Prima di chiudere definitivamente il borsone nel quale ho sistemato gli indumenti usati da Abby per le nozze, metto sopra anche il mio completo piegandolo con cura.
Justin Timberlake continua a cantare Suit and Tie in sottofondo, mentre sento anche il rumore dello scorrere dell'acqua nelle tubature.
Senza aspettare altro, appena siamo entrati nella suite, ho mandato Abby a farsi la doccia per non perdere altro tempo.
Prima di raggiungere Tom all'aeroporto, voglio mostrare ad Abby uno dei miei regali per le nozze. L'attico che ho comprato a nome suo sulla Fifth Avenue.
È un'idea che mi stava balenando in mente da molto tempo, ma non ho mai trovato l'occassione giusta per realizzarla. Cosa che si è rilevata superficiale da quando abbiamo fissato la data delle nostre nozze.
Quando lei era in viaggio a Los Angeles, mi sono dedicato alla ricerca di una nuova dimora per entrambi.
Gran parte delle esperienze, che hanno caratterizzato la nostra storia d'amore, le abbiamo vissute nell'attuale appartamento dove abitiamo. Ma al contempo esso racchiude i ricordi di una vita che voglio completamente dimenticare, ovvero quella che precede Abby come elemento fondamentale della mia esistenza. Alcuni li ho rimossi, anche se apparentemente, dalla mia mente; e voglio che accada anche nella realtà.
Non ho più motivo per essere legato al passato.
Il ritorno a New York, dopo al viaggio.di nozze, sarà l'inizio di un nuovo percorso. Voglio che lei cancelli il mio passato, possibilmente anche parte del nostro passato, e che scriva un nuovo futuro. Mi è sembrato logico cominciare dal lasciare quella villa, e trovare un nuovo posto per costruire il nostro nido. Un nuovo posto che avrà come protagonisti la mia famiglia.
Con un sorriso stampato sulle labbra sistemo la camicia azzurra nei jeans, e faccio passare la cintura nei passanti.
Non ho ancora pensato ad una sua possibile reazione. So per certo che, anche se non me lo ha detto direttamente, che tiene molto a vivere in quell'appartamento. Anche per lei ha un certo valore sentimentale. Ma suppongo che questo sarà molto più apprezzato, visto che ho pensato diverse caratteristiche.
La porta del bagno si apre e si chiude, ed il rumore provocato mi porta con i piedi sulla terra.
Quando mi volto mi ritrovo Abby, ancora parzialmente bagnata, che mi fissa stranita stringendosi maggiormente nell'accapatoio.
"Vai da qualche parte?" domanda.
La voce leggermente incrinata. Posso giurare che si metterebbe a piangere se dicessi di sì.
''Stronzo?''. Molto, ma non oggi.
Sorrido e scuoto la testa. "Ho solo una piccola correzione da fare. Andiamo da qualche parte, non ti lascio sola".
Cambia atteggiamento.
Aggrotta la fronte e mi fissa in attesa di una risposta. "Ma non torniamo a casa? "continua a chiedere "Pensavo che saremmo rientrati".
"Lo faremo, ma c'è una cosa che voglio farti vedere prima".
"Ci ho pensato per tutta la durata della doccia, ma non mi viene in mente nulla" sulla sua fronte si materiallizza la deliziosa "v" che fa arricciare la sua candida pelle "Sono troppo curiosa per aspettare. Mi dici cosa mi vuoi mostrare?".
"Se te lo dico che sorpresa è?" le domando avvicinandomi. Bacio la sua fronte in prossimità della piega, e la stringo in un abbraccio. "Ti fidi di me no?" sfioro il suo naso.
Lei annuisce.
"Preparati il più presto possibile, così aspetterai di meno".
"Amo le tue sorprese Christian, te l'ho sempre detto. Ma sai anche che non so resistere alla curiosità".
"Lo so benissimo mia dolce mogliettina" sussurro sfiorando le labbra "Ma continuo ad astenermi dal rispondere alla tua domanda. Non ti dirò nulla fin quando non sarò costretto a farlo".
Sbuffa rumorosamente e mi lancia un'occhiata truce. "Ammesso che voglia prepararmi velocemente, dov'è finito l'abito che ho appeso dietro alla porta del bagno?".
