Capitolo 7

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Era successo. Jackson aveva ucciso ancora, questa volta un cacciatore che stava con gli Argent... Bennet se non ricordava male.
Era appena uscita da scuola, quando le arrivò un messaggio di Derek che diceva di recarsi alla clinica veterinaria di zio Alan. Lanciò un'occhiata ad Isaac e capì che a lui il messaggio non era arrivato, strano. Rebekah si diresse alla clinica ed entrò, facendo tintinnare il campanellino. Aspettò pochi secondi che qualcuno escisse dallo stanzino e venisse a riceverla, ma niente, era come se nello studio non ci fosse nessuno. Decise allora di andare nell'altra stanza, quella col lettino dove suo zio curava gli animali.
«C'è nessuno? Oh, Derek! Ma che succede?» gli chiese guardandosi intorno; il suo sguardo cadde sul lettino «Oh mio Dio! Che schifo...»
Rebekah si mise di spalle; c'era un uomo sul lettino, morto. Aveva graffi su tutto il torace che penetravano a fondo nel suo corpo, molto a fondo.
«Girati» le ordinò Derek.
«Vuoi per caso farmi vomitare? E' orribile, io non guardo»
«Ti ho detto di girarti!» le disse di nuovo.
Sapeva che questa cosa sarebbe andata avanti fino a che lei non si fosse girata di sua spontanea volontà, altrimenti Derek avrebbe avuto addirittura il coraggio di mettere la sua faccia lì sopra. Decise allora di girarsi e lentamente aprire gli occhi, guardando quel corpo senza vita proprio davanti ai suoi occhi.
«Chi l'ha ridotto così?» chiese, un po' impaurita.
«Secondo te chi?» rispose guardandola e alzando un sopracciglio.
«Jackson?»
«Esatto! Ed è quello che potrebbe capitare a chiunque gli stia accanto! Quale parte di "è pericoloso" non hai capito, eh?»
Ok. Derek era piuttosto arrabbiato, molto di più di quanto si aspettasse. Un po' lo era anche lei però.
«E tu quale parte di "smettila di seguirmi" non hai capito Derek?»
Rebekah aveva capito tutto. L'aveva ancora una volta seguita e l'aveva vista parlare con Jackson...
«E' il mio migliore amico! Pretendi che lo abbandoni così, da un giorno all'altro? Non credi che sembrerebbe strano? Non credi che sarebbe peggio per il Kanima, o come cavolo si chiama?»
«Uccide la gente, guarda! La prossima potresti essere proprio tu Bekah, lo capisci o no questo?»
«Lo so benissimo Derek! Ma non credo che sia Jackson a fare questo. Cioè, non credo che se ne renda conto. E' un po' come quando si è sonnambuli: la notte si vaga per casa, ma non ricordiamo mai niente...»
«Sì, ma non stiamo parlando di vagare per casa, stiamo parlando di persone! Persone che muoiono! E io non voglio che succeda anche a te»
«Non mi succederà niente, non con te al mio fianco. Lo so che non permetteresti a nessuno di farmi del male»
«Sei l'unica persona che mi è rimasta»
«E tu l'unica per me»
Si avvicinò a Derek visto che erano agli opposti del tavolo e lo abbracciò. Notò con gioia che lui ricambiò calorosamente, gli voleva davvero un bene enorme.
«Non mi succederà niente» gli ripetè, ancora abbracciata a lui.

