Giorno 4

16 3 0
                                    

Adesso avevamo uno dei petali. Ne mancavano, bho. Non so quanti petali potesse avere una rosa, ma credo abbastanza. Sperai con tutto il mio cuore che alcuni petali fossero insieme, almeno non avremmo dovuto metterci un'eternità.
《Piccola curiosità- Byron non si fidava affatto di Billy- come cavolo hai fatto a trovare il petalo? 》
《Io in realtà non lo so. Sentivo come un presentimento, sapevo che era lì, come un legame fra me e quel petalo.》
Io rimasi esterrefatta. Byron corrucciò le sopracciglia dalla confusione. Billy, dalla faccia che aveva, era consapevole di aver detto qualcosa di "non esattamente normale".
E faceva bene a pensarla così.
Come faceva a sapere tutto? Non era una cosa possibile. E a me dava fastidio, che lui fosse al centro dell'attenzione, perché lui riusciva in tutto. Però in realtà era così. La missione era la nostra, cioè mia e di Byron, e noi in tre giorni avevamo fatto meno di Billy in tre ore. Avevamo bisogno di lui. D'altronde anche io avevo avuto il presentimento che avremmo dovuto portarlo con noi. No, per oggi di strani presentimenti ne avevo abbastanza.
Sta di fatto che era solo merito di Billy se avevamo il petalo.
Lo misi subito al sicuro nello zaino e domandai al piccolino:
《Dove andiamo adesso?》
《Andiamo a nord, al lago Michigan》rispose subito lui.
《Eh?》io ero un po' sbigottita.
《Credo abbia detto che la prossima meta è il lago Michigan》fu Byron che rispose prontamente.
《Quello lo ho capito -dissi seccata- grazie. Ma, sei davvero sicuro?》
《Sicurissimo》glielo si leggeva negli occhi che non stava scherzando.
Stavo pensando che saremmo potuti arrivare li grazie a Sky. Ma non volevo che si sforzasse troppo. E poi se ne era appena andata.
《Andiamo in aereo》Byron mi levò le parole di bocca.
Tutti facemmo si con il capo.
《C'è un piccolo inconveniente. Dove li troviamo i soldi?》
《In banca, mi sembra ovvio》disse Billy con tono certo.
Era scortese dirgli che era praticamente impossibile che dessero dei soldi a dei ragazzini che per di più non avevano un conto in banca,quindi stetti zitta.
Billy ci fece segno con la mano di seguirlo e ci portò in una banca. In realtà io pensavo che scherzasse, ma quando entrò dentro capii che faceva sul serio.
Andò subito dalla commessa e gli chiese:《 Scusi signorina, vorrei gentilmente accedere al conto di mio padre e prelevare circa mille dollari.》
La donna dapprima lo guardò un po' strano, poi come se si fosse ricordata una cosa importante disse: 《Certo ci penso subito- e dopo qualche minuto ci dette mille dollari- ecco a voi》
Ringraziammo e appena fuori chiesi a Billy qualcosina. Del tipo: ma come hai fatto? Non hai detto di non ricordarti nulla? E allora come facevi a sapere del conto di tuo padre? Come mai la donna ci ha dato i soldi come se fosse una normalità? E poi come è possibile una cosa del genere?
Lui mi rispose ovviamente nel solito modo: sapevo che dovevo andare li, era una specie di presentimento. La donna boh non so come mai si sia comportata così, e cose del genere.
In conclusione da lui non ebbi alcuna risposta concreta e nessuna informazione. Perlomeno avevamo i soldi per pagarci il volo, da mangiare e forse anche un alloggio.
Così chiedemmo informazioni alla gente che passava riguardo all'aeroporto più vicino.
Quello di Washington distava circa una decina di chilometri e a piedi ci avremmo messo troppo tempo.
Fermammo un taxi e pregammo l'autista di portarci alla Washington Air Company, appunto l'aeroporto più vicino.
In un quarto d'ora eravamo già a fare i biglietti per il volo Washington-Chicago.
In un'ora o due saremmo atterrati e di li avremmo preso uno di quegli autobus per le visite guidate lungo il fiume.
Al posto di ascoltare le parole della guida e seguire il gruppo, avremmo dato retta a Billy e saremmo andati dove il suo sesto senso lo portava. Sperando di non finire in una trappola.

Appena saliti sull'aereo la hostess ci viene in contro e ci chiede se gentilmente possiamo darle i bagagli. Io le dico che ho bisogno del mio zaino, dato che dentro c'era il petalo, ma lei non vuole sentire storie. E insiste, insiste, insiste sono obbligata anche se a malincuore, a darglielo.
Byron mi guardò come a dire " certo avresti anche potuto protestare" e per questo ero nell'imbarazzo totale. Ma d'altronde lo sanno tutti che io non sono brava a dire di no alle persone.
Stare li mi ricordava tanto, quando mia mamma mi aveva portato a prateria erbosa. Mi manca tanto. Non l'ho mai detto a nessuno, ma sono in una perenne tristezza da lontananza da casa.
Mi sedetti vicino al finestrino a pensare. Accanto a me c'era Byron che subito mi chiese cosa avevo.
《No niente》la classica risposta alla quale non crede nessuno, ma che dici perché non sai cosa inventarti.
《Non ci credo. Comunque non voglio darti fastidio. Sai? Questo aereo mi ricorda tanto quello su cui sono montato per arrivare a prateria erbosa. Insomma, quello che mi ha portato alla scuola in cui ti ho conosciuto》
E a quel punto scoppiai. Già avevo il naso arrossato dal freddo e gli occhi gonfi dalla tristezza. Poi mi misi a piangere, a singhiozzare cercando di fare silenzio. Byron si rese subito conto di aver toccato un tasto dolente e per consolarmi mi disse cose tipo: anch'io sono triste, ma non ti preoccupare, grazie a te la mia tristezza passa un po. Anche a me manca tanto tutto ciò ma mi trattengo.
E così facendo io peggioravo. Ad un tratto gli tirai uno schiaffo e lui finalmente smise di parlare.
《Scusa》dissi singhiozzando.
Credevo che mi avrebbe risposto in malo modo, invece mi abbracciò.
Ma la mia sorpresa fu quando mi dette un bacio su una guancia.
Sgranai gli occhi dalla sorpresa.
《No, hai fatto bene》era un po allibito, come se non fosse consapevole di avermi appena baciata.
Billy ci guardava sconcertato.
《Ma voi siete normali?》ci chiese.
In realtà credo che sapesse la risposta. Cioè no.

OlimpusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora