il fatto che in giro non c'erano tazze di quella bevanda, né candele che potessero rivestire l'aria di quel profumo gradevole.
La ragazzina scosse la testa, ammutolita, poi alzò gli occhi e notò la sorella ferma immobile davanti alla finestra spalancata. - Sky, si congela! Come fai a stare davanti alla finestra senza battere ciglio? E poi, si può sapere perché ti sei imbambolata lì di fronte? - commentò turbata, guardando la sorella. La bambina si girò molto lentamente, con calma e, con un'espressione quasi esanime, disse: - ... Qual è il problema?
Quell'espressione di ghiaccio che si era materializzata sul volto della sorella mise ancora più in soggezione Emily. Sua sorella resisteva al freddo proprio quanto un pesce resisteva a stare fuori dall'acqua, solitamente.
Rimasero a fissarsi per pochi secondi, finché non entrò improvvisamente nella stanza qualcuno...
- E voi? - chiese burbera un'anziana figura, comparsa sulla soglia della porta silenziosa come un fantasma. Sky ed Emily si voltarono verso la signora che aveva parlato. Prima ancora che potessero dare delle spiegazioni, la donna le scrutò da cima a fondo e, quando il suo sguardo rigido si posò sugli occhi misteriosamente spenti della bambina, ebbe una specie di cambiamento d'animo. Le sue pupille manifestarono infatti una stranissima riverenza per Sky. - Chiedo scusa per la mia inconcepibile inadeguatezza. Mi chiamo Alanna Mondate, e questa è la mia stanza.
Emily iniziò a baluginare: - Ah, credevamo... immaginavamo che questa camera fosse disponibile... Ci siamo confuse, ci scusi. Sa per caso... - ma la donna non la lasciò finire di parlare, e attaccò bruscamente con il suo discorso: - In realtà - e Alanna si voltò verso Sky, senza più degnare di un solo sguardo l'altra - non è esatto: queste ultime stanze sono tutte occupate. Ma ci sono due camere libere sul lato ovest di questo piano. Potete prendere quelle senza alcun problema. - Sky annuì, ma non fiatò. Il suo sguardo rimase vacuo fino a quando non uscirono ambedue dalla stanza.

I segreti di Borough Road Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora