Quindicesima parte

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Dodicesimo capitolo

Dopo aver fatto colazione, Samantha sottopose alle figlie un noioso esame di controllo.
- Come può un gatto provocare tutti questi tagli? - esordì, fissando con occhi di rimprovero Hannah. Si trovavano nel soggiorno.
Lei abbassò lo sguardo, cercando di assumere un'espressione contrita.
- Chiedo perdo... - iniziò a dire la domestica, ma Samantha la interruppe quasi subito.
- Ma davvero Harry le faceva tenere in casa una bestia del genere?
- Sì signora. Lui adorava gli animali proprio come noi.
Samantha restò impressionata per quell'affermazione: - Santo cielo, ho la sensazione che l'uomo che avete conosciuto voi fosse una persona totalmente diversa da quella con cui sono cresciuta io da piccola. Mah, in ogni caso...
Amanda intervenne, intuendo già cosa stava per aggiungere: - La prego, Samantha, questo è il nostro gattino. Vive con noi da quasi dieci anni, ormai; lo avevamo trovato nel vostro attuale giardino, che miagolava disperato davanti alla finestra di questa sala, sperando di entrare. Quando lo abbiamo visto, ce ne siamo subito incantate, perciò... non vogliamo mandarlo via. Le prometto che se ci darà la possibilità di tenerlo, non oserà mai più attaccare nessuno a quel modo.
In quella situazione di tremendo disagio, Sky si sentì terribilmente incolpa. Emily, al contrario, se ne stava in silenzio, persa fra i suoi confusi pensieri - che naturalmente riguardavano quel gatto spesso protagonista.
Samantha esitò dubbiosa.
- Per favore, mamma. È stato un incidente, può capitare - sopraggiunse Sky, cercando di difendere le domestiche.
- Bambina mia, ma guarda come vi ha ridotto le braccia, quel diavolo - replicò la madre affievolendo la voce.
- Non devi farne un dramma. Hannah ci ha medicato bene, e poi guarda - la bambina si toccò il braccio in più punti e proseguì - non mi fa per niente male.
Samantha sospirò perplessa, poi posò lo sguardo sulle domestiche. - Tenete a bada il vostro gatto. Se si avvicina anche un'altra sola volta alle mie figlie, lo prendo a calci nel sedere e lo buttò per strada senza pensarci due volte. Chiaro?
Emily e Sky rimasero colpite nel sentire un linguaggio così brusco uscire dalla bocca della madre.
- Certo - annuirono Hannah e Amanda, sfoggiando un leggero inchino di riverenza. Poi si separarono: Amanda entrò in cucina a lavare le stoviglie, mentre Hannah salì al piano di sopra con il gatto stretto eccessivamente fra le braccia.
- Ah già - disse la ragazzina, fermando la madre che stava per andare via, - oggi pomeriggio usciamo, io e Sky. Ieri abbiamo conosciuto una bambina. Si chiama Lory.
- Che bella notizia; sono sicura che non avrete problemi ad adattarvi qui a Londra. Ma comunque - aggiunse poi, - esigo che le punizioni vengano rispettate, in questa casa: voi due siete in castigo per una settimana, il che vuol dire che non vi do il permesso di uscire, oggi.
- Ma non è giusto! - s'imbronciarono le figlie.
- Se volete, però, potete invitarla qua a casa. Così me la fate anche conoscere.
Le sorelle Perkins trovarono quella proposta ragionevole, quindi decisero che quando Lory sarebbe passata a prenderle per uscire, l'avrebbero invitata ad entrare.

