La mattina fu uno strano rumore a svegliarmi. Sembrava il canto di un gallo misto al belare di una pecora. Byron era già sveglio e sfogliava un giornalino.
-Buongiorno Caroline.
-Buongiorno Byron.
Indossava una divisa, ma non di quelle scolastiche. Sembravano vestiti qualsiasi. Invece erano una divisa. I colori erano il verde e l'azzurro.
-Già. Stamani presto ci hanno lasciato questi. I tuoi li ho messi nell'armadio.
-Ah. Grazie.
Aprii l'armadio, presi i vestiti e andai in bagno. Mi cambiai. Io e Byron stavamo andando verso la mensa quando ad una tratto arrivarono le tre galline di ieri sera. A quel punto Byron si nasconde dietro di me. Era consapevole che lo avevano visto ma probabilmente non voleva guardarle. Le tre si avvicinarono a me:- Perché non te ne vai a fare colazione? Byron ce lo portiamo noi.
-No -ribattè Byron da dietro di me.
-Perché no?- insistettero loro.
-Beh, perché Caroline ci teneva tanto a venire a colazione insieme a me. Se volete potete unirvi.
Così stavo andando a colazione con tre galline e con uno che inventava pessime bugie. Arrivati nella mensa ci dovemmo "sfortunatamente"separare. Mi sedetti al tavolo e Byron mise esattamente davanti a me.
-Ottima scusa. Davvero. D'ora in avanti fammi il piacere di andare per i corridoi da solo. E per la cronaca. Io non ci tenevo tanto a venire a colazione con te.
-Sì lo so. Mi dispiace, ma ti prego non mi lasciare da solo per i corridoi. Ho paura. Comunque hai notato che abbiamo tutti le divise diverse a seconda del dormitorio?
-D'accordo. In effetti non ci avevo fatto caso. Probabilmente saranno i colori che vengono attribuiti ai nostri genitori.
-Già. Grazie.
C'era un cartello. All' inizio di un lungo corridoio che diceva: "figli di Zeus e Atena per di qua".
Lo feci notare a Byron che subito si alzò e si diresse in quella direzione. Lo seguii. Il corridoio era lungo e dritto. Non c'erano curve né porte in cui andare. Mi sembrava di aver camminato per ore. In fondo si intravedeva una porta. Byron si mise a correre. Allora anche io lo feci. Non so perché ma mi sentivo come attratta da quella porta.
Byron la aprì. D'un tratto non ero più attratta. Eravamo in giardino bellissimo. Quasi sembrava un bosco. Mister E era seduto su un muretto con in mano dei fiori. Ci invitò a sederci accanto a lui.
-Benvenuti ragazzi alla lezione di oggi. Riconoscere le piante velenose, le piante curative e quelle che possono cambiare. So che volete chiedermelo. Non vi faccio scomodare. Allora credo che abbiate scoperto come mai siete più forti e più importanti degli altri ragazzi. Dopo tutto siete figli di Atena. Siete in pericolo proprio perché siete più importanti. Ci sono esseri che vogliono che il regno degli Dei finisca e per farlo devono spodestare Zeus. Se anche ci riuscissero non potrebbero prendere il trono. Voi siete gli eredi di Zeus. Sareste voi a occupare il suo posto. Per quindi far finire questa dinastia dovrebbero uccidervi o più semplicemente convincervi a non diventare sovrani. Potreste scegliere la seconda opzione e continuereste a vivere. Ma sappiate che chi vuole questo renderà il mondo un posto orribile, dove non vale la pena vivere.
-Quindi chi sarebbe che ci vuole morti.
-Il suo nome non lo posso dire però posso darvi un indizio.
Colui che creò tutti. Colui con cui sono stati rimpiazzati e in cui adesso tutti credono.
Indovinello a cui sono sicuro, saprete rispondere.