"Cosa devi fare con quell'abito?".
"Vengo nuda? O con soltanto l'intimo addosso? Non ho nulla oltre quel vestito" replica con fare ovvio.
"Ho tutto quello di cui hai bisogno" rispondo con orgoglio.
Sciolgo l'abbraccio e mi dirigo in soggiorno dove, sul divano, recupero le buste che Peter mi ha fatto avere.
Con la stessa foga ritorno sui miei passi, e mi appresto a darle qualche spiegazione.
"Qui troverai tutto quello di cui hai bisogno" spiego " Dai un'occhiata, e dimmi cosa ne pensi" sorrido raggiante ed impaziente, mentre appoggio le varie buste sul letto.
Sempre più perplessa si avvicina a me. "Ma cosa ti prende? Non mi piaci quando sei così euforico" dice con una smorfia.
Faccio un vago gesto per troncare il suo discorso e mi allontano di poco, in modo che lei possa muoversi tranquillamente.
"Ma questo è...?".
"Abbigliamento premaman?" finisco la frase al posto suo.
"Esatto! Ma perché?" domanda.
"Sapevo che ti saresti lamentata sul non poter indossare nulla come prima" rispondo guardandola con il classico sguardo del 'so tutto io' "Proprio per questo motivo, ho acquistato un bel po' di cose adatte per l'occasione. Ovviamente qui c'è solo ciò di cui hai bisogno adesso. Ma ho provveduto anche per vestirti per i prossimi mesi" sorrido "E poi entrerai tranquillamente in tutti i vestiti senza problemi" aggiungo con un'alzata di spalle.
Rilassa le spalle e abbozza un tenero sorriso. "Ma cosa devo fare con te Christian? Non mi lasci nulla su cui lamentarmi. Lo sai che non è tanto normale per me! Non potermi lamentare intendo".
"Donna avvisata, mezza salvata" ammicco "Io ti ho sempre dimostrato di non lasciarti spazio per lamentele. Sei tu che interpreti male le situazioni e parti in quarta" la punzecchio.
"Ma sentitelo, con te non potrebbe competere nemmeno il più pignolo degli uomini. Hai sempre qualcosa da ridire" risponde improvvisamente acida.
"Ok, non partire di nuovo in quarta. Stavo solo scherzando" rimedio con un tono chiaramente pacato.
Lei sorride. "Così mi piaci. Sotto al mio controllo".
"Gioisci finché sei in tempo, non sarà per sempre così" rispondo lasciandola ai suoi doveri.
"Ah no?" mi sfida.
"No piccola mia, e tu lo sai meglio di me" ridacchio.
"Lo sai che sei uno stronzo?".
"Mi hanno detto di peggio". Mi giro giusto per farle l'occhiolino e chiudo la porta alle mie spalle, non prima però di averla vista sorridere.
Dopo una manciata di minuti, finalmente, la vedo uscire dalla stanza da letto.
Indossa l'abito a maglia blu con i leggins premaman e gli stivaletti neri, mentre su un braccio regge il pesante cappotto nero.
"Tutto bene?" le domando squadrandola da capo a piedi.
"Molto bene in realtà" sorride raggiante "Mi fanno sentire più a mio agio e in pace con il mio nuovo corpo" dice girando in tondo su sè stessa come una bambina. La mia bambina.
"Grande invenzione eh?".
Soppesa le mie parole ed annuisce. "Concordo pienamente Mr Ross".
"Possiamo andare allora?" domando mentre recupero dal divano il mio cappotto.
"Certo" sorride.
Una volta indossato il mio, aiuto Abby nell'indossare il suo cappotto, per poi accompagnarla alla porta della suite.
"A cosa servono questi borsoni?" domanda osservando i due oggetti posizionati accanto alla porta.
"Sono solo le cose che abbiamo utilizzato oggi. Devo lasciarle ai miei genitori" spiego velocemente.
"Possiamo portarle noi stessi no? Non c'è bisogno di far scomodare i tuoi".
"Possono portarli loro, dai retta a me".
Sistemo un borsone sulla mano sinistra e l'altro sulla spalla del medesimo lato, per poi circondare la vita di Abby con il braccio destro.
Come da me richiesto, nella hall del Plaza, è riunita tutta la nostra famiglia.