Sky camminò verso gli scaffali della libreria con un lieve brivido sulla schiena; aveva una certa stizza che la stessa scena della notte scorsa si ripetesse.
Nella stanza ora non c'era nessuno.
Prima di inerpicarsi un'altra volta sullo scaffale, fissò il punto preciso su cui era stata inalberata di nuovo la play station; non riusciva proprio a spiegarsi chi l'aveva raccolta dal divano.
Fece un passo a sinistra, poi riguardò: adesso si trovava esattamente difronte al gioco. Mise adagio un piede sul mobile, poi si issò conforza con l'altro. Si fermò e stavolta osservò la posizione dei libri sullo stesso scaffale della play station: erano in perfetto ordine, poco più in là del gioco, come se non fossero mai stati spostati. Sospirò perplessa, poi allungò una mano. Afferrò il gioco con grande trionfo, i libri in perfetto equilibrio.
- Cosa stai combinando su quei ripiani? - una voce mascolina alle sue spalle la fece barcollare. - Attenta a non cadere - si affrettò a dire Josh. Con entrambe le mani, resse la figlia da sotto le braccia e la fece scendere a terra senza il minimo sforzo.
- Volevo giocare con la play station che mi ha dato Johnny - rispose Sky, passando una mano sul gioco, come per accertarsi che fosse tutta intatta.
- Capisco. Be', allora è meglio se la spostiamo da qui: non puoi mica arrampicarti ogni volta sulla libreria - fece notare lui.
- E dove vuoi che la metto? In camera mia non c'è la televisione, perciò non ha senso che la metta lì, non ho voglia di scollegarla e poi ricollegarla ogni volta. Posso... posso metterla qui, sotto questo poggia-televisore - dichiarò, indicando un piccolo tavolino trasportabile che reggeva la televisione. Sotto di esso, vicino all'antenna, c'era abbastanza spazio per tenerci la play station.
Josh valutò la proposta e poi annuì.
Quando però Sky si abbassò all'altezza dello scaffale, notò un gran cumulo di polvere in fondo al tavolino. Subito indietreggiò tappandosi il naso, per paura che qualche pulviscolo le si attaccasse alla pelle e la facesse starnutire.
- Che sporcizia - si lamentò Josh. - Ma non era quella donna di nome Beth ad occuparsi di spolverare la casa? Che lavoraccio... Adesso vado a chiedere dove si trova. Siamo qui già da un giorno e non abbiamo ancora conosciuto le donne che condividono la nostra casa. Roba da matti!
Ma la bambina aveva smesso di prestargli attenzione, perché aveva notato qualcosa, in fondo al tavolino. Qualcosa che luccicava. Non poteva certo trattarsi di semplice polvere da allergia.
Josh, intanto, era uscito dal salotto per andare a parlare con la moglie.
La bambina stese un braccio in quello spazietto e iniziò a tastarne il fondo, per scoprire di che cosa si trattava. Qualcosa si posò sulle sue nocche e la fece sobbalzare. Ritirò immediatamente indietro la mano e notò, fissando ad occhi stretti, del pulviscolo sfavillante. Lo annusò: era inodore. Decise di reinserire la mano dentro e questa volta fece passare le dita paffutelle lungo la superficie liscia. Quando la ritrasse, vide che le sue dita erano colme di polvere argentea.
- Wow - bisbigliò senza fiato. Le sue pupille si dilatarono improvvisamente.
Si alzò da terra e, posando delicatamente la play station sul tavolino di vetro, salì le scale e raggiunse la stanza della sorella.
Entrò senza bussare. Emily stava leggendo un libro con un'espressione tirata.
- Amy, guarda che cosa ho trovato - mormorò eccitata la bambina.
La ragazzina alzò gli occhi dal volume e fissò, senza capire, il dito della sorella. - Che cosa devo guardare?
Sky si avvicinò ancora e le mostrò fiera le dita intinte d'argento.
- Ma che roba è? - Emily guardò la polvere dubbiosa. Non notò gli occhi cupi della bambina, ma scorse qualcosa di strano nel suo tono di voce: le corde sembravano molto tese, e le facevano intonare un ritmo quasi meccanico che lasciò la sorella basita.
- Era sotto al tavolino trasportabile che sorregge la televisione - disse Sky. - Non so cosa sia. All'inizio credevo fosse semplice polvere e ne ho avuto paura. Tu sai perché.
