Il fatto era che non mi sembrava il caso di andare a chiedere ad un passante qualsiasi "ehi, scusi,sa mica dove posso trovare un petalo magico in grado di sconfiggere il male?". Niente affatto. Avrei scavato una fossa e mi ci sarei sotterrata se qualcuno mi avesse portato da quel maledetto petalo.
Dato che era già abbastanza tardi, decidemmo di prendere una stanza di hotel. Così vicino al centro di Roma era tutto molto costoso, ma appena fuori trovammo un Bed&Breakfast che faceva al caso nostro.
Anche lì le persone erano molto cordiali e ci sistemarono subito in una stanza abbastanza grande con due letti singoli e uno matrimoniale fra essi. C'era anche un bagno ben attrezzato e così, prima di andare a dormire, ci sciacquammo un po' tutti, giusto il necessario per non risultare luridi, disgustosi e puzzolenti, come effettivamente eravamo. Billy volle mettersi nel letto singolo vicino alla finestra:gli piaceva svegliarsi la mattina con la luce del sole che gli illuminava il viso;diceva che fosse una sensazione fantastica. Jacob invece aveva paura che qualcuno entrasse dalla finestra o dalla porta per portarlo via e si sistemò nel letto singolo accanto al muro. Seppur a malincuore condivisi il letto con Byron;era meglio che i piccoletti si riposassero per bene.
Non avevo mai diviso il mio letto con qualcuno, e mi fece un effetto strano. Mi sentivo stretta,soffocata, come se avessi bisogno del mio spazio vitale che in quel momento era per metà occupato da un'altra persona. Finché Byron mi fece una richiesta strana.
-Posso abbracciarti?
-Eh??-ero alquanto stupefatta da questa domanda insolita.
-Sai, a casa dormivo sempre abbracciando Charles perché lui aveva paura dei mostri. Mi sono adattato dormendo con Billy o Jacob. Non ce la faccio proprio senza stare vicino a qualcuno, a fargli conforto. Non è che mi faresti questo favore?
-D'accordo-dissi.
Aspettò un minuto in cui il silenzio era insostenibile, poi cominciai a sentire il fruscio della coperta e le sue braccia calde mi avvolsero intorno alle spalle. All'inizio sembrava che intorno a noi ci fosse un velo di tensione spesso qualche metro. Ma poi il suo abbraccio dapprima rigido si fece sempre più morbido e alla fine devo ammettere che ci presi gusto. Mi piaceva quella sensazione di relax, quel torpore. Le sue mani scivolarono più in basso e lui mi strinse la pancia. Dopo non si mosse più e cominciai a pensare che si fosse addormentato.
In quel momento sembrava andare tutto per il verso giusto. C'era una calma pazzesca, un'aria quasi di casa, un odore di famiglia. Mi addormentai.Ero sicura di non essermi ancora svegliata, mi sembravano passati appena due minuti da quando mi ero addormentata. Solo che sembrava tutto così reale. Byron ancora mi stringeva, Billy e Jacob dormivano tranquilli. Mi alzai dal letto, scostando le braccia di Byron. Credetti di essere pazza. La luce del sole filtrava dalle finestre. Avevo perso la ragione. Fuori si sentivano le voci delle persone. Era tutto un sogno.
Mi affacciai al davanzale della finestra. Non appena tirai fuori la testa, qualcosa mi prese per i capelli e mi trascinò in un vortice scuro. Non vedevo nulla. Venivo sballottata a destra e a sinistra. Mi faceva male ogni cosa. Avete presente quando nei film rinchiudono la gente nei sacchi e la portano in luoghi sperduti? Ecco, penso fosse ciò che mi stava succedendo. Quando finalmente riuscii a distinguere qualcos'altro che non fosse nero e buio, fu perché la luce mi investì e a quel punto vidi solo bianco. Pensavo che a quel punto niente potesse andare peggio di così. Evidentemente mi sbagliavo. Il mio rapitore indossava una maschera e mi era impossibile riconoscerlo. Era per certo un uomo, però. La luce si attenuò sempre di più, finché non ripresi del tutto la vista. Allora: dove cavolo ero finita? Eravamo in una specie di castello, perché in effetti ero in una grande sala con le colonne e le scale che portavano alle torri. Perché ero in un castello? Se fossi stata una principessa avrei potuto capirlo, ma non lo ero.
L'uomo con la maschera mi distolse dai miei pensieri, indicando un punto imprecisato alla fine della scala di una delle torri. Non aveva ancora parlato e in realtà ero curiosa di sapere che voce avesse. Più che altro dovevo fargli un sacco di domande, ma le tenni per me. Mi alzai a fatica, dopo tutte quelle botte avevo bisogno di sgranchirmi un po'. Poi mi diressi in direzione del punto indicato dal mio rapitore. Salii la scala a chiocciola,voltandomi sempre indietro a controllare che non ci fosse nulla di insolito. In cima alla rampa c'era una porta, chiusa a chiave. E ovviamente la chiave non c'era. Guardai attraverso la serratura. Una luce fortissima mi abbagliò per quella che sembrava la terza volta in poco tempo. Scorgevo una sagoma indistinta, qualcosa dalla forma insolita ma che richiamava un non so che di familiare.
Ma certo, come ho fatto a non pensarci subito: il petalo.Mi svegliai di nuovo. Stavolta sperai che fosse la realtà. Ero appoggiata alla spalla di Byron. Sembrava tutto normale, come se non fosse successo nulla. In effetti era così, era stato solo un altro dei miei sogni. Avrei dovuto godermi quegli attimi di serenità, ma avevo cose ben più urgenti a cui pensare. Svegliai tutti e quasi mi sentii in colpa per averli disturbati in quel modo. E poi raccontai loro tutto.
Per filo e per segno.
-Quindi dobbiamo trovare un castello e il gioco è fatto- disse Byron.
-Che arguta osservazione, non ci saremmo arrivati senza il tuo aiuto- lo schernii io- comunque il concetto è quello. Il vero problema è che qui a Roma ci saranno dozzine di castelli e non abbiamo il tempo di visitarli tutti. Avete idea di qualcuno da cui cominciare?
-Ehm... che ne dite di controllare sulle mappe turistiche i meno visitati? Se c'è un petalo luminoso in bella vista e nessuno ha mai pensato di prenderlo vuol dire che non ci passa molta gente-propose Billy.
-Oppure cerchiamo i castelli che hanno delle stanze non accessibili al pubblico per vari motivi: di ristrutturazione, perché potrebbero essere danneggiate... La sala era molto grande ed era una piccola parte del castello, ne sono più che sicura. Dobbiamo trovarne uno enorme-dissi alla fine io.