Capitolo 9

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«Hai visto? Ho mantenuto la parola, l'ho stampata!» le disse Stiles mettendole la ricerca di chimica sotto al naso.
«E bravo Stilinski! Servi a qualcosa, vedi?» disse sarcastica lei.
«Ah ha! Sei simpatica Rebekah, molto. Comunque sbrighiamoci, non voglio arrivare in ritardo e rischiare che Harris mi metta in punizione... di nuovo»
«Andiamo!»
Entrarono in classe e notò Erica che le faceva cenno di andarsi a sedere vicino a lei e di conseguenza Scott e Stiles che la guardarono stranamente. Il banco davanti a loro era occupato da Boyd ed Isaac, stava succedendo qualcosa.
«Che succede?» bisbigliò, dato che Harris era appena arrivato.
«Abbiamo un piccolo problema» la informò Erica.
«Sarebbe?»
Bussarono alla porta della classe ed entrò un uomo, tutti si alzarono in piedi e di conseguenza lo fece anche lei. Ma chi era quell'uomo?
Poi cominciò a parlare, la sua voce faceva venire i brividi, c'era qualcosa di stano il lui.
«Ecco il nostro problema» la informò Isaac.
Si era accorta che c'era qualcosa in quell'uomo, ma addirittura classificarlo come problema... L'uomo in questione cominciò a parlare e si presentò come il nuovo preside della scuola, si chiamava Gerard Argent.
Argent, l'ultimo nome che avrebbe voluto sentire. Rebekah cominciò a farsi numerose domande: che fosse il nonno di Allison? Che fosse a conoscenza di chi fossero i lupi mannari in quella scuola? Che conoscesse anche lei? Notò che la fissavò più volte, come se si stesse ricordando dove l'avesse già vista.
Poi le venne in mente una cosa, come un flash: probabilmente era stato lui. Era il probabile assassino dei suoi genitori. Una rabbia improvvisa cominciò a crescere dentro di lei e il suo respiro aumentò molto velocemente, successe la stessa cosa di quando aveva avuto Allison di fronte il giorno prima. Isaac si girò e la guardò preoccupato, ma lei di rimando gli sorrise, per tranquillizzarlo.
A volte si ripeteva sarcastica che se avesse accettato il morso e ora fosse stata un lupo mannaro, sarebbe molto pericolosa, troppo.

"Cavolo non lo trovo più!" Stava rigirando per casa da più di mezz'ora, ma niente, il suo ciondolo sembrava sparito nel nulla. "Dio, fa solo che non l'abbia perso! Non riesco a trovarlo! Se l'ho perso mi ammazzo..."
«Che combini?» si spaventò.
«Isaac! Dio, mi hai spaventata!»
«Scusa. Perso qualcosa?»
«Hai presente il mio ciondolo, quello che porto sempre?» lui annuì. «Ecco, quello. Non può essere sparito nel nulla!» disse, mettendosi le mani nei capelli e poi cominciandosi a mangiucchiarsi le unghie.
«Dai, ti aiuto a cercarlo»
Rebekah lo guardò per un po', poi gli sorrise.
«Grazie»
Era più una cosa sussurrata, ma doveva averlo sentito per forza. Era incredibile come in un batter d'occhio il loro rapporto fosse cambiato. Forse era perché ormai ognuno conosceva la storia dell'altro, povero però. Però Rebekah sentiva di potersi fidare di lui, non sarebbe andato a sperperare quello che gli aveva confessato, come lei non avrebbe detto mai più una parola su suo padre, ci sarebbe stato solo male.
Cominciò di nuovo a cercare il suo ciondolo, ma sembrava inutile. Doveva solo sperare con tutta se stessa di non averlo perso a scuola. Quel ciondolo aveva un'importanza e un significato enorme, non poteva averlo perso davvero!
All'improvviso vide qualcosa di fronte a lei che penzolava dall'alto: il suo ciondolo! Lo afferrò.
«Mio Dio, grazie!» disse abbracciando Isaac dal collo, si staccò velocemente. «Dove lo hai trovato?»
«Lì fuori, proprio sull'ultimo gradino del portico»
«L'unico posto in cui non avevo guardato. Grazie Isaac»
«Figurati. Chi sono?» le domandò titubante, come se avesse paura che potesse suscitare in lei una qualche reazione negativa.
«Lo hai aperto?» Sembrava arrabbiata, ma non lo era.
«Era già aperto, non potevo non guardarlo» disse quasi per discolparsi.
«S-sono i miei genitori. Era di mia madre... è l'unico ricordo che mi resta di loro»
«Tua madre portava al collo un ciondolo con una sua foto e un'altra del suo ragazzo?»
«Già» disse lei sorridendo. Agli occhi degli altri poteva sembrare una cosa banale, ma per lei stava a significare l'amore che provavano l'uno per l'altra.
«Com'erano? Caratterialmente intendo...»
Nel frattempo erano arrivati sul portico e si erano seduti uno di fianco all'altra.
«Ricordo ben poco di loro. Solo immagini sfocate, ma nulla di concreto. Tua madre, invece? Non mi hai mai parlato di lei...» Azzardò quella domanda, anche se non era tanto sicura di fargliela.
«Mia madre è morta 3 anni fa* in un incidente in macchina. E' da quel momento che mio padre ha cominciato a... beh, lo sai. Mio fratello mi ha sempre difeso, sempre. Era l'unico su cui potessi contare realmente. Ma poi è morto pure lui, in guerra. E...»
«Sei rimasto da solo»
La guardò e annuì fissandola.
«E' per questo che hai accettato il morso da Derek?»
«Sì. Ho pensato che si, mio padre avrebbe continuato, ma che non avrei provato più tutto quel dolore, sarei guarito subito. Niente più lividi in faccia da giustificare, niente più maglie a maniche lunghe ogni santa volta. Niente»
Rebekah lo guardò negli occhi per un bel po', erano cosi azzurri, quasi di ghiaccio. Riusciva a vederci dentro tutta la solitudine, la paura e la rabbia che aveva provato.
«Hei, voi!» quella voce le era familiare, era Jackson. «Non vorrei disturbarvi, piccioncini, ma avrei bisogni di parlarti Rebekah» disse con il suo solito tono, cambierà mai carattere?
«Io vado dentro» disse Isaac, lasciandoli da soli.
«Piccioncini ci sarete tu e Lydia, idiota»
«Ci siamo lasciati. L'ho lasciata»
«Perché lo dici come se ne fossi fiero? Lydia è una bellissima ragazza»
«Non ho niente da ridire su questo, ma non posso continuare a stare con lei... non adesso»
«Che vuoi dire?»
«Sei la mia migliore amica e mi fido di te, perché posso fidarmi vero?»
«Certo Jackson!»
«Mi sono fatto mordere da Derek per diventare un licantropo, ma non è successo assolutamente niente. E' strano...»
"Niente? Jackson, sei un Kanima! Uccidi la gente!" è questo quello che avrebbe voluto dirgli. Possibile che nessuno glielo avesse ancora detto? Si sarebbe potuto risolvere qualcosa, forse...
«E' strano perché non dovrei sentirmi così»
«Così come? Non ti seguo»
«Cambiato. Più forte, strano, mi sento spesso male... Non so che mi sta succedendo Reb»
«Non ne ho idea nemmeno io»
Odiava mentire alla gente, soprattutto a quelle a cui voleva bene, ma ora come ora non poteva azzardare nessuna mossa se non avendone prima discusso con Derek. Alcuni come Scott lo ritenevano un Alpha incapace, ma per lei aveva solo paura, paura di fare la cosa sbagliata. In fondo, anche se non lo faceva vedere, aveva un cuore anche lui.

*ovviamente le notizie sulla madre di Isaac sono inventate da me.


Emme's corner: 

Capitolo un po' di passaggio, forse. Non è che ci siano informazioni nuove, oltre a un momento confessione tra Isaac e Rebekah. Io stessa li shippo comes e non ci fosse un domani, ma shh. Non so niente u.u ahahahah, ok no xD Comunque GRAZIEx29128129 volte, perchè la storia sta andando alla grande! Meglio di quello che mi aspettavo, comunque .-. Alla prossima <3

#Emme


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