Facemmo tutto come previsto. Prendemmo l'autobus per arrivare fino al lago e poi pagammo la visita guidata. La nostra guida era un uomo anziano. Capelli bianchi,barba folta e occhi castani. Aveva l'aria di uno che sul lago ci aveva vissuto. Non credo che ciò che sapeva, lo avesse studiato. Secondo me lui quelle cose le aveva viste con i suoi occhi. Insomma una guida perfetta, se non fosse per il fatto che se ne fregava altamente dei visitatori. Lui camminava spedito come se dovesse raccontare tutte le notizie alla sua nipotina invisibile, e non ad un gruppo di uomini che aveva pagato per stare lì. Tanto meglio per noi. Così non si sarebbe accorto della nostra assenza.
Billy continuava a camminare, con gli occhi spalancati e le orecchie tese, quasi in attesa di un qualche messaggio. E a quanto parve il messaggio arrivò,perché il bambino si girò di scatto e si mise a correre come una lepre verso un boschetto lì vicino. Si fermò solo per riprendere fiato, e poi continuò la sua corsa verso un luogo di cui non sapevo niente. Percorsi circa cinquecento metri si bloccò.
-Io ci sono già stato qui- cominciò a dire- ero molto piccolo, mi ci ha portato mia mamma.
-Ma non avevi detto di non ricordarti nulla?-chiese Byron sconcertato. Era tutto rosso in viso,probabilmente stanco per la corsa, ma anche così era bellissimo.
-Si l'ho detto. E infatti è così. Ma non so,credo che tornare qui abbia smosso i ricordi nella mia testa. E ho detto di esserci venuto con mia mamma, ma in realtà non ricordo niente di lei. Il suo viso,il suo nome,la sua voce. Niente di niente.
Sembrava effettivamente sincero, e io avevo imparato a credere ad un bambino che in neanche un giorno ci aveva portato sulla strada giusta per completare la nostra missione.
-Seguitemi, so dov'è il petalo che cerchiamo- disse con tono sicuro.
Ci portò davanti ad un abete enorme, vecchio credo, e cominciò bussare lungo tutto il tronco dell'albero,come aveva fatto ai piedi della statua. Un pezzo di corteccia venne via,poi un altro,un altro ancora, finché non si formò una piccola incavatura nel legno. Lì c'era un altro petalo,molto simile al primo. Tirai fuori dalla tasca dei pantaloni quello trovato a Washington e lo accostai a quello appena raccolto. Non so, ma praticamente si fusero insieme a formare due petali perfettamente attaccati. Non so quanti ancora ne mancavano ma a giudicare dallo spazio rimanente, quella non era una rosa molto grande.
Byron diede una pacca sulla spalla di Billy.
-Così si fa- gli disse fiero di lui.
-Bravo,bravo davvero- il compagno di Boor era davanti a noi e rideva compiaciuto.
-Bambino è stato bravo- Boor era arrivato accanto a Billy e lo aveva preso in braccio di forza.
-Adesso vi portiamo in un bel posto.
Non volevo andare "in un bel posto",avevo l'impressione che non mi sarebbe piaciuto.
-Boor tu prendi il bambino, io penso alla ragazza e al ragazzo.
-D'accordo,Goor. Boor prende bambino.
Goor mi prese per le caviglie e mi tirò su non curandosi dei miei lamenti e delle mie imprecazioni. Poi,mentre Byron tirava fuori l'arco e la faretra, gli lanciò un sasso nello stomaco,costringendolo a piegarsi in due, e prese anche lui.
Byron gemeva dal dolore e non riuscivo a sopportare di vederlo in quello stato.
Billy invece era praticamente svenuto tra le braccia di Boor.
I giganti camminavano svelti verso una grotta,non esattamente uno dei miei luoghi preferiti. Buie,fredde,rocciose,odiavo le grotte.
Sta di fatto che ci appoggiarono alla parete e ci lasciarono li. Evidentemente sapevano che non ci saremmo mossi. Billy dormiva,Byron stava male e io non avevo intenzione di abbandonarli.
Boor e Goor stavano maneggiando qualcosa, una specie di telefono vecchio stile, con la cornetta e tutto il resto.
-Capo li abbiamo qua,vuole che glieli portiamo?- chiese Goor all'uomo dall'altra parte del telefono.
Non sentii la risposta ma intuii che fosse un si, perché subito i due ci presero e ci montarono su una jeep verde che prima ero sicura di non aver visto. Come avrebbero fatto quegli energumeni a salire su una macchina così piccola per loro,non lo sapevo. Ma ovviamente erano dei mutaforma e lo spettacolo di quei due che si trasformavano non mi piacque affatto.
Praticamente la pelle verdastra di trasformò in un color carne,tipo la mia guancia quando ero in imbarazzo. Poi si schiarì fino a diventare più o meno del colore della pelle di un uomo normale. Diventarono tutto ad un tratto poco più alti di Byron e con sembianze del tutto umane. Ci legarono polsi e caviglie e ci misero sul retro della jeep e accesero il motore. Billy dormiva ancora e Byron appena toccò il pavimento freddo ebbe un sussulto. Era veramente straziante vederlo gemere in quel modo.
-Tutto bene- mi disse, notando che lo guardavo con occhi pieni di pena per lui.
Cercai di avvicinarmi più che potevo allo zaino per prendere la spada. Strisciando come un verme lo raggiunsi e aprii la cerniera con i denti. Con i gomiti tirai fuori la spada. La feci arrivare alle mie mani e cominciai a tagliare la corda. Era molto spessa ma con un po' di fatica e molta pazienza riuscii a slegarmi. A quel punto liberai Billy e Byron. La jeep non andava molto veloce e l'unico modo per scappare era saltare. Presi Billy in braccio e mi misi lo zaino in spalla. Spiegai a Byron le mie intenzioni e cominciai a contare:1,2...3 e saltammo giù.
Io rotolai e per un pelo non finii addosso ad un albero e Byron atterrò in piedi,lamentandosi per il dolore alle gambe.
Ci allontanammo il più possibile dalla jeep. Avevo tanta voglia di vedere la faccia di Boor e Goor quando avrebbero scoperto che eravamo fuggiti.
Trovammo riparo sotto una quercia.
Appoggiai il piccolo al tronco e lo lasciai riposare e dopo andai a medicare la ferita di Byron. Mister E mi aveva insegnato un po' di pronto soccorso immediato.
Gli chiesi di togliersi la maglia. E ok, era una cosa stupenda. Aveva dei pettorali da urlo, se non fosse per l'enorme squarcio proprio nel mezzo. Presi la garza e l'acetone e gli medicai la ferita. Stava soffocando un urlo e mi stringeva il polso talmente forte che per un attimo pensai che me lo avrebbe staccato. Gli misi la fascia e gli porsi la maglietta.
Se la infilò e quasi mi dispiacque.
-Grazie-mi disse-ora sto meglio.
-Di niente. Riposati, sarai stanco. Farò io il turno di guardia.
Dapprima obbiettò ma poi non poté opporsi alla dura verità, era praticante sfinito.
Lo vidi appisolarsi vicino a Billy e poi dopo un po stringerlo fra le braccia. Non voleva ammetterlo, ma io sapevo che quel bambino gli piaceva.
Ed erano così carini insieme.
Presi la rosa dallo zaino. Era bella,veramente bella. Emanava una luce e un calore tali da farmi stare bene, nonostante tutto quello che avevo passato. Mi chiesi come potessero gli dei e il temibile avere timore di un fiore tanto meraviglioso. Non ci stetti a ragionare molto. Anche perché la rosa aveva uno strano effetto. Mi sentii le palpebre pesanti e ad un tratto mi ritrovai in un altro luogo. Quei due petali mi stavano facendo rivivere un momento del passato...