Undicesima parte

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Nono capitolo

Ormai la giornata era finita, ma la famiglia non aveva avuto occasione di conoscere tutte le domestiche di casa. 
"Ma se vivono nella nostra stessa casa, perché non sono venute a darci un caloroso benvenuto?", questa era la domanda del giorno.
Emily era l'unica ad aver conosciuto Beth. Dopo che era uscita dalla stanza dove c'era scritto 'vietato l'accesso, stanza guasta', la ragazzina non l'aveva più vista. La sola che circolava libera tra le stanze era proprio Amanda.

Alle dieci e mezzo di sera, Sky ed Emily diedero la buonanotte a tutti ed entrarono ciascuna nella propria camera.

Emily si mise rapidamente il pigiama, dopo aver scavato disperatamente dentro allo scatolone che non era stato ancora disfatto. Poi si sdraiò rabbrividita sotto le coperte profumate di detersivo. Non appena chiuse gli occhi, si perse in un sonno beato e tranquillo.

Sky, invece, dopo essersi infilata il pigiama – che era stato accuratamente riposto nel suo nuovo armadio alcune ore prima – malgrado fosse saltata sul morbido letto, faticò a prendere sonno. Sembrava che, al posto di farla dormire, quel letto le avesse fatto scappare via il sonno che poco prima giurava di avere.
Sbuffò, rigirandosi sul materasso in continuazione. Andò avanti così per almeno un'ora. Alla fine si mise seduta sul letto, tutta piccata. Solo allora si ricordò della play station che le aveva regalato il suo caro amico. Quindi si alzò e, quatta quatta, uscì dalla stanza per scendere al piano di sotto. La play station era stata riposta, ricordò, su uno degli scaffali del soggiorno, dato che lei non aveva avuto modo di metterla in camera sua.

Dopo che scese gli ultimi gradini dell'ampia scala, si guardò intorno e ricordò da che parte andare senza troppa difficoltà; aprì la prima porta a destra delle scale e con sua grande felicità trovò il soggiorno. Entrò lasciando la porta semiaperta, così che potesse vagare nella penombra senza bisogno di cercare l'interruttore della luce. Sgattaiolò verso la libreria ingombra di libri e cercò il gioco. Lo trovò poco dopo sul ripiano più alto: circa due metri e mezzo di altezza. Si arrampicò agilmente sugli scaffali e, piede qui, piede lì, riuscì finalmente ad afferrarlo. Solo che, nel tempo stesso in cui lo prese tra le braccia, fece inavvertitamente perdere l'equilibrio ad alcuni libri lì accanto.

- Oh! - esclamò, buttando istintivamente la play station sul divano sotto di lei per cercare di salvare i capricciosi libri. Fece in tempo a bloccarne alcuni prima che cadessero, ma disgraziatamente scivolò col piede e, ancor prima che potesse rimettere i libri ben in equilibrio sullo scaffale, caddero insieme a lei sul duro pavimento. Tra quei libri, scoprì in quel momento la bambina, c'era anche una grossa enciclopedia, che la colpì proprio sulla fronte aggrottata. Una sfortunata caduta.

Si rialzò tutta dolente e zoppicante e si accorse che stava perdendo sangue in mezzo alla fronte. - Accidenti...

Prese un lembo della maglietta e strofinò la fronte sporca. Poi raccolse tutti i libri e li poggiò disordinatamente sul tavolino di vetro; senza curarsi della play station capovolta sul sofà, camminò storta verso l'uscita. Si resse la testa sanguinante con le mani sudate e, non appena superò la soglia della porta, sbatté contro qualcuno dinanzi a lei. Alzò lo sguardo sorpreso verso l'alto.

- A-ah... Pensavo stessero dormendo tutti - si giustificò ancor prima di ricevere l'accusa. La donna non si mostrò minimamente colpita dal taglio sulla fronte della bambina, ma le disse, senza alcun tono di voce: - Venga con me, le medico la ferita.

Sky, senza replicare, seguì la signora. Percorsero uno degli stretti corridoi del pianoterra fino a che non raggiunsero una porta rettangolare di metallo. Con una rapidissima mossa, la donna tirò fuori dal taschino del grembiule una carta di plastica scura, che infilò in un circuito infisso in un angolino del muro. La porta si aprì immediatamente, con un lieve tonfo, lasciando intravedere al suo interno una stanza vuota grande quanto uno sgabuzzino. La donna si piegò in basso e tastò con le mani sulle assi pulite, finché non trovò una piccola sporgenza del pavimento. La tirò e alzò il largo tombino: sotto di esso spuntarono nuove scale da percorrere. La domestica fece segno a Sky di seguirla là sotto. La bambina si chiese quando sarebbe finito quel lungo giro turistico, ma non protestò. Finite le scale, comparve dinanzi a loro un altro cunicolo rattrappito, che non somigliava per nulla ad un comune corridoio. Aveva il soffitto bassissimo, al contrario di tutte le altre stanze della casa, e le pareti laterali sembravano fatte di marmo. Sky, rimasta a bocca aperta, la seguì titubante.

I segreti di Borough Road Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora