Infatti, davanti a noi c'era una donna. Di donne ne ho viste nella mia vita, e quella era senz'altro la più brutta. Era grassa, e quando dico grassa intendo che non riuscivo a vedere i suoi occhi perché erano coperti dalla pelle, quindi fate un po voi. Stava su di un motorino rosso. O meglio. Il motorino stava sotto di lei. Si, proprio spariva. Non so cosa ci facesse li, sul motorino che non si muoveva. Indossava un grembiule, come quelli da cucina. Sopra c'era scritto "se volete essere mangiati rivolgersi al mio bambino". Davvero molto invitante come proposta. Sinceramente non avevi intenzione di incontrare il suo bambino. Decidemmo che era meglio aggirarla e allontanarsi il più possibile da lei. Dubito che sarebbe mai riuscita a muoversi e tanto meno a vederci. Comunque era meglio non rischiare e scegliemmo la strada che le passava molto lontano, saremmo stati attenti a fare silenzio. Camminavamo lenti. Peggio delle lumache. Facevamo passetti piccoli e non emettevamo nemmeno un fiato. Poi ovviamente mi venne da starnutire. Sapete Quell'orribile sensazione quando fare silenzio è una questione di vita o di morte e ti scappa qualche rumore che devi per forza emettere? Ecco, io non la sopporto. Mi stavo trattenendo, ed era davvero una sensazione fastidiosa. Byron si rese conto del mio disagio e mi fece un cenno. Io non lo capii però. Mi fece di nuovo lo stesso segnale. Ma io ancora non capivo. Ad un certo punto, spazientito, mi prese e mi strinse fra le braccia. Poi sussurrò piano :《 Starnutisci pure adesso, ma la prossima volta, vedi di capire al volo 》 Starnutii e il suono rimase intrappolato fra la felpa di Byron. Intorno non si era sentito nulla. Mi staccai da lui e spiccicai un grazie. Non mi ero mai resa conto di quanto fosse bello stare fra le sue braccia, un po come la volta che si addormentò in fondo al mio letto. Riprendemmo a camminare lentamente. Eravamo lontani dalla donna adesso. In compenso eravamo praticamente accanto al drago. Però lui se ne stava buono. Probabilmente come noi, anche lui aveva paura di finire nello stomaco del bambino. O magari aveva solo paura della donna, la quale sembrava innocua sul suo motorino rosso.
Ci trovavamo a circa una ventina di metri dalla casa rossa del ranch. So che era una decisione sciocca, ma li su due piedi, l'idea di entrare era davvero allettante. E come sempre non demmo retta alla ragione. Come sempre d'altronde. Sempre in silenzio e lentamente aprimmo la porta, la quale non cigolò come mi aspettavo.
L'interno era completamente stile country. I divani di pelle di cavallo, i mobili in legno, non una cosa che ricordasse una normale casa di cittá. Perfino il pavimento era di legno.
Sembrava deserta. E in effetti lo era. La cucina aveva un frigo in legno stracolmo di carne cruda, come se le verdure non fossero nel menù. Il piano terra era costituito da ingresso, soggiorno e cucina. Nel piano superiore invece c'erano le camere e il bagno. Indovinate un po di cosa era fatto il bagno? Esatto, pure quello in completo stile country. Le scale che portavano al primo piano finivano lì. Non c'era una soffitta. Al contrario però, nella cucina c'era una piccola porta. Era davvero spaventoso scendere da li ma dovevamo accertarci che fossimo soli. Così aprimmo la porticina e cominciammo a scendere le scale. Ovviamente la luce non c'era. Riuscivi solo a vedere un piccolo lume di candela in fondo. Sembrava davvero lontanissimo. Però ci facemmo coraggio e andammo avanti finché ci ritrovammo sul piano. Non feci che girarmi che un urlo mi partì. Davanti a me c'era uno scheletro, ma non quello degli esperimenti scientifici. Quello era di un uomo morto da poco, lo capii da quanto puzzava. Non me ero resa conto, ma dallo spavento mi ero stretta a Byron. Lui non sembrava spaventato, disse solo:
《È meglio se torniamo di sopra》
Ero d'accordissimo con lui e mi avviai in fretta su per le scale.
Prima non avevamo fatto caso all'ora, ma era davvero tardi. Così andammo in una delle camere e ci addormentammo senza avere mangiato nulla.
Feci un sogno strano quella notte...
