Capitolo 28

531 31 0
                                    

Quella notte, Rebekah aveva dormito a tratti, e di conseguenza uno schifo. Le ragioni si dividevano tra il litigio con Isaac e la luna piena che ci sarebbe stata quella sera. La sua prima luna piena.
‪«Sveglia dormigliona»
Derek era alla porta che aspettava che si alzasse.
‪«Non posso saltare scuola anche oggi, vero?» disse coprendosi la faccia col cuscino.
‪«No, sbrigati o non ti accompagno» disse andandosene.
‪«Va bene!» sbuffò, alzandosi.
Il suo sguardo si posò sulla sua scrivania. Un cornetto e una tazza di caffè fumante erano ad aspettare di essere mangiate e bevute. Qualcuno doveva fare santo Derek!
Rebekah si cambiò alla velocità della luce e scese le scale sorseggiando il suo caffè caldo e ficcandosi in bocca l'ultimo pezzo di cornetto al cioccolato.
‪«Grazie per la colazione» gli disse appena lo incrociò in salotto.
‪«Non te l'ho portata io» disse, sorridendo lievemente.
‪«Ah no? E chi, Babbo Natale?» disse sarcastica lei.
‪«Isaac»
‪«Isaac è tornato e non mi avete svegliata? Dov'è?» disse contenta, pronta a correre da lui e riabbracciarlo così forte da strozzarlo.
‪«Ha fatto tutto molto silenziosamente, io ero fuori nel bosco. Devo dire che sta imparando in fretta» ammise Derek.
‪«Oh» disse, rattristendosi di colpo.
Perché diamine le aveva portato la colazione, non l'aveva svegliata e se ne era andato senza farsi sentire da nessuno?
‪«Si sistemerà tutto. Adesso andiamo o farai tardi»
‪«Va bene papà, andiamo» disse sorridendogli.

La scuola non cambiava mai, sempre la solita noia, per fortuna che c'erano gli amici lì. Erica, Boyd, Stiles, Scott, Allison e Lydia, erano tutti lì che aspettavano che Rebekah si avvicinasse, e lei sapeva che tutti volevano chiederle la stessa cosa: come stesse da licantropo.
Già... perché da quando Deucalion l'aveva morsa non si era fatta vedere né sentire da nessuno, era semplicemente scomparsa.
Si avvicinò e sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori.
‪«Non osate dire "Ehi Rebekah, come stai?", perché vi stacco la testa a morsi»
‪«Oookkey, piuttosto entriamo perché la prima campanella è già suonata» disse Stiles. Di conseguenza, lo guardarono tutti straniti.
‪«Da quando ti importa di arrivare in tempo alle lezioni?» gli chiese Scott.
‪«Da quando mio padre ha minacciato di cacciarmi di casa e togliermi la Jeep» disse alzandosi e avviandosi.
Come legati con una corda immaginaria, tutti lo seguirono, tranne Rebekah ed Erica.
‪«Perché Isaac non è con te?» le chiese la bionda.
‪«Lo hai visto per caso?» chiese di rimando.
‪«Sei tu la sua ragazza, dovresti sapere tu dov'è»
‪«Abbiamo litigato, ok?»
‪«Ma state sempre a litigare voi due? Sentiamo, questa volta chi dei due ha ragione?»
‪«Lui, ha sempre ragione lui!» disse lei, coprendosi il volto con le mani.
‪«Beh... se non ti parla nemmeno l'hai combinata grossa, amica mia»
Mentre le due si incamminavano verso la classe di chimica, Rebekah raccontò tutto quello che era successo nei due giorni precedenti all'amica... e di conseguenza continuarono a parlottare anche in classe. Erano completamente assenti alla lezione di Harris.
‪«Però non capisco una cosa: se è davvero così arrabbiato con me, che senso ha portarmi la colazione stamattina?»
‪«Lo ha fatto e non ti ha svegliata?» chiese lei, stupita.
‪«E' ritornato, mi ha portato la colazione e se ne è andato di nuovo non so dove!» disse, appoggiando rumorosamente la matita sul banco.
‪«Deaton! Reyes! La mia pazienza ha un limite, ci vediamo oggi pomeriggio alle 3» le urlò contro il professor Harris.
Certo che quell'uomo sapeva proprio bene come farsi rendere odioso.

