Sedicesima parte

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Tredicesimo capitolo

Sky ed Emily rimasero a spiare immobili dietro la ringhiera. Amanda aveva lasciato la porta della stanza socchiusa, e si sentivano dall'interno dei mormorii confusi.
- Tra poco usciranno dalla camera - bisbigliò Emily alla sorella. - Credo sia meglio se ci spostiamo da qui, oppure ci scopriranno.
Sky si voltò e iniziò a scendere i gradini delle scale, Emily subito dietro, controllandosi le spalle per tutta la discesa. Quando furono a pianoterra, tornarono a nascondersi dietro la sporgenza della parete attigua, aspettando che le domestiche si decidessero ad uscire dalla stanza.
E infine eccole, tutte e cinque, comparire in modo a dir poco inquietante in mezzo alle scale. Emily osservò Cassedee: era giovane e molto alta, con i capelli fulvi a caschetto che le sfioravano morbidamente il collo. Anche Sky posò gli occhi su di lei, e notò che era la stessa persona che aveva visto la sera precedente: non poteva essere stato solo un sogno, allora. Poi concentrò lo sguardo su Beth. Era davvero una bella donna, dai tratti ben allineati e con un'espressione indecifrabile sul volto; le sue mani parevano così delicate, con le unghie affilate e ben laccate. Ma anche da quella distanza, sembravano gelide come il marmo; e poi c'era Hannah, con i capelli scuri raccolti in uno chignon elegante. Aveva gli occhi affilati, un po' spaventosi ma regnanti, e una statura media; Alanna invece, con i capelli disordinatamente ricci e dorati, portava sempre con sé uno sguardo guardingo, come se fosse pronta ad attaccare chiunque la venisse a infastidire. Le sue mani allungate davano l'idea di una che sapeva ben difendersi; Amanda, tra le cinque domestiche, era quella che pareva più cordiale, con il suo fedele sorriso a trentadue denti e i capelli raccolti in una lunga treccia a lato. Le sue guance rossastre erano il suo punto forte: la facevano sembrare simpatica e allo stesso tempo timida e introversa.
Scesero le scale senza degnarsi di uno sguardo, quasi come se non si conoscessero. Amanda era in capo alla fila.
- Sembrano statue in movimento - commentò a bassissima voce Sky. La sorella rimase con gli occhi fissi su Hannah, sempre con quella strana sensazione che si presentava ogni volta che la vedeva, e che la faceva rabbrividire.
Oltrepassarono esanimi la soglia del salotto.
Samantha era sdraiata comoda sul divano, intenta a guardare il telegiornale; quando Amanda, dietro di lei, disse - Samantha, siamo qui - lei si voltò e saltò in piedi con un sussulto.
- A-ah, salve. Ma che sorpresa - mormorò guardando con impaccio le domestiche.
Nel frattempo, Emily era entrata nel salotto per fare un breve riepilogo della situazione alla madre, mentre Sky era andata a chiamare Josh, rimasto a bere il tè che Amanda aveva preparato in cucina.
- Papà, le domestiche sono in salotto - lo avvisò, rimanendo appoggiata sull'uscio della porta.
- Arrivo subito - disse, finendo velocemente di bere gli ultimi sorsi dalla tazza. Insieme fecero irruzione nel soggiorno e notarono subitola faccia un po' intimidita di Samantha.
- Buongiorno - dissero le donne, girandosi verso l'entrata della stanza.
- Salve - ricambiò lui. Subito si avvicinò con Sky alla moglie e ad Emily. Fece segno alle cinque donne di sedersi sul divano dietro di loro, abbastanza spazioso da ospitarle tutte quante, mentre loro rimasero in piedi, come per mettere in evidenza la loro autorità.
Josh assunse un'espressione decisa e prese in mano la situazione con un simpatico sorriso: - Bene, vi ho chiamato qui per mettere alla luce alcune questioni. Innanzitutto, mi piacerebbe cominciare con delle presentazioni. Dato che non abbiamo avuto alcun modo di presentarci e conoscerci, o perlomeno non tutti, vorrei approfittarne ora. Io mi chiamo Josh Perkins, e sono il capofamiglia - poi si voltò e cedette il turno alle altre.
- Io sono Samantha, la moglie - disse la madre delle ragazzine.
- Io Emily - replicò la primogenita, quasi su un tono di guerra.