La ragazzina, a quel punto, piegò l'angolo della pagina a cui era arrivata, poi chiuse il libro e lo mise da parte; incuriosita, afferrò la mano di Sky. La agitò nel vuoto, ma la polvere rilucente non scivolò minimamente.
- Guarda, si è affezionata a me - ridacchiò la bambina. La sua risata fece alzare lo sguardo ad Emily: non era la sua solita risata buffa, dolce e contagiosa. C'era qualcosa che non andava...
In quel momento Sky propose alla sorella di domandare a Beth di cosa si trattava.
- Beth? Ah sì, quella che spolvera la casa - ricordò Emily, ripensando a quando l'aveva incontrata nella stanza proibita. Vagliò sul suggerimento della sorella per qualche istante. - Sai dove trovarla? Perché io non so proprio dove si nascondano - borbottò.
Sky alzò le spalle. - Prima mi pare che papà le stava cercando - riferì, dopo essersi rammentata Josh che borbottava dietro di lei nel soggiorno, pochi minuti prima.
Emily le fece segno di andare a cercarlo.
Sky si spolverò le mani e la seguì.
Mentre scendevano le scale, Emily fece scivolare divertita la mano lungo la ringhiera di legno.
Raggiunsero il fondo delle scale e incrociarono Samantha, che stava entrando nella sala da pranzo. - Mamma, hai visto papà? - le domandò la ragazzina.
- Mi sembra che sia andato in bagno - rispose Samantha con noncuranza.
Le sorelle Perkins sbuffarono scocciate, poi si rigirarono per salire di nuovo le scale.
Samantha le fermò subito: - Prima di risalire di sopra, provate a controllare se è andato nel bagno del pianterreno.
- C'è un bagno anche qui? - chiese sorpresa Sky. La ragazzina subito la squadrò insospettita: la sua voce era tornata quella di sempre. Forse quella di prima era stata solo la sua immaginazione.
- Eh sì. Credo che mi ci vorrà un bel po' di tempo per memorizzare ogni singola stanza di questa villa - sospirò la madre. Poi se ne andò, lasciando le figlie intente a cercare un bagno nel pianoterra.
Svoltarono a sinistra.
Finalmente, dopo aver tentato di sbirciare in un'altra stanza - arredata come fosse un secondo salotto, ma più striminzito - scovarono il bagno, da cui stava giusto uscendo Josh.
- Che c'è, ragazze? - chiese spostandosi.
Sky prese la parola - Papà, prima non avevi detto che volevi cercare le domestiche? Le hai trovate?
- No, veramente non l'ho ancora fatto. Pensavo di chiedere aiuto ad Amanda, che circola sempre dalle parti della cucina. Saprà di certo dove sono le altre - reclamò Josh, dirigendosi verso la cucina.
La domestica stava per l'appunto mettendo a bollire dell'acqua per il tè.
- Salve - sorrise, accendendo il fuoco ad una temperatura alta.
- Amanda, ci chiedevamo se sapeva dirci dove sono le altre. Voglio dire, Cassedee, Alanna, Hannah e Beth. Vorrei parlarvi; nel salotto, per comodità - introdusse Josh.
La donna rimase sorpresa da quella richiesta; ma non perdendo assolutamente il suo sottilissimo sorriso, disse: - Posso andare a chiamarle. Ci vorrà un momento.
Uscì dalla cucina e Josh, soddisfatto, andò a sedersi su una delle comode sedie.
Emily e Sky si rivolsero un'occhiata e, capendosi al volo, uscirono anch'esse dalla stanza. Volevano seguire Amanda di nascosto, per vedere dove si trovavano le arcane signore.
Aspettarono rifugiate dietro la sporgenza di una delle pareti del corridoio delle scale, finché la domestica non fu al piano superiore e non s'incamminò seria sul lato est del piano. Poi percorsero quatte quatte le scale e, seminascoste dietro la ringhiera, videro la donna entrare nella stanza proibita.

Ecco a voi il dodicesimo capitolo della storia. Come vi è sembrato?
Che cos'è quella polverina luccicante che si attacca a Sky? E perché quando la bambina ha un contatto con essa, i suoi occhi si disanimano e la sua voce suona metallica? Possibile che le domestiche si trovino sempre nella stanza proibita?
Lascio a voi il compito di ipotizzare... E non dimenticatevi del gatto!
Commentate e votate, se vi è piaciuto.
Ciao ciao!


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