Roma

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Non avevamo affatto le idee chiare su come saremmo arrivati a Roma. L'unica cosa certa era che avevamo qualche soldo ma non molti. Non ci saremmo potuti permettere un viaggio in aereo,o addirittura in nave, per tre persone e una specie di elfo. A malapena per due.
Io e Byron avremmo potuto percorrere per un po' il viaggio con i nostri poteri, portando Billy e Jacob, ma non so quanto avremmo potuto resistere. Per me sarebbe stato sfiancante. L'altra opzione era Sky, ma non avrebbe sopportato il peso di quattro persone sulla groppa. Il fatto era che sembrava impossibile arrivare dall'altra parte del mondo rispetto a dove eravamo noi adesso. In questo caso ci avrebbe fatto davvero comodo un aiuto dall'alto, magari da papà. Il problema era che nessuno aveva la benché minima idea di come si contattasse un dio. Non credo che Zeus abbia un cellulare, o che l'Olimpo abbia una linea fissa. Ma dato che tentar non nuoce cercai su internet "numero di telefono di Zeus" e in prima pagina trovai tre cifre: 583. Giuro che scoppiai a ridere. Non era possibile, dai. Era di sicuro uno scherzo di qualcuno. Giusto per togliermi la curiosità feci chiamare a Byron quel numero e lui mise in vivavoce.
*tuu;tuu;tuu*
* buongiorno, parla l'assistente del Signor Z, come posso aiutarvi?*disse una voce di donna dall'altra parte del telefono.
*ehm- Byron mi passo il telefono- siamo Caroline e Byron,figli del Signor Z,-dissi- avremmo bisogno di parlare con lui, se possibile*
*attendete un attimo prego, sento se il signore è disponibile*
Un attimo di silenzio.
*buongiorno ragazzi-era papà-cosa c'è che non va? So che ve la state cavando abbastanza bene laggiù con la vostra impresa*
*a proposito di questo, dovremmo chiederti un favore. Non potresti portarci a Roma? In qualunque modo, non importa. È una cosa che da soli non riusciamo a fare*
*mhh, sto pensando in che modo potrei aiutarvi. Teletrasporto? Non è mio ambito. Darvi dei soldi? Non possiedo denaro mortale. Un aereo non ce l'ho. Però ora che ci penso... Apollo ha proprio un bel carro che fa al caso vostro. Ve lo mando subito*
*graz...* non feci in tempo a ringraziarlo che già aveva chiuso la telefonata. Dopo circa due minuti cominciammo a vedere un punticino oscurare il sole. Un punticino che si avvicinava, molto velocemente per giunta. Che atterrò a due centimetri da Billy, il quale mi saltò in braccio dallo spavento. Era un carro d'oro, scintillante, che avrebbe potuto illuminare a giorno l'intero universo. Mi chiesi se provenisse dal sole. Scese un uomo giovane, all'incirca sui venti anni. Era un bel ragazzo: aveva i capelli ramati e con un bel ciuffo, gli occhi color nocciola e la pelle abbronzatissima. Si vedevano i muscoli dalla maglietta. Sembrava il tipico surfista hawaiano tutto muscoli e niente sale in zucca.
-Ei ragazzi, come ve la passate quaggiù? Papà mi ha svegliato, ha detto che era urgente. Spero di non avervi fatto attendere troppo.
-È stato veloce come un fulmine-disse Billy.
-Allora,dove è che vi devo portare? Devo ammettere che non mi piace fare da tassista, ma se serve a fare qualcosa per il nostro bel pianeta...
-In realtà noi dovremmo andare a Roma. Lei può portarci lì?-chiesi un po' preoccupata. Apollo aveva alzato un sopracciglio e aveva storto il labbro. Poi fece un rapido cenno con la testa e disse tutto eccitato:- Certo che posso portarvi lì. Io posso fare tutto quello che voglio. In teoria no. Non dite a papà ciò che ho appena detto. Voi non avete sentito nulla.
-Noi no sentito nulla-disse Jacob palesemente felice.
-Saltate su ragazzi, che si va in Italia.

Il viaggio non fu lungo; appena dodici minuti e trentotto secondi di orologio. Non posso nemmeno raccontarvi cosa vidi da lassù: primo perché non riuscivo a distinguere niente da quanto andavamo veloci;secondo eravamo troppo in alto perché ci fosse qualcosa di interessante che non fosse l'azzurro del cielo.
Quando mancava poco più di un minuto alla discesa, Apollo ci diede qualche indicazione.
1 gli italiani non capiscono nulla dell'americano, quindi avremmo fatto meglio ad utilizzare un inglese accademico.
2 erano persone solitamente ben disposte, ma poteva esserci qualche eccezione.
3 ci avrebbe lasciato nel centro di Roma,vicino ai fori imperiali, quindi un buon punto da dove cominciare le nostre ricerche.
4 la moneta era l'euro, e avremmo fatto meglio a cambiare la valuta.
5 per tutta la missione in Italia non potevamo fare affidamento ai nostri genitori, a malapena parlare con loro. Quel territorio non era sotto la loro influenza.
Ci salutò con un cenno della mano, subito dopo che fummo scesi dal carro. C'era pieno di gente, ma nessuno ci guardò storto. Avevano tutti un'aria amichevole, innocente. Avevo sentito parlare di Roma dai libri di storia, ma non molto. A scuola si studiava per lo più la storia americana, non quella italiana. Anche se un accenno all'Impero Romano c'era stato. I Romani,
a quel tempo, erano la prima superpotenza dell'Europa. E in effetti si vedeva bene anche adesso. C'erano grandi monumenti. Statue in marmo gigantesche. Grandi colonne e archi. Palazzi antichi. E poi il Colosseo... non credevo facesse queste effetto. Anche se non ero lì vicino riuscivo comunque a vederlo e mi vennero i brividi.
Chiedemmo informazioni a dei passanti ben disposti, indicazioni per il cambiavalute.
Dopo circa due ore avremmo potuto definirci perfettamente ambientati. Era un luogo sereno: era stato molto facile comunicare, l'euro era simile al dollaro in fondo, e si mangiava squisitamente. La pizza che si mangiava da noi, in confronto, l'avresti detta spazzatura.
-Byron, dove andiamo adesso? Non mi sembra il caso di continuare a fare i turisti inconsapevoli- dissi.
-Sentiamo cosa ci dice il piccolo Billy. Percepisci niente?
Billy si concentrò. Chiuse gli occhi, si portò le dita alle tempie come chi ha dei poteri di telepatia, fece un sussulto ma poi ammise che non sentiva nulla di strano.
O eravamo molto lontani, oppure era semplicemente nascosto molto bene.

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