#Pov Isaac#
Era tutta colpa sua, cavolo! Doveva restare con lei! Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato, MAI!
Non sapeva più cosa fare o come aiutare. Era fuori casa Hale a prendere a calci le foglie, quando sentì un rumore. Era il battito di un cuore, molto debole. Scrutò attentamente davanti a lui e vide una figura a terra, tra gli alberi. Corse velocemente incontro a quel corpo.
«Rebekah!» sorrise. Era proprio lei.
«Ehi, ehi!» le disse, sfiorandole il viso con le mani.
Aveva paura di farle del male, di nuovo.
«Isaac...» gli rispose lei debole.
«Shh, non sforzarti» disse lui, mettendole un dito sulla bocca. «Derek! Vieni qui, presto!» urlò poi il più forte possibile.
Dopo pochi secondi il suo Alpha lo raggiunse e si catapultò su di Rebekah.
«Bekah! Bekah, mi senti?» disse dandole piccoli schiaffi sulle guance.
Ma Rebekah non reagiva, che le stava succedendo?
«Derek, dobbiamo portarla in ospedale!»
«Si, prendila tu. Io prendo la macchina!»
In un batter d'occhio furono in macchina e poi in ospedale.
Una volta lì caricarono Rebekah su di una barella, i medici parlavano tra loro, facevano domande a Derek e Isaac non ci stava capendo niente. Sperava solo di rivedere presto gli occhi di Rebekah. La portarono in una stanza e impedirono a Derek di entrare. Si avvicinò a lui.
«Che ti hanno detto? Che ha?» chiese in preda al panico.
«Reazione allergica» gli rispose con la mascella serrata.
«Allergia? Non può essere una semplice allergia, sta' male!»
«Ce l'ha sempre avuta. Ha sempre avuto una forte allergia per...» fissava il pavimento e Isaac stava cominciando ad innervosirsi.
«Cavolo Derek! La smetti di fare il vago? A cosa è allergica?» disse alzando decisamente troppo la voce.
Lui lo guardò come per dire "chi è l'Alpha fra noi due?". Beh, in effetti, aveva ragione, stava esagerando.
«All'aconito, è sempre stata allergica all'aconito» disse stringendo i pugni.
Isaac potè percepire la sua rabbia, ci teneva davvero tanto a lei. Quasi quanto lui.
«Va' a casa, Isaac» le disse d'un tratto.
«Cosa? No, voglio restare qui!»
«Non c'è niente da fare qui! Va' a casa, avvisa tutti. Appena si sveglierà vi raggiungeremo lì»
«Credi che la faranno uscire?»
«No» sorrise. «Ma sicuramente lei non vorrà rimanere qui dentro»
Isaac annuì, girò i tacchi e se ne andò.
Era a casa sul divano, e si sentiva inutile. Se la immaginava su quel lettino d'ospedale e si sentivo ancora peggio. Quei giorni gli erano bastati a capire quanto ci tenesse a lei. Basta bugie, appena ce ne sarebbe stata l'occasione le avrebbe confessato i suoi sentimenti per lei.#Pov Rebekah#
Sentiva delle voci intorno a lei, ma non aveva la forza necessaria per aprire gli occhi. Era tutto così confuso! Non ricordava nemmeno cosa fosse successo.
«Rebekah, apri gli occhi» le disse una voce molto dolce, ma chi era?
«Signora McCall?» chiese con voce flebile non appena aprì gli occhi.
Si guardò un po' intorno e si accorse di essere in una stanza d'ospedale, era piena di fili e macchinari.
Solo allora capì: Derek l'aveva trovata in tempo. Con il suo aiuto si mise seduta con la schiena appoggiata allo schienale del letto e si massaggiai la testa, le scoppiava.
«Sono viva per un pelo, vero?» disse, continuando a massaggiarsi la testa.
«Già. Devi ringraziare Isaac che ti ha trovata in tempo e anche la velocità della macchina di Derek» disse, seria sulla prima parte e un po' meno sulla seconda.
«Lo farò» disse, ripensando al fatto che fosse stato Isaac a salvarle la vita.
«Dimmi la verità, voleva davvero ucciderti la persona che ti ha rapita?» *
«Glielo ha detto Derek?»
«Oh, ti prego! Dammi del tu. Comunque, sì lui»
«La questione sta diventando pericolosa, quell'uomo non si fermerà davanti a nessuno» rispose, abbassando lo sguardo.
«Lo conosco anch'io, non è così? Gerard Argent» disse accarezzandole una guancia.
«Già. Ma basta parlare di quel verme, non c'è nessuno qui?» disse fissando la porta, speranzosa che si aprisse al più presto.
«C'è Derek. Vado a chiamarlo»
Le sorrise e andò via, dopo non molti minuti entrò Derek. Restò lì a fissarla per un po', poi corse ad abbracciarla. Rebekah scoppiò a piangere tra le sue braccia, ancora una volta.
