Giorno 2 prima parte

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Quando mi svegliai ero sempre nella stanza degli ospiti. Mi ero dimenticata di essere a casa di Byron. Ve l'ho descritta. Ma non potrete mai immaginarvela. Insomma,sappiate solo che la stanza degli ospiti era tanto grande che ci entravano 5 letti matrimoniali, 5 armadi e altrettanti tavoli con rispettive sedie. In effetti mi sentivo un po sola in tutta quella maestosità. Mi ero appena alzata che subito Byron entrò nella stanza.
《Dormito bene?》mi chiese.
《Benissimo. Casa tua è meravigliosa. Scusa per la domanda ma che lavoro fanno i tuoi genitori? Insomma quelli adottivi.》
《Questo non è dei miei genitori. È dei miei nonni adottivi. Quando qui essere importanti voleva dire avere terreno,mio nonno possedeva quasi tutto. Poi lo vendette e lasciò quest'area per costruire la casa.》
《Ho capito. Perché non sembri molto fiero di vivere qui?》
《Non mi piace il lusso. Preferisco la semplicità.》
《Allora credo che non ti piacerebbe vivere nemmeno nella casa dei nostri veri genitori.》
In quel momento un bambino piccolo, più o meno sui 7 anni, entrò in camera. Era biondo e aveva gli occhi azzurri. I suoi capelli erano ricci. Sembrava un principino delle fiabe.
《Byyyroon》gridò il bambino entusiasta.
《Charles piano. Non vedi che abbiamo un ospite. Non devi uccidere tuo fratello ogni volta che torna da un viaggio.》
《Fratello?》Ero molto stupita.
《Sì. Lui è mio fratellino Charles.》Byron era chiaramente felice di avere un fratello, nonostante fosse adottivo.
《Finalmente il fratellone ha trovato una fidanzata. Era ora. La mamma non ci sperava più ormai. Comunque mi piace questa signora.》
《Noi non siamo fidanzati. E comunque non si dice signora a una ragazza, si dice signorina.》Byron per fortuna era subito stato pronto a ribattere.
《Ok.》Charles aveva un tono di voce un po dispiaciuto.
Li vidi correre fuori dalla porta. A quel punto mi cambiai e cercai di seguirli. Era molto facile perdersi in una così grande casa. Appena ero entrata avevo notato una grande sala. Magari erano lì che mangiavano. Ad un certo punto qualcuno mi prese per il polso.
Era Byron che mi chiedeva di fare silenzio. Aveva il mio zaino e il suo.
Uscimmo sempre in silenzio e a quel punto ci dirigemmo verso la stazione.

《Perché ce ne siamo andati così in fretta?》Ero un po stordita da tutti questi eventi.
《Non voglio che tu conosca i miei genitori e poi Charles non avrebbe mai sopportato un ennesimo Arrivederci. Ho preferito non fargli sapere nulla. Negli zaini ci sono delle provviste e un bel po di soldi.》
《Ok. Se non vuoi aggiungere altro io non ti farò domande.》
Il treno era arrivato. Eravamo saliti. Sapevo già che avrebbe scelto il vagone economico. E infatti avevo ragione. Quel treno portava a Washington. Ci volevano ancora due ore prima di arrivare a destinazione. Mangiai qualcosa dato che non avevo fatto colazione.
Il resto del tempo dormii.

Byron mi svegliò 5 minuti prima di arrivare. Quando scendemmo dal vagone mi aspettavo di trovare una massa di gente, invece non c'era nessuno oltre a noi e una donna molto bella.
Solo adesso avevo notato che il treno su cui eravamo saliti non era un treno normale. Era tutto luccicante. Sembrava quasi d'oro e era molto difficile guardarlo.
Insomma era impossibile che fossimo a Washington e che non ci fosse nessuno oltre a noi se non una donna.
《È un treno apposta per gli Dei. Ci evita tutto il trambusto della metropoli e così ci lascia sottoterra. Non te ne sei accorta perché Apollo ha sistemato un particolare impianto di illuminazione che è più o meno uguale al sole.》Byron aveva risposto a tutte le mie domande senza neanche che gliele facessi.

Eravamo seduti su di una panchina nel sottosuolo di Washington. La donna era sempre vicino a noi.
Ad un tratto si avvicinò e si sedette sulla panchina, accanto a Byron. Lui si alzò e se ne andò un po più lontano. Stava camminando avanti e indietro lungo il vialetto come un idiota. A quel punto la donna si tolse il velo che le copriva il viso. Era davvero bellissima. Molto più bella di tutte le Miss Mondo che ci fossero mai state.
Non sapevo di che colore fossero i suoi occhi o suoi capelli. Era soltanto bellissima.
《Oramai credo che tu lo abbia capito - la donna, adesso ero sicura, stava parlando a me - comunque voglio dirtelo lo stesso. Io sono Afrodite, la dea della bellezza.》

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