«Quello che mi fa urtare i nervi e che gli Argent abbiano tutti questi segreti!»
«Che intendi Stiles?» chiese lei, che non era riuscita a seguire una parola di quello che le aveva detto fino a quel momento...
«Questo Bestiario ci serve, lo troviamo e non riusciamo a capirne una sillaba perché è scritto in arcaico! Ma dico: parlano arcaico o italiano?»
«In effetti. Questa volta nemmeno Google traduttore ci può essere d'aiuto» disse lei, sorridendo.
«Ah ha! Non è divertente»
«Mio Dio Stiles! Non eri tu quello simpatico del gruppo?»
«Già, ma tutta questa storia mi ha tolto la voglia di scherzare»
«Vaa bene! Continuiamo a studiare allora?»
«Direi che è l'unica cosa che ci rimane da fare...»
«Ma è sempre così antipatico questo Harris?» chiese riguardo al professore.
«Oh si! Lo odiano tutti»
«Mi urta i nervi, sul serio»
«Finirà di urtarti quando vedrai una bella A stampata sul foglio del nostro compito»
«Beh, penso che per poter vedere una A dovrebbe esserci scritto qualcosa... Questa pagina di Word è bianca da mezz'ora»
«Già... Facciamo così: tu scrivi e io lo stampo! Ottima idea, no?»
«Sei serio Stiles? No perché forse non hai capito proprio niente...»
«Mi staccherai la testa a morsi? Fammi prima dire addio a mio padre, ti prego!»
«Ahaha certo che sei stupido!»
«Perché non ti sei fatta mordere?» le chiese all'improvviso.
«Perché non mi è mai piaciuta tutta questa storia... E tu?»
«Stesso motivo...»
«La vuoi sapere una cosa?» chiese quasi scoppiando a ridere, la faceva sempre ridere quella cosa.
«Dimmi»
«Sono allergica all'aconito»
«Ahahaha! Daai, non ci credo!» cominciò a ridere anche lui.
«Ti giuro! AHAHAHAH!»
«Sei incredibile!» disse lui finendo di ridere... «Quindi siamo gli unici due umani in questa storia» ritornò serio.
«Già»
«Menomale che sei arrivata, mi sentivo l'unico idiota umano in questa situazione!»
«Beh, ti faccio compagnia vedi?»
«Beh... Che ne dici se, ecco siamo gli unici due umani... L'unione fa la forza...»
«Che cavolo dici Stiles?»
«Io in segreto ti ho sempre amata, sempre. Ma tu non mi hai mai notato»
Si guardarono per qualche secondo, poi scoppiarono entrambi a ridere rumorosamente, di nuovo.
«E' meglio che vada adesso, si è fatto tardi» disse Rebekah, alzandosi e raccogliendo le sue robe.
«Ok, vuoi un passaggio? Sai, chiunque pagherebbe per fare un giro sulla mia Jeep»
«A me però fai tutto gratis, non è vero?»
«Ok, ma solo perché sei tu!»
«Ahah, andiamo idiota!»

Arrivata in quella vecchia e polverosa casa, notò che Derek e Isaac stavano seduti su un divano a parlare. Il riccio appena la vide entrare si alzò e salì le scale, probabilmente per andare in camera sua. Peccato che non si potesse leggere nella mente, voleva proprio sapere che cosa gli passasse per la testa. Erano giorni che la evitava, non che le importasse...
Ma se non le importava perché si faceva tutti quei problemi? Fu Derek a farla tornare dal mondo dei sogni, le stava passando una mano davanti alla faccia.
«Ci sei?» le chiese.
«S-si... scusa»
«A che pensi?»
«A niente. Niente di importante»
«Va bene. Stiles ti ha detto qualcosa sul Bestiario?»
«Solo che l'hanno trovato, ma è scritto in aramaico... impossibile da capire»
«Non c'è nessuno che conosce quella lingua?!»
«Gli Argent sicuramente se l'hanno scritto in quella lingua. Vuoi andare a chiedere a loro?»
«Ok, siamo tutti stanchi. Va' a dormire, ci ripensiamo domani»
«Va bene, buonanotte Derek»
Rebekah si diresse in camera sua, passando anche per quella di Isaac. La tentazione di entrare e chiedergli cosa avesse era tanta, ma decise di lasciar perdere. Si cambiò, si mise sotto le coperte e chiuse gli occhi.
Non dormì per niente quella notte, si girava e rigirava nel letto in attesa che il sonno prendesse il sopravvento su di lei; solo dopo tre ore si addormentò. Ma appena chiuse occhio ecco che quella notte fu di nuovo padrona dei suoi sogni, o meglio incubi. Sognò per l'ennesima volta quella notte, quella in cui i suoi genitori e quelli di Derek morirono, ma questa volta era diverso. Questa volta vedeva chiaramente i loro corpi andare a fuoco. Li sentiva gridare dal dolore e lei non potevo fare niente, era impotente di fronte a quell'orribile scena.
Si svegliò all'improvviso, era al centro del letto tutta sudata e che annaspava in cerca d'aria. La porta si spalancò ed entrò Derek, che subito l'abbracciò.
«Shh! Shh, calmati» le disse mentre continuava a respirare affannosamente «E' tutto finito. Ci sono qui io adesso»
Era come da piccoli: era l'unico che riusciva a calmarla. Era l'unico che c'era sempre.
Si svegliò la mattina dopo tra le sue braccia, proprio come il giorno dopo l'incendio.

Emme's corner: 

Ehilà, come ve la passate? Devo ammettere che adoro la scena che ho scritto tra Rebekah e Stiles, piccini *-* E sono molto fiera anche della parte finale. E' una parte della vita di Rebekah che non la abbandonerà mai. Beh, che ne pensate? Intanto, grazie perchè la storia ha raggiunto le 100 visualizzazioni. Grazie davvero di cuore :')

#Emme


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