«Non sono mai stata così felice di vederti!» disse quando si calmò dal pianto. Era un pianto più liberatorio che altro.
«Come ti senti?» le disse guardandola attentamente.
«Bene... sto bene adesso»
«Sicura?»
«Ti ricordo che puoi sentire se mento» disse fissandolo negli occhi. «Derek, voglio tornarmene a casa»
«Sai che sei ancora molto debole»
«Ti prego, Derek»
«Vado a parlare con qualcuno» disse poi, sospirando.
Lei stessa si sentiva debole, forse sarebbe stato meglio rimanere in ospedale e curarsi del tutto, ma lei quei posti li odiava. Sarebbe stata meglio a casa, nel suo letto e con l'affetto delle persone alle quali voleva bene. Aveva ancora paura, sì. Gerard aveva scoperto a che cosa era allergica, poteva usarlo quando voleva senza che lei se ne accorgesse e sarebbe finita male, molto male. Aveva sfiorato la morte per un pelo.Rebekah non riusciva nemmeno a camminare bene, dovetti aggrapparsi per tutto il portico per non rischiare di cadere. Sarebbe stato molto meglio rimanere in ospedale, ma lei era estremamente testarda. Appena entrata in casa tutti la abbracciano, riuscìa sentire tanto calore, tanto affetto. Era davvero fortunata ad avere una famiglia così. Sì, loro erano la sua famiglia, la più bella che avrebbe potuto mai desiderare.
Si sentiva davvero stanca, quasi senza forze e decise di andarsene nel letto a sdraiarsi un po'. Era immersa nei suoi pensieri quando qualcuno bussò alla porta. Isaac.
«Hei» lo salutò abbozzando un sorriso, doveva sembrare forte o avrebbero cominciato a fare i babysitter, lui e Derek.
«Come ti senti?» disse avanzando pian piano.
«Sto bene, me lo hai già chiesto mille volte» disse, facendogli segno di mettersi a sedere affianco a lei.
«E' che sto ancora male per quello che è successo al magazzino...» disse con lo sguardo spento.
«Non mi hai fatto niente! Possibile che non te lo metti in testa?»
«Perché vuoi apparire sempre così forte?»
«Apparire? Non sto fingendo proprio un bel niente» disse, abbassando la testa e cominciando a torturarsi le mani, cosa che faceva quando era abbastanza nervosa. Nervosa di che poi? Era solo Isaac. Beh, forse era proprio questo il punto.
«Un altro al posto tuo starebbe rannicchiato in un angolo a tremare e piangere, io per primo» sorrise.
«Che credi? Che non abbia avuto paura?» disse alzandosi e mettendosi di fronte a lui. «Credi che non abbia ancora paura?» si alzò anche lui. «Credi che...»
Non finì di parlare perché Isaac le cinse i fianchi e la baciò. Quello stramaledetto bacio che aspettava da molto finalmente stava diventando reale e non frutto della sua fantasia. Quelle stramaledette farfalle nello stomaco, le gambe tremolanti, la distanza azzerata del tutto, ma soprattutto il suo sapore sulle labbra.
Durò tutto troppo poco per lei, avrebbe voluto rimanere intrappolata in quel gesto per l'eternità. Si staccarono molto lentamente, aprirono gli occhi e si guardarono. Nessuno dei sue osava parlare per primo.
«Perché lo hai fatto?» ruppe il ghiaccio lei.
«Non sembravi dispiaciuta» disse lui con un sorrisetto malizioso sul viso.
«Non lo sono, infatti» disse lei sorridendo.
«Mi piaci» disse all'improvviso sorprendendola più di quanto già non fosse.
Rebekah sorrise per l'ennesima volta. All'improvviso sembrava che avesse riacquistato le forze, che il dolore fosse sparito. Si sentivo decisamente meglio, era felice. Quella volta fu il suo turno però, mise le mie mani dietro il suo collo, sfiorando i suoi capelli. Azzerò di nuovo la distanza e fui lei a baciarlo.
«Mi piaci anche tu Lahey»*Ho deciso di mettere a conoscenza di tutto anche Melissa.
Emme's corner:
E ce l'hanno fattaaa! L'Isekah è finalmente una cosa concreta! Fangirlizzo sulla mia stessa storia, ma va bene u.u AHAHAHAHAAHAHAH fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo tanto.
#Emme
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You are strong, you can do it.
FanficNuovo misterioso personaggio a Beacon Hills. E lo sappiamo, questa cittadina i suoi misteri già ce li ha. Licantropi, cacciatori e umani vivono tutti insieme, chi in serena tranquillità e chi con qualche battibecco. Cosa potrà succedere con un nuovo...