Dopo la punizione con Harris, lei e Erica andarono dalei. Dopo aver detto alla madre di Erica che avrebbe passato la notte da Rebekah,le due andarono verso al vecchia casa Hale, dove le aspettavano Derek e glialtri. Tutti gli altri tranne Isaac, ovviamente. Aveva veramente deciso diignorarla? Rebekah non sapeva che cosa pensare, sperava solo che questa torturadurasse il meno possibile. Per lei non averlo vicino, non ascoltare la suavoce, non poterlo baciare, era una tortura bella e buona! Erano quasi le otto di sera, la testacominciava già a girarle, il respiro si faceva sempre più affannato, ma non glieneimportava: voleva stare con Isaac. Sapeva benissimo che non avrebbe potuto fareniente per lei e che probabilmente anche lui sarebbe stato nella sua stessacondizione, ma lo voleva vicino ad ogni costo. Si alzò velocemente dal divano esi infilò la giacca.
‪«Dove diavolo vai?» le ringhiò contro Derek.
‪«A cercare Isaac. Tranquillo, tornerò prima di sentirmicompletamente male»
‪«Non sei in condizioni per andare in giro per la città,torna a sederti!»
‪«Fidati di me Derek! Se ti ho detto che tornerò intempo, lo farò‪»
‪«Ti ho detto torna a sederti‪» le ripeté.
‪«Ma non lo capisci che ho bisogno di lui? Lasciami andare‪» gli disse, mentre l'Alpha si stava posizionandodavanti alla porta, per non farla uscire.
‪«Se uccidi qualcuno rimarrà sulla coscienza a te, nondi certo a me‪»
Quello era il modo di Derek per dirle "Vai,ma attenta a non farti male", solo che c'era tutto il suo branco lì e luinon poteva abbassare le barriere che si era creato. Rebekah gli sorrise e andò viadalla casa, correndo attraverso il bosco. L'unico problema era che non sapevadove andare a cercare Isaac.
Vagò per tantissimo tempo, ma l'unica cosa che sapeva di certo era che la luna eraormai al suo apice e che stava cominciando a trasformarsi.
Rebekah non faceva altro che ripetere a se stessa che era forte, che potevafarcela a trattenere quella bestia, ma a quanto pareva non bastava. Era troppotardi persino per tornare indietro da Derek e la sua testa non faceva altro chepulsare fortissimo, procurandole anche delle piccole allucinazioni.
Non sapeva nè come né perché, ma all'improvviso si ritrovò di fronte a casa diJackson, quella enorme villa bianca con piscina dove aveva passato interegiornate quando era piccola. Rebekah, dolorante dappertutto, si sedette sulmarciapiede e si ritrovò di fronte una piccola casetta, una formica in confrontoa quell'enorme villa. Si ricordò solo dopo che quella era la vecchia casa diIsaac. Se fosse riuscita ad entrare lì dentro, avrebbe sicuramente trovato unmodo per incatenarsi o qualcosa di simile, altrimenti avrebbe perso ilcontrollo e avrebbe combinato davvero un macello. Rebekah era praticamentepiegata in due dal dolore e sentiva chiaramente gli occhi bruciare perché stavanocambiando colore. Arrivò comunque di fronte alla porta con l'intenzione diaprirla e trascinarsi dentro quella casa, nel vero senso della parola, ma nonce la fece. Si accasciò a terra, non ce la faceva più a trattenere quellabestia che cercava di uscire con così tanta forza. Si stava trasformando.     

Emme's corner:

Eccone un altro! Lo so, forse i capitoli non sono così interessanti, ma almeno vi lascio con un po' di suspance fino a che non carico l'altro capitolo. Secondo voi che cosa succederà a Rebekah? Si trasformerà e perderà il controllo proprio come le ha detto Derek? Io lo so che cosa succede, ma non ve lo dico mica adesso! *aggiungere risata malefica qui*

E niente, adesso che non ho niente da fare mi sa che ne approfitto e mi metto a scrivere la parte II della storia, che credo sarà piena di cose belle *^* Grazie per leggermi <3

#Emme#

You are strong, you can do it.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora