Stavo camminando in una foresta di notte. Sarebbe stato pauroso, ma stranamente ero tranquilla, come sicura che non mi sarebbe successo nulla.
Gli alberi scheletrici avevano un rumore strano quando venivano abbracciati dal vento. Un vento caldo. Quasi come quelli dell'Africa.
Ero vestita a stracci e quel vento mi scaldava un poco.
Ero anche scalza. Non avrei mai detto di trovarmi bene in quella situazione, ma era così. Ero sicura di me stessa, e camminavo tranquilla per quel sentiero.
《Aiuto! 》
Una voce in lontananza sembrava spaventata, in pericolo.
Continuava a chiamare aiuto, ma non capivo da dove provenisse.
Dietro di me. Ma certo.
Cominciai a correre. Senza nessun posto preciso dove andare. Mano a mano che andavo avanti la voce era sempre più forte.
Adesso riuscivo chiaramente a vedere chi era che urlava.
Un bambino sui cinque anni era seduto addosso ad un albero e sembrava scacciare dei demoni invisibili attorno a lui.
Mi avvicinai lentamente.
Era terrorizzato, e non volevo che mi considerasse una minaccia.
Con cautela avanzai verso di lui mi sedetti li vicino.
Stava ancora cercando di colpire invano degli spiriti malvagi che non c'erano.
Gli misi una mano sulla spalla e lui strozzò un urlo dalla paura.
Gli dissi che non doveva temere, che non gli avrei fatto alcun male.
Gli chiesi come si chiamava.
Billy.
Era un nome molto carino.
Mi è sempre piaciuto molto, forse perché è un nome dolce.
Mi chiese come mo chiamavo.
Caroline, risposi.
Si era tranquillizzato e adesso non scacciava più nessun mostro immaginario.
Ci eravamo messi accanto.
Aveva cominciato un po a parlarmi di se.
Il suo nome era Billy. Il cognome non lo sapeva.
Era nato a Washington, ma la sua memoria finiva li. Un giorno si è svegliato in questo posto e non è mai riuscito ad andarsene. Era ormai molto che lui combatteva contro misteriose forze soprannaturali. Fino a oggi. Fino a quando al mio arrivo tutto era sparito. Era da tanto che non parlava con qualcuno e gli piaceva che ci fossi.
Così gli raccontai la mia storia.
Del fatto che fossi figlia di Zeus e Atena. Di tutte le mie imprese e della mia missione. Trovare la Rosa degli dei.
All'inizio pensò che gli stessi raccontando una favola, ma dal mio sguardo capì che era tutto reale.
Gli porsi una mano e lo tirai su. Camminammo a lungo. Poi mi svegliai.Il sole alto nel cielo. Byron in piedi che mi guardava. Con una faccia impressionata. Io che tenevo la mano a qualcuno.
Un attimo.
Io che tenevo la mano a qualcuno?
Mi alzai di soprassalto e mi resi conto che disteso sul letto c'era Billy che dormiva. Ero sicura di essermi addormentata insieme a Byron. Billy era un sogno.
Oppure no. Magari lui era rimasto intrappolato nel mondo dei sogni tanto a lungo, e io lo avevo riportato nel mondo reale. 《Chi è quello?》chiese Byron decisamente confuso.
《È Billy, ti spiego dopo》
E gli spiegai tutta la storia.
Non credeva alle mie parole, ma siccome un bambino non spunta fuori dal nulla, fu costretto a ricredersi.All' inizio non sapevo che quel bambino che dormiva, sarebbe stata la nostra arma vincente.
Mi piace tenervi sulle spine.
Ciaociao.