E poi si presentò la socievole bambina, con un semplice ma affettuoso sorriso che faceva intendere la sua eccitazione: - Io mi chiamo Sky.
Sicché le domestiche ebbero un leggero tremito di frenesia, ma nessuno lo notò. Dopodiché, senza aspettare che Josh dicesse loro di cominciare, esse iniziarono a presentarsi, in ordine, da destra verso sinistra.
- Il mio nome è Hannah. Mi occupo del lavaggio dei pavimenti ogni mattina - disse, cercando di usare un tono di voce animato. Arrotolò dietro le orecchie i ciuffi scuri che le erano scappati dal codino scompigliato e sorrise.
- Io sono Cassedee - disse la donna dai capelli fulvi. - Mi occupo dei panni: lavo, stendo e stiro.
- Di me sapete già tutto - sorrise Amanda orgogliosa, lisciandosi la parte inferiore della treccia.
- Io sono Alanna - disse la donna che sedeva tra Beth e Amanda; aveva una voce molto roca. - Sono quella dal pollice verde, difatti mi occupo del giardino della casa ogni pomeriggio. In primavera coltivo ogni genere di fiori per infiorettare l'ambiente. Spero siano di vostro gradimento.
Samantha le sorrise mellifluamente.
E infine toccò a Beth, la 'bersaglia' di Josh.
- Il mio vero nome è Elizabeth, ma per gli amici sono Beth - reclamò, giocherellando con le unghie laccate e sottolineando la parola 'amici'. - Spolvero e ordino la casa da cima a fondo, costantemente.
Josh fu soddisfatto per come erano procedute le presentazioni; ma in ogni caso voleva ancora raggiungere il punto principale. Stavolta, però, continuò la moglie. Quindi Samantha riprese il discorso da dove lui lo aveva lasciato.
- Dunque, io e la mia famiglia ci stavamo chiedendo dove andate, dopo che finite i vostri lavori. Senza offesa, ma non c'è ancora abbastanza fiducia tra di noi perché possa lasciarvi campo libero sul lavoro, per giunta senza sapere nulla del vostro metodo organizzativo. Questa cosa deve cambiare - disse, sperando di esserestata esplicita ma non troppo severa. Ci teneva molto a dare una buona impressione a quelle donne.
Ci fu un attimo di silenzio. Poi qualcuno parlò.
- Quando il signor Longvord era ancora vivo, - spiegò Hannah - ci lasciava libere di fare ciò che volevamo, purché noi svolgessimo i nostri doveri senza lamentele e senza distrazioni. Credevamo, e parlo a nome di tutte, che la cosa funzionasse anche con voi. Se con il nostro metodo di lavoro abbiamo recato proteste, ci dispiace molto, non era assolutamente nelle nostre intenzioni.
Le altre quattro signore annuirono, dimostrando di affermare tutto ciò che aveva detto.
- Be', ecco - replicò Samantha, - non vogliamo certo mancarvi di rispetto; sappiamo perfettamente che tutte voi svolgete un ottimo lavoro - e a quella affermazione, Josh tossì amaramente, - solo che il vostro andirivieni confusionale ci ha messo un po' a disagio. Appunto per questo ci chiedevamo se potreste elencarci i vostri orari di lavoro e naturalmente la vostra parcella di stipendio che eravate solite guadagnare, in modo da renderci più informati. Inoltre volevamo sapere, se non siamo troppo indiscreti, cosa fate quando finite di lavorare?
Questa volta rispose Alanna: - Nessuna indiscrezione, ci mancherebbe altro.Trovo più che giusta la vostra richiesta, per questo risponderemo senza esitare a qualunque domanda. Vedete, quando finivamo il nostro turno di lavoro, il signor Longvord ci lasciava libere di andare da qualsiasi parte: ci era concesso uscire o rimanere in qualsiasi ambiente della villa; solitamente, e ora parlo soltanto di me, mi accuccio in camera mia e non disturbo più nessuno, ma solo dopo aver terminato i miei compiti. Perciò, se avete bisogno di qualsiasi cosa, potete bussare alla mia porta, la seconda verso est del piano superiore.
Di nuovo le altre si mostrarono d'accordo con l'affermazione della coetanea.
I genitori di Sky ed Emily si lanciarono un'occhiata, poi annuirono e Josh disse: - Sono proprio felice di aver avuto questa chiacchierata con voi.
- Anche noi - risposero all'unisono le domestiche.
- Un'ultima cosa - aggiunse. - Beth, dovrei farle una domanda; può seguirmi un attimo?

- Certamente - la domestica non parve perdere la calma.
Josh condusse la donna davanti alla libreria, le fece segno di abbassarsi, e lui con lei. Le indicò qualcosa sotto il tavolino sullo scaffale, poi domandò: - Sa per caso dirmi che cos'è questa sporcizia?
Beth, sebbene non lo diede a vedere, si accigliò alquanto.
- Non me lo so proprio spiegare, signore - si giustificò lei. - Di solito sono così attenta, quando pulisco... Ma chiaramente non ho fatto del mio meglio. Chiedo scusa.
- Ma no, non si preoccupi. Solo, gliel'ho mostrato perché in futuro lei possa prestare più attenzione. Intesi?
- Sicuramente.
Si rimisero in piedi; quando ormai tutti capirono che la riunione era finita, Samantha congedò le domestiche: - Mi piacerebbe vedervi più spesso gironzolare per la casa come fa Amanda.
Loro sorrisero, poi uscirono dal salotto e attraversarono il largo corridoio per poi arrivare ai piedi delle scale.
- Questa non ci voleva - bisbigliò Beth alle altre quattro, dopo essersi accertata che dietro di lei non ci fosse nessuno. - Hanno visto la Pulverem Argentum... Ora non solo la ragazzina avrà dei sospetti, ma tutta la famiglia.
- Non ti preoccupare. Mi sembrano piuttosto ingenui e indulgenti: non capiranno nulla - la rassicurò Cassedee.
- Spero che tu abbia ragione - mormorò Beth, infastidita per quella piccola inconvenienza.

Le lancette dell'orologio arrancavano sulle due e mezzo.
- A momenti Lory verrà a bussare alla nostra porta - disse Sky eccita, in camera di Emily. Lei le sedeva accanto, con l'animo tranquillo.
- Spero solo che non se lo dimentichi - commentò con un marcamento seccato nella voce, ripensando a ciò che aveva sentito su di lei nella stanza proibita il giorno prima.
- Oh, andiamo, non fare l'uccellaccio del malaugurio!
Chissà perché, la sorte volle dare ad Emily questo ruolo; le due sorelle, infatti, aspettarono un'altra mezz'ora, ma nessuno si decise a suonare il campanello dell'ingresso.
Emily scoppiò in una fragorosa risata. Sky le lanciò un'occhiata tralice ed esclamò: - Sei contenta, adesso?
- Ma non volevo portare sfortuna per davvero - sorrise sardonica la sorella.
- Non è giusto... E non possiamo neppure uscire!
- Non scoraggiarti. Magari verrà più tardi.
Aspettarono un'altra ora, occupandola nel miglior modo che trovarono: giocarono alla play station di Sky.
Altri minuti passarono, e di Lory nemmeno la traccia.

Eccovi il tredicesimo capitolo della storia! Spero vi abbia soddisfatto. Se sì, be'... commentate e votate come sempre (continuerò ad insistere in ogni capitolo, sopportatemi xD).
Ma che cosa sarà mai questa strana sensazione che prova Emily ogni qualvolta vede Hannah? Perché si sente rabbrividire al solo sentirne pronunciare il nome? Che segreti ci sono dietro a queste reazioni apparentemente senza senso? E questa strana Pulverem Argentum? A che cosa serve? Come mai Lory ha saltato l'appuntamento? Che cosa le sarà successo?
Per scoprirlo, continuate a leggere la storia. Come al solito, avrete un aggiornamento del quattordicesimo capitolo il prossimo sabato. Muahaha vi faccio aspettare U_U


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