Giorno 1

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Erano circa le 10:30 del mattino. Sky stava già facendo ritorno al suo bosco. Il sole ti faceva venire voglia di metterti in costume anche se fuori era freddo. Byron stava controllando la mappa per vedere se c'erano possibili collegamenti tra il punto indicato da Mister E e i luoghi di Washington. Ma niente. Quel posto sembrava non esistere. Come se la mappa fosse sbagliata o di qualche millennio fa.

Ma certo. Probabilmente Ermes non aveva tutte le mappe aggiornate dato che non svolgeva il suo lavoro da un po. Dovevamo solo trovare qualcuno abbastanza vecchio da dirci a cosa corrispondeva il punto segnato. Ma chi?

Ermes era immortale quindi quella mappa poteva avere dei secoli. Nessun uomo poteva vivere così a lungo. Dovevamo quindi trovare o un dio che conosceva bene Washington o qualche strana creatura. Sinceramente preferivo la prima opzione.

Avevamo ormai camminato per tre ore e lo stomaco cominciava a patire la fame. Pure Byron era stanco e si massaggiava la pancia. Un bar o un fast food avrebbe fatto al caso nostro. Il problema era che non avevamo soldi.
Ci eravamo fermati davanti a un bar e guardavamo l'insegna luminosa, speranzosi.
-Vedo che avete fame -una voce maschile alle nostre spalle ci fece prendere un colpo.
-Beh, in effetti saremmo molto affamati.
-Allora entrate. Cosa aspettate? Offro io.
Non ce lo facemmo ripetere due volte. Entrammo e come unici clienti all'interno del locale, c'eravamo noi. Era una sala piccola, con tante finestre che la illuminavano. Le pareti erano di un viola acceso e il tavoli ,le sedie e tutto il mobilio era intagliato e avvolto da tralci di vite che traboccavano grappoli maturi. Sapevo che non era il periodo della vendemmia ma quella non era uva finta. Il signore molto gentile si era cambiato d'abito. Sembrava un pizzaiolo alle prese con una pizza. Stava cucinando. L'odore era squisito. Mi veniva l'acquolina solo a vederlo cucinare. Dopo un po che lavorava ci portò due piatti di lasagne. Non esitammo nemmeno e le divorammo subito. Erano una cosa favolosa. Peggio della droga. Avrei continuato a mangiarle fino a scoppiare, se non fosse che erano finite.
-Vi siete rimessi in forze. Menomale. So che avete una missione importante da compiere. Magari posso aiutarvi.
Io e Byron avevamo già capito con chi avevamo a che fare. Stavamo parlando con Dioniso, il Dio del vino e della vendemmia.
-Le saremmo grati se potesse dirci di preciso dov'è questo punto.
Presi la mappa e gli indicai il segno fatto da Mister E.
-Ma è facilissimo. Anche se devo dire che questa mappa è un vecchiotta. Questo punto qua è l'attuale Casa Bianca.

Avevamo ringraziato Dioniso per tutto e ci eravamo messi in cammino verso la Casa Bianca. Non era facile dato che era a un centinaio di chilometri da dove eravamo noi e per questa notte non sapevamo dove dormire. Il tempo stava pure peggiorando. Sarà anche stato per colpa del nostro umore, ma di sicuro non sarei mai riuscita a stare meglio. Byron invece non sembrava preoccupato né infastidito.
-Perché sei così tranquillo? Non abbiamo un posto dove dormire e ancora tanta strada da fare. Direi che siamo messi un po male.
-Sono tranquillo perché stasera dormiremo a casa mia. Io abito a Washington, non te l'ho mai detto e poi dopo esserci riposati riprenderemo il cammino.

Quando arrivai a casa di Byron rimasi sconvolta. Più che una casa la sua era una villa, completa di Piscina e palestra attrezzata. Era tutta in marmo e il giardino aveva quattro fontane con vasca. E l'esterno era niente confronto all'interno. La stanza più piccola era dieci metri cubi. Anche le stanze tutte in marmo. Byron mi disse di sistemarmi nella camera degli ospiti. Mi buttai sul letto e due minuti dopo già ero sprofondata nel mondo dei sogni.

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