Ancora lui? Mi stava perseguitando quel ragazzo, me lo ritrovavo ovunque, neanche a farlo apposta. Se mi ci fossi messa d'impego per incrociarlo il più possibile durante il giorno non ci sarei mai riuscita così bene.
Pensavo di essermelo lasciato alle spalle, di aver chiuso con lui. Invece eccolo lì, con quei suoi dannatissimi occhi color tempesta e quell'aria quasi eterea che mi faceva dubitare del fatto che fosse umano. Almeno finché non mi ricordavo di tornare con i piedi per terra e mi dicevo che Adam era umano al cento per cento, lo percepivo benissimo.
Ora che lo osservavo meglio, mi sembrava di notare nel suo viso tratti inglesi, sofisticati e quasi nobili. Aveva la mascella dal taglio deciso ma non troppo, le labbra chiare e sottili, la pelle chiara che si sposava bene con i suoi occhi di quel blu tanto particolare.
Non avrei dovuto guardarlo in quel modo, soffermarmi sui dettagli e rischiare di perdermi nelle sue iridi, ma eravamo praticamente schiacciati l'uno contro l'altra, probabilmente anche lui mi stava studiando come stavo facendo io. E tanti saluti alla discrezione.
Le voci intorno a noi erano un mormorio confuso in sottofondo che quasi non si sentiva. Non era possibile che lui riuscisse a farmi quell'effetto, non era proprio possibile. Anzi, non potevo permettergli di farlo: mi avrebbe soltanto incasinato la vita. Come se non fosse già stata abbastanza complicata di suo.
Per una frazione di secondo pensai che i suoi occhi fossero davvero belli. Che lui fosse davvero bello. Poi, per fortuna, tornai in me e mi resi conto che dovevo assolutamente tenerlo lontano il più possibile. Anche a costo di sembrare pazza.
Cercai di convincermi a muovermi, ad allontanarmi, a fare un passo indietro e poi un altro fino a sparire dalla sua vista. Però non ci riuscivo. Era come se il suo sguardo fosse stato magnetico e mi impedisse di spostarmi. Ma io dovevo farlo.
«Adam? Ehi, dobbiamo andare, abbiamo due minuti netti per entrare in classe. A meno che tu non voglia beccarti una punizione.» Disse una voce non proprio sconosciuta. Era vicina e sembrava essere riuscita a penetrare quel muro di sussurri ovattati.
Davanti a me, con gli occhi ancora puntati nei miei, Adam annuì piano, quasi inconsciamente. «Sì... Arrivo.»
Sembrava distratto, assorto da qualcosa che doveva essere davvero interessante. "Sei tu, genio", mi rimbeccò una vocina nella mia mente. Io? Oddio, stava davvero guardando me in quel modo? Sembrava così preso... Chissà a cosa stava pensando: a quando mi aveva vista mezza trasformata? A cosa ero in grado di fare in quanto licantropo? Forse si stava chiedendo se lo avrei ucciso per assicurarmi che tenesse la bocca chiusa.
Qualcuno gli mise una mano sul braccio. «Terra chiama Adam, ci sei? Mi stai spaventando amico.» Aggiunse la voce di prima. Ora sembrava quasi esitante, come se chi aveva parlato non fosse stato sicuro di cosa doveva fare.
Adam schiuse le labbra e fece un respiro profondo. Sbatté le palpebre prima di distogliere lo sguardo. «Arrivo Michael, arrivo.» Il suo tono voleva sembrare esasperato, ma quello che uscì dalla sua bocca fu un mormorio appena udibile.
Alzò gli occhi ed incrociò subito i miei, quasi fossero stati attratti da una calamita. Fece un passo indietro senza interrompere il contatto visivo. Sbatté le palpebre di nuovo e tornò ad abbassare lo sguardo. Si allontanò dopo avermi lanciato un'ultima occhiata che, devo ammetterlo, mi confuse parecchio.
Mentre lo guardavo andarsene, mi concentrai cercando di sentire quello di cui stava parlando col suo amico: ero un licantropo, avevo l'udito più acuto, potevo farcela.
«Sei innamorato per caso? O magari ti fai di qualcosa? È già da un paio di giorni che sembri su un altro pianeta.» Stava dicendo Michael.
«Non è nulla sul serio. Ho solo... uh, qualche pensiero per la testa. Niente di che.» Rispose Adam.
Aggrottai la fronte: mi considerava così poco? Cioè, è vero che gli avevo espressamente detto di starmi alla larga, però... Qualcosa dovevo pur contare, no? Sapeva quello che ero quindi magari gli importava un pochino di me. "O magari mente per... sì, insomma, non vuole dire in giro che conosce un lupo mannaro. E questo gioca a tuo favore", commentò la solita vocina.
Un movimento confuso davanti ai miei occhi mi fece trasalire. «Ci sei Scarlett?»
Mi voltai verso Beth e la trovai che mi guardava con le braccia incrociate al petto e l'espressione contrariata. Trassi un respiro profondo e provai a sorridere.
«Sì, scusa, ero solo distratta.» Mormorai.
«Ti ho chiesto un parere sulla mia gonna nuova e tu mi hai ignorata.» Insistette mettendo su il broncio.
«Mi dispiace Beth... Però adesso ci sono. Quindi...» Abbassai lo sguardo e studiai la gonna che le fasciava i fianchi e le gambe fino alle caviglie: era di stoffa leggera e morbida di un blu notte molto intenso. «Beh, è decisamente nel tuo stile.»
Sorrise. «Bella, eh? E pensa che l'ho pagata pochissimo, solo dieci dollari! Ma ti rendi conto!»
«Eh già, un vero affare.» Commentai distrattamente.
Beth si lanciò in un'accurata descrizione del nuovo negozio che aveva trovato in centro e che sembrava fare offerte davvero vantaggiose. Era un argomento che poteva anche interessarmi visto che volevo rinnovare il mio guardaroba, ma gli occhi di Adam continuavano a tornarmi in mente, così intensi e di un colore così profondo... "Smettila subito", mi rimproverai. Dovevo togliermi Adam dalla testa il prima possibile.
Beth si mise davanti a me con le mani sui fianchi e mi osservò con espressione critica per qualche secondo. «Cavolo, hai delle occhiaie da paura.»
Le scoccai un'occhiataccia. «Oh, grazie, davvero. Sei un'ottima amica.»
Lo sapevo che avrei avuto un'aria stravolta, succedeva sempre dopo il plenilunio: passare la notte in bianco, in mezzo ad un bosco, completamente fuori controllo non è un toccasana per la pelle né per i capelli. Infatti quella mattina, quando mi ero guardata allo specchio, avevo visto una specie di ragazza bianca come un cencio con una stramba criniera castana in testa che mi fissava imbronciata.
«Sono stata solo sincera.» Si difese. «Comunque, vieni, ho qualcosa che potrà darti un'aria più... sana.»
«Cos...?» Prima che potessi finire la frase, lei mi aveva afferrata per un braccio e mi aveva trascinata nel bagno delle ragazze più vicino.
Mi ordinò di sedermi sul lavandino mentre frugava nel suo zaino alla ricerca di chissà cosa. Si voltò verso di me con un sorrisetto compiaciuto in faccia e un piccolo barattolino color carne in mano. Arricciai il naso riconoscendolo: fondotinta, o correttore. In ogni caso era un intruglio che non volevo su di me.
«Ora sta' ferma, intesi? Ci vorrà un attimo.» Aggiunse avvicinandosi pericolosamente a me con quel dannato... coso che, per inciso, aveva un pessimo odore. O forse lo sentivo solo io...

STAI LEGGENDO
Under a Paper Moon (Completa)
WerewolfScarlett, diciassette anni appena compiuti e un segreto piuttosto scomodo da nascondere, non potrebbe essere più felice di stare nella sua adorata ombra, lontana da sguardi indiscreti e da problemi presenti e passati che non vuole affrontare Adam, r...