L'amicizia risorge

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Non potevo credere che sarei morta in così malo modo però c'era da dire che la mia non era stata una brutta vita. Mi resi conto che se potevo ragionare non ero morta. Aprii gli occhi. Avevo davanti Byron. Il mostro gemeva a terra con una freccia conficcata nella schiena.
-A te l'onore di finirlo- mi disse lui.
Presi la spada. Il mio braccio sanguinava ancora, non riusciva a sopportare troppo peso, così mi aiutai con l'altro. Lo colpii proprio lì dove c'era la freccia. Il criceto tornò piccolo e poi riprese la sua vera forma.
July a quel punto uscì dall'aula.
-Grazie- dissi a Byron.
-Non c'è di che. Vieni ti accompagnamo in infermeria.
Non ero mai stata in un infermeria prima d'ora. In realtà non ero mai stata ne in un ospedale ne in un pronto soccorso. Era una stanza piccola. Tutta celeste e bianca. Era come ci si potrebbe immaginare la sala di un qualsiasi ospedale del terrore. L'infermiera mi disse di stendermi sul lettino.
-Ti sei fatta un bel taglio- mi disse lei preoccupata -però non ti preoccupare, ci metterò la fascia. Non potrai usare armi per un po.
Il suo concetto di "ci metterò una fascia" corrispondeva al mio "urla pure perché dovrò disinfettarlo, ti farà un male cane, poi dovrò metterci una polvere strana che lo farà bruciare e a quel punto metterò la fascia". July e Byron mi guardavano sofferenti. Gli facevo pena. Non mi piaceva fare pena alla gente.
-Voi ragazzi sareste così gentili da accompagnarla in camera e farla riposare?
-Certo- risposero insieme.
Andammo in camera nostra. July mi salutò e se ne andò con i suoi compagni. Byron rimase con me. Si sedette in fondo al mio letto.
-Sai- mi disse -quando ho visto che tutti erano fuori e tu non c'eri mi sono spaventato da morire. Ti sono venuto a cercare anche se Mister E mi aveva ordinato di stare fermo. Poi ti ho trovata. Ma il mostro ormai ti aveva già ferita. Mi dispiace di non essere arrivato in tempo.
-Senza il tuo aiuto a quest'ora sarei morta. Ah. Scusa se prima ti ho detto che ti importava solo di te stesso, scusa se ho detto che eri un egoista. Sei venuto a cercarmi. Alla fine pensi anche agli altri.
-Veramente l'ho fatto perché eri tu.
-Che vuoi dire?
-Voglio dire che non sarei riuscito a dormire stanotte se non ti avessi salvata.
-Quando vuoi sai pure essere dolce.
-Buonanotte- mi diede un bacio sulla fronte.
-Sai che non ci sono altre ragazze, vero?
-Si che lo so. Volevo solo darti un bacio. Che c'è, non posso?
Quella conversazione fini così. Mi addormentai. Quando mi svegliai , la mattina seguente, Byron era sempre ai piedi del mio letto. Aveva deciso di dormire con me anche se il mio letto era vicino alla finestra.

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