Capitolo 11

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#Pov Isaac#
Odiava vederla piangere. Lui voleva poter trovare un modo per non vedere mai più una sola lacrima cadere dai suoi occhi. "Perché poi?" Si chiedeva. "Perché dovevo innamorarmi proprio di lei?"
Era passato da "ehi, ma è quello sfigato che viene picchiato dal padre?" a "ehi, ma è quel gran figo che gioca nella squadra di lacrosse?", poteva avere la vita sociale che aveva sempre desiderato. Poteva avere una ragazza popolare, bella, voluta da tutti e poter dire "Togliti dai piedi, è mia!". Perché proprio lei? La ragazza più insicura di questo mondo, quella che piangeva per ogni cosa, fragile, ma che non giudicava la gente. Forse era proprio per questo, era stata l'unica a non giudicarlo, a non giudicare suo padre. Lo aveva semplicemente ascoltato. Lo aveva capito.
Era seduto sul suo letto, si era finalmente addormentata, ma non voleva lasciarla ugualmente da sola. Era incredibile, bellissima in ogni caso: arrabbiata, mentre piangeva, mentre dormiva e la mattina appena sveglia.
Sorrise. Ripeteva continuamente a Boyd di confessare a Erica tutto quello che provava per lei, ma non pensava di essere migliore di lui in questo. Era solo che si sentiva totalmente impotente quando stava con lei. Non sapeva nemmeno come affrontare l'argomento.
«Perché sorridi?» sussultò. Non l'aveva nemmeno sentita svegliarsi.
«Nulla. Come stai?»
«Non avresti dovuto farmi addormentare. Mi sento una merda adesso» sorrise.

Isaac amava il suo sorriso.

#Pov Rebekah#
«Beh, hai la mentre riposata almeno. E' appena arrivato Derek» la informò lui.
«Ok, dobbiamo continuare ad esaminare le cose nella scatola...» disse mentre si metteva seduta sul letto con le ginocchia portate al petto.
«Sicura di sentirtela?»
«Si, devo farlo. Posso farcela»
Non sapeva se lo stesse dicendo ad Isaac o a se stessa.
«Allora è meglio se ci sbrighiamo» Era Derek, che se ne stava sulla soglia della porta.
«Nessuno ti ha insegnato che non si origliano le conversazioni altrui?»
In realtà dormire le aveva fatto bene, Isaac aveva ragione. Stava meglio di prima.
«Dai, sbrigati» disse, si era calmato anche lui.
«Devo andare un attimo in bagno prima, vi raggiungo di sotto»
Scese dal letto e andò davvero in bagno. Scese pochi minuti dopo e li trovò entrambi seduti sul divano a fissare quella scatola.
«Non potevate aprirla?» disse da cima alle scale.
Di tutta risposta loro la guardarono come per dire "ricominci?".
«Ok. Va bene. Ho capito» disse arrendendosi, avrebbero lasciato fare tutto a lei.
Si sedetti di fronte a quella scatola, la aprì e cominciò a tirare fuori tutto quello che conteneva. Un libro molto grosso, una specie di diario, delle lettere, dei pupazzi e tanti aggeggi che non aveva mai visto in vita sua e che non sapeva a cosa servissero. Sembravano amuleti, boh.
«Lizzie» disse Derek sorridendo.
Un momento, Derek sorrideva nel vedere una bambolina di pezza?
«Lizzie?» chiese lei, non sapendo a che si riferisse.
«Dai, non ti ricordi di lei? Sul serio?» disse gesticolando.
«No... dovrei?»
«Beh, la odiavi. Io ti dicevo sempre che me la sarei sposata e tu ti arrabbiavi dicendomi: "No! Tu devi sposare me Derek!". Ricordo che una volta provasti anche a staccarle la testa!»
«Dici sul serio?» chiese lei divertita e alla conferma di Derek scoppiò a ridere di gusto. Era gelosa di una bambolina di pezza!
«Cos'è quell'enorme libro?» le chiese Isaac, quando anche lui finì di ridere.
«Scopriamolo» rispose, prendendolo tra le mani.
Lo tolse dall'enorme involucro che lo conteneva e il titolo le saltò subito all'occhio: "Bestiary". Lo aprì subito e con immensa gioia notò che era in inglese.
«E' in inglese!» disse contenta ad alta voce.
«Ma cos'è?» le chiese spazientito Derek.
«E' il Bestiario! Derek, abbiamo il Bestiario!»

I giorni successivi li passò totalmente concentrata a tradurre il bestiario, doveva finirlo più in fretta che poteva perché Jackson stava diventando difficile da tenere a bada. Era notte ed era a casa da sola a tradurre il Bestiario. Non aveva capito bene dove fossero andati Derek e Isaac. D'un tratto sentì un rumore e di scatto si alzò dalla sedia, prese arco e frecce e con cautela camminò per i corridoi della casa. All'improvviso sentì qualcosa graffiarle il collo, dopo non molto fu a terra totalmente incapace di muovere un solo muscolo.
Jackson. Le avevano spiegato che paralizzava le sue vittime prima di farle fuori. Era forse la sua prossima vittima? No, Jackson non poteva fare una cosa del genere alla sua migliore amica!
Qualcuno si mise faccia a faccia con lei, o meglio quella cosa. La descrizione combaciava alla perfezione, aveva di fronte a lei il Kanima.
Cercò di mostrarmi il più calma possibile, ma non ce la faceva, aveva paura. Un piccolo, minuscolo taglio dietro al collo ed era paralizzata dal collo in giù. Si sentiva più impotente di quello che era già! Il Kanima rimase a fissarla per un po' poi così com'era apparso scomparve. "Se n'è andato e non mi ha fatto niente".
Sentì dei passi dietro di lei farsi sempre più vicini, chi diavolo era adesso?
«Rebekah!» Quella voce le era fin troppo familiare.
«Isaac! Grazie al cielo sei tu» disse sollevata lei.
«Ma che ti è successo?» chiese inginocchiandosi accanto a lei e prendendole la testa.
«Il Kanima. Non... non riesco a muovermi»
«Dov'è adesso?» chiese guardandosi attorno e cominciando a farsi crescere gli artigli.
«E' andato via, non so cosa volesse da me. Derek dov'è?»
«Sono qui. Possibile che non posso lasciarti da sola per un po'?»
«Sai com'è... mi piace il pericolo» rispose sarcastica lei.
«Io ti lascerei lì a terra»
«Perché no. Sai, il pavimento mi piace!»
Isaac le lasciò la testa dopo che Derek gli ordinò di farlo e lui la prese in braccio. La portò sul letto, in camera sua. Isaac li seguì.
«Dobbiamo ucciderlo» sbottò Derek.
«Cosa? No!» disse Rebekah in preda all'agitazione, stava pian piano riacquistando le capacità motorie.
«Poteva farti del male! Perché non lo capisci una buona volta?»
«Perché a differenza tua non vedo solo la cattiveria nella gente. Jackson non ucciderebbe nemmeno una mosca, è il Kanima che lo fa! Jackson non si merita di morire, è il Kanima che deve essere eliminato!»
«Ma come facciamo? Come togliamo di mezzo il Kanima senza fare del male anche a Jackson?» le domandò Derek, sapendo benissimo che non aveva la risposta.
«A che punto sei con la traduzione?» chiese improvvisamente Isaac.
«Mi mancava una pagina. Finisco di farla adesso, così scopriremo una volta per tutte qualcosa in più su questa creatura»
Scese dal letto e cercò di mettersi in piedi, ma barcollò. Per fortuna c'era Derek accanto a lei, altrimenti sarebbe caduta a terra battendo la testa.
«Grazie. Ce la faccio...»
Arrivò alla scrivania, si sedette e continuò con la traduzione.
«Finito!» disse esausta dopo circa una ventina minuti.
«Che dice?» chiese Derek.
«Allora. Dice che il Kanima, come i lupi, trova il massimo della sua forza con la luna piena. E' una creatura sociale, ma mentre un lupo cerca un branco, il Kanima cerca un padrone. Viene chiamato "strumento di vendetta". Poi c'è una leggenda di un prete sudamericano che usava il Kanima per le esecuzioni a morte nel suo villaggio, finchè il vincolo non divenne tanto forte da fargli uccidere chiunque volesse. Poi ci sono altre leggende simili, le informazioni vere e proprie continuano qualche pagina più avanti...» sfogliò le pagine fino ad arrivare qualche pagina più in la «Ecco. Il Kanima in realtà dovrebbe essere un lupo mannaro, ma non può esserlo finché non risolve ciò che nel suo passato l'ha fatto manifestare. Il Kanima non ha identità, è come un orfano e quindi facilmente influenzabile»
«Non dice nient'altro?» chiese Derek.
«Niente d'importante, solo altre storie e testimonianze...»
«Beh, almeno ora sappiamo che qualcuno lo controlla» intervenne Isaac.
«Quindi vuol dire che qualcuno ha ordinato a Jackson di uccidere tutte quelle persone? Perché?»
«Non lo so» Derek sembrava preoccupato. Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni e rispose. Chiusa la chiamata li informò di una cosa.
«Era Scott. Dice che Stiles gli ha detto che le vittime del Kanima sono tutte legate»
«Quindi gli omicidi non sono casuali» disse Isaac.
«Per niente» disse Derek sospirando.
«Ci resta solo scoprire qual è il collegamento, allora» disse Rebekah sbadigliando, era davvero esausta.


Emme's corner: 

Eccomi qua anche con l'undicesimo capitolo, che ne dite? Isaac is in loveee *-* 

Ancora tante grazie per i bei commenti, avete un posto speciale nel mio cuoricino :3

#Emme.



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