Nona parte

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Settimo capitolo

Aveva un viso cauto, i lineamenti della faccia molto dolci, i capelli biondi raccolti in un codino lilla; ma la cosa che colpì di più le due sorelle furono gli occhi, che brillavano sotto la luce di un lampione: sembravano fatti di vetro, la tonalità era di un azzurro quasi trasparente. Erano molto cupi.
- Ciao - Sky le fece un cenno con la mano.
Lei la guardò con profonda diffidenza.
- Ciao - ricambiò il saluto, dopo averle scrutate dalla testa ai piedi. Emily rimase infastidita dall'indiscrezione di quella bambina, che le fece ricordare Alanna: anche lei, quando le aveva sorprese nella sua camera qualche ora prima, le aveva osservate da cima a fondo. "Certo che gli inglesi hanno uno strano modo di comportarsi con la gente nuova", pensò con una punta di disaccordo.
- Siete quelle nuove? - chiese la bambina, quasi sussurrando, le pupille vitree dilatate.
- Sì. Io sono Emily, e lei è mia sorella Sky - sopraggiunse la ragazzina, chiedendosi perché aveva abbassato la voce così d'improvviso.
Sky lanciò un'occhiataccia alla sorella, come per avvisarla che sapeva presentarsi benissimo anche da sola.
- Ho conosciuto il signor Longvord - replicò la strana bambina, senza presentarsi. Sky ed Emily si guardarono confuse.
"E chi se ne frega?", si disse Emily.

- Sì, era nostro zio. Ma come ti chiami? - andò dritta al punto Sky.
- Lory. Lory Chemporn - disse, accennando a un sorriso molto meccanico.
- Lory. Così hai conosciuto nostro zio... Be', in ogni caso stavamo facendo un giro per le strade. Siamo arrivate oggi e non conosciamo ancora i quartieri. Ti andrebbe di farci da guida? Sempre se ne hai tempo e voglia - disse la socievole bambina, un poco imprudente.
- Uhm... Va bene - disse l'altra semplicemente. Ripresero a camminare, Lory in testa. Emily continuava ad osservarla senza dire una parola.
- Tua madre non si preoccupa se non torni a casa entro un certo orario? - le domandò, sentendosi un po' a disagio in sua presenza.
- Mia madre mi concede molte cose - replicò Lory con un tono distaccato. Poi le sorrise di nuovo - Non devi preoccuparti, lei è molto indulgente. - La sua voce era molto soave, distaccata e lontana, ma molto orecchiabile.
- Qui a Londra piove molto, non è vero? - disse Sky.
- Sì, è una delle caratteristiche di questa città - confermò Lory. - Vi piacciono i parchi?
Sky si illuminò al solo sentir pronunciare la parola: - Certamente! Ce n'è uno da queste parti, per caso?
- C'è il Kennington park, poco distante da qui. Vi sto portando proprio là.
Sky la ringraziò entusiasta. - A Philadelphia trascorrevo intere giornate al parco.
E mentre le due bambine erano occupate a parlare, Emily rimaneva tacita a guardarsi intorno spaesata, e rifletteva pensierosa su qualcosa che l'aveva turbata non appena aveva conosciuto quella bambina, anche se ancora non sapeva cosa. Dopo un po' la sorella se ne accorse: - Che c'è, Amy?
Lory si voltò, rimanendo in silenzio.
- Perché me lo chiedi? Non ho niente - mentì l'altra sorridendo. Sky storse le labbra in segno di disapprovazione, come se non credesse alle sue parole. Emily, per toglierle ogni dubbio, iniziò a chiacchierare.
- Sai, Lory, non immaginavo che qui facesse così freddo - replicò, affiancandosi a lei.
- Sì, fa freddo. Ma dopotutto, l'autunno viene una volta all'anno, e non tutti riescono a viverlo allo stesso modo - replicò ambigua l'altra. Emily si sorprese a guardare con occhi spalancati la strana bambina. Cercò di ragionare su quello che aveva appena detto, ma ugualmente non capì i discorsi apparentemente senza senso dell'altra. "Cosa significa che l'autunno viene una volta all'anno e che non tutti lo vivono alla stessa maniera? Tutte le stagioni vengono una volta all'anno!", sbuffò dentro di sé, capendo che quella bambina non ragionava come tutte le altre bimbe della sua età; "Magari ha qualche handicap?"
- Dove abiti? - sentì Sky domandare a Lory in quell'istante.
- In fondo al vostro stesso viale, sull'estremità ovest di Borough Road - rispose, indicando con un dito una casa, ormai in lontananza, il cui tetto dalle tegole quasi tutte alzate sporgeva più del normale.
- Qualche volta possiamo beccarci - propose Emily, che, sebbene stesse cercando di nascondere le sue preoccupazioni e i suoi dubbi, alla bimba sembrarono evidenti ugualmente, - un po' a casa mia e un po' a casa tua.
- Sì, mi sembra una buona idea - annuì lei, facendo dondolare la testa a destra e a sinistra, come se avesse cominciato a pesarle. - Eccolo qui. Questo è il parco più occupato della città - mostrò loro un immenso giardino da cui spiccavano fiori molto colorati.
- Che meraviglia! - esclamò Sky, confrontandolo con quello in cui andava con Johnny; il Kennington vinceva, naturalmente.
- Sì. È molto grande; è per questo motivo che quasi tutti quelli che conosco vengono a giocare qui. Presto li conoscerete anche voi.
Emily trovò strano che Lory avesse usato la frase 'quelli che conosco' per descrivere i suoi amici.
Sky guardava con ammirazione quell'esteso posto, e sembrava non curarsi di tutti i dettagli che invece la sorella si stava appuntando.
- E ora vi faccio vedere la zona dei supermercati e dei centri commerciali, dove potrete fare la spesa e fare un po' di shopping - annunciò la bambina, sistemandosi bene sulla testa il berretto di cotone.
Dopo aver visitato i vari supermercati, si salutarono: - Ora dobbiamo proprio tornare a casa, si è fatto tardi - disse Emily. - Magari possiamo uscire domani?
- D'accordo. Verrò a chiamarvi alle due e mezzo, allora. Ricordate la strada per il ritorno?
Emily annuì diffidente: - Tu non torni a casa?
Lory incontrò il suo sguardo guardingo e mormorò: - Devo fare una cosa, prima.
Poi si separarono.

I segreti di Borough Road Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora