Ci misi un po a spiegare tutto a Byron. Svegliai Billy e raccontai anche a lui come stavano le cose.
-Dobbiamo trovare un petalo-dissi- ci aiuterai tu piccoletto, e poi andremo a Roma. Non chiedetemi come,perché non ne ho idea.
-Ma io non so ancora dove sia il petalo che ci manca.
-Non ti preoccupare, io ho fiducia in te- sentire quella frase pronunciata da Byron mi addolcì moltissimo. Vidi Billy che allargava la bocca in un grande sorriso.
-Adesso però pensiamo ad andarcene di qui. Non appena i mostri si saranno resi conto che non ci siamo più, ci verrano di sicuro a cercare. E io non voglio essere trovata.
Non obiettarono. Così cominciammo a camminare.Più andavamo avanti più Billy sembrava sulla traccia giusta. Come un cucciolo che con il suo naso riesce a trovare chiunque, Billy con la sua mente riusciva a trovare i petali. Stavamo tornando indietro. Verso il lago Michigan. Verso l'aereo. Ma il piccoletto invece di andare verso l'aeroporto, andò in città. Non c'era molta gente,a dire il vero quasi nessuno. Era un centro piccolo. Sinceramente non sapevo neanche dove fossimo, sulla cartina non c'era segnato. Un paesino sperduto. Mi guardava intorno, esterrefatta che quel posto tanto piccolo e non conosciuto da nessuno fosse così splendido e stupefacente. Mi piaceva l'odore che si sentiva per le strade, un odore di fresco, di buono, di tranquillità e pace. Non che la pace e la tranquillità abbiano un odore, ma se lo avessero somiglierebbe di sicuro a quello che sentivo adesso. Mentre ragionavo nella mia testa a tutte queste cose, non mi resi conto che Billy stava correndo verso la fontana che era al centro di una piazza. Pensavo fosse una cosa sciocca andare in contro a braccia aperte ad una fontana, ma se quel piccoletto stava facendo questo un motivo c'era senz'altro. Non accadeva mai che Billy facesse qualcosa di strano senza una ragione apparente. Ed infatti era così. Mano a mano che mi avvicinavo rincorrendolo, scorgevo più nitidamente la figura di una donna. Non era anziana, più o meno sulla quarantina. Era slanciata, aveva gli occhi azzurri e i capelli bruni e lisci. Aveva un aria familiare. Il suo viso lo avevo già visto, solo che non mi ricordavo dove. Quando vidi Billy saltarle addosso, finalmente capii. I due erano spaventosamente simili. All'inizio il primo pensiero che mi passò per la testa fu:quella è sua madre. Poi mi tornarono in mente le parole di Billy:-Io non ricordo niente del mio passato.
Oppure quella volta in cui lui aveva sentito la voce della madre,così diceva, ma non sapeva che sembianze avesse.
Trovai strano questo fatto. Ma ancor più trovai insolita la faccia di Byron. Scrutava attentamente la donna,come se cercasse di capire a fondo tutto su di lei. Da quando aveva fatto amicizia con il piccoletto era diventato protettivo,e da una parte era un bene. Non avrebbe mai permesso a nessuno di fare del male al suo piccolo amico.
Comunque ritornando alla donna, mi resi conto che non guardava Billy. Stava fissando un punto dietro di lui. Un punto che ero io. In quello stesso istante, scaraventò il piccoletto a terra e cominciò a venirmi incontro. Dapprima lentamente, poi prendendo velocità. Adesso i suoi occhi azzurri erano freddi come il ghiaccio e la sua espressione prima tranquilla adesso emanava follia allo stato puro. Mi avrebbe colpito se Byron non fosse stato pronto a scansarmi.
Mi prese per un braccio ed iniziammo a correre,con la donna alle calcagna che avanzava senza fretta. Appena fummo più distanti, Byron prese l'arco e le scagliò una freccia addosso. Quest'ultima trapassò il suo corpo, fuoriuscendo dalla schiena. Era come un fantasma. Uno spirito. Fu in quel momento che cominciai a fare i miei ragionamenti. Come puoi uccidere qualcuno che non esiste? Come è possibile sconfiggere qualcuno che non si può ferire?
E mentre pensavo a questo, mi vennero pure in mente idee non del tutte sbagliate. Ad esempio che non valeva la pena uccidere qualcuno che non esiste, perché tanto non esiste. Oppure che era solo fatica sprecata provare ad uccidere qualcuno già morto, tanto più di così. Proprio in quel momento la donna scomparve. Appena mi girai, vidi Byron con una espressione sorpresa in viso.
Billy che alla vista della "madre" svanita nel nulla era scoppiato in lacrime.
-E io che credevo pure che fosse mia madre, mi era tornata la speranza-lo sentivo lamentarsi.
-Non è colpa tua-provava a consolarlo Byron. Ma niente da fare.
Io stavo zitta. Non ero in grado di capire cosa si prova alla vista della propria madre scomparire, subito dopo che la si è ritrovata, senza mai aver saputo niente di lei. Mi avvicinai e lo baciai sulla testa.
-Va tutto bene-gli dissi-va tutto bene...