Mentre un amicizia finisce una nasce

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Continuavo a chiedermi come mai il mondo non fosse bello come uno si aspetta. In quel momento però arrivò Byron che mi distolse dalle mie preoccupazioni. Mi abbracciò.
-Ma che fai? -gli chiesi io stupita.
-Stai al gioco. Ho detto ad alcune ragazze che stavo con te. Non mi lasciavano un secondo. Però non ci credono molto. Devi solo fingere per un pochino di essere la mia ragazza. Non voglio una relazione. Figuriamoci con una di quelle ragazze.
-No Byron. Per un po sono stata al tuo gioco. Ma adesso mi sono rotta, non puoi chiamarmi solo quando ti servo. Non sono un oggetto. Non sarò la tua ragazza. E poi che credi, un sacco di ragazzi mi gira in torno e io non mi faccio problemi. No.
-Ti prego Caroline, ho biso.. -non finì la frase perché le ragazze erano arrivate. Non so come mai glielo lasciai fare. Mi strinse per i fianchi e mi baciò. Le mie mani si erano irrigidite. Ci staccammo. Era stato bellissimo. No, ma che dico era stato orribile. Non avrebbe dovuto. Ero tutta rossa, ma lui sembrava soddisfatto. In effetti quelle quattro ragazze se ne erano andate.
-Scusami, non sapevo cos'altro fare.
-Adesso ti scusi. Visto che avevo ragione io. Non ti importa delle persone. A te importa solo di te stesso- me ne andai. Non lo volevo vedere per un po. Me ne andai verso il piano superiore della scuola. Quello in cui stavano i laboratori. A quell'ora non c'era nessuno. Mi misi ad un banco con la testa appoggiata al braccio e cercai di dormire.
-Qualcuno è triste qui- una voce che non avevo mai sentito prima.
Alzai la testa era una ragazza. Credo che fosse del dormitorio di Afrodite e Efesto.
-Piacere sono July.
-Io sono Caroline.
Cominciava così la nostra amicizia con quelle semplici parole.
Ci raccontammo l'una dell'altra.
Avevamo tante cose in comune. Era la prima amica che avevo da quando ero atterrata a Prateria Erbosa. Ero felice. Mi ero dimenticata di Byron e stavo con July. Non poteva andare meglio di così.

E come al solito avevo parlato troppo presto.
Perché quando uscimmo dall'aula. Non c'era anima viva. Tutti se ne erano andati. Un boato terrificante mi fece capire perché. C'era un mostro e Mister E aveva fatto evacuare l'edificio. Eravamo le uniche rimaste. Sentivo dei passi sempre più vicini. Feci cenno a July di venirmi dietro e di fare silenzio. Dovevo trovare una spada. La classe di combattimento non era lontana. Ci mettemmo a correre senza fare alcun rumore. Entrai con July alla mia destra. Le dissi di rimanere li e di aspettarmi. Presi la spada più vicina e uscii. Volevo sconfiggere il mostro. Ok, forse mi ero sbagliata. Li c'era solo un criceto. Mister E aveva detto che i mutaforma possono diventare esserini innocui, ma che alla fine sanno solo fare del male. Scagliai un colpo ma l'animaletto lo schivò.
Agile la bestia. Non so come ma cominciava a crescere. Diventò grande come un leone e a quel punto mi corse in contro e mi azzannò. Il braccio mi sanguinava. Non potevo certo tenere la spada. Il leone-criceto prese la rincorsa per saltarmi addosso. Ero certa di essere morta.

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