"Siete pronti?" domanda mia madre camminando verso la nostra direzione.
"Sì Amelie" sorride Abby "Dobbiamo andare da qualche parte" aggiunge.
Mia madre mi sorride complice, mentre abbraccia mia moglie.
"Lo so tesoro" sorride "Divertiti in viaggio" si lascia scappare.
Sbatto la mano sulla fronte e sospiro esasperato. ''Quanto le costa mantenere il silenzio?''.
Abby sposta lo sguardo nella mia direzione, guardandomi con perplessità.
"Vuole dire durante il viaggio fino al posto in cui ti devo portare. Qui a New York. Vero mamma?" le giro la domanda sibilando.
"C-certo" annuisce balbettando "Intendevo proprio quello che vuole dire Christian" sorride.
"Va bene va bene" annuisce Abby, ancora più perplessa.
Sospiro sollevato e mi affretto a tagliare la corda il più presto possibile. Se rimango soltanto un secondo in più saranno capaci di spifferare tutto il mio piano. Poco ma sicuro.
"Noi cominciamo ad andare. Si è fatto tardi" borbotto avvicinandomi a mia sorella "Bea, qui ci sono le chiavi del mio appartamento. Ho attivato il sistema d'allarme quindi dovrai disattivarlo prima di entrare" spiego velocemente "Qui c'è il borsone, e ti ho già spiegato cos'altro fare".
"Stai tranquillo Chris" mi rassicura lei "Farò tutto nel migliore dei modi. Pensa solo a goderti le vacanze".
Abbozzo un sorriso e la stringo in un abbraccio. "Ti voglio bene tesoro".
In risposta mi da un sonoro bacio sulla guancia, seguito da un affettuoso buffetto.
Ritornando sui miei passi, avvolgo le spalle di Abby con un braccio.
Ciò che segue è un largo giro di saluti e lacrime di gioia, che contribuiscono ad aumentare il sospetto di mia moglie. Chi saluterebbe in questa maniera una persona che potrebbe tranquillamente incontrare l'indomani? Loro.
Finalmente, dopo dieci minuti sani, cammino lungo la hall dell'hotel diretto verso l'entrata. Abby che trotterella allegra alle mie spalle.
"Sono eccitata all'idea di vedere cos'hai architettato" mi dice.
"Sì? Poco fa sembrava che volessi estrapolare qualsiasi informazione pur di scoprire cos'ho in serbo per te".
"Volevo" ammette "Ma provo sempre un senso di eccitazione mista a felicità quando mi ritrovo dinnanzi alle tue sorprese" spiega poi.
"Non dovrai aspettare più di tanto. Fidati di me" la rassicuro.
La mia Lincoln Continental è parcheggiata dinnanzi all'entrata del Plaza, preceduta però dalla Jeep di Gillian.
"Tu che ci fai qui Gillian?" domanda bruscamente Abby osservando contrariata l'uomo "Cioè, non che mi dispiacesse ovvio, ma pensavo che saresti rientrato a casa tua. Anzi devi farlo" lo ammonisce.
"Lo so signora, non si preoccupi" sorride Gillian "Avrò modo di incontrarli presto, ma come al solito il dovere prima di ogni altra cosa".
Abby sbuffa rumorosamente e scuote la testa. "Prima o poi riuscirò a smontare la tua sicurezza nel dire certe cose. E non è un futuro lontano".
Lui scoppia a ridere di gusto, mentre io sollevo le spalle nella direzione di Abby che mi fissa esasperata.
Non è colpa mia se lei è all'oscuro dei miei piani. O forse sì?
"Mr Ross non ha colpe" mi difende Gillian "E se la rende più tranquilla, le assicuro che domani stesso incontrerò i miei familiari. È più contenta?".
Lei annuisce. "Molto contenta".
"Su, salga in macchina signora.
Apre la portiera a mia moglie, mentre Peter apre la mia.
Una volta seduto sul comodo sedile, mi concedo un attimo di tranquillità sospirando pesantemente. Nel frattempo Peter mette in moto l'auto e si immette nella strada, dietro al fuoristrada di Gillian.
"Che succede?" domanda Abby accarezzandomi il braccio.
"Nulla, sono solo un po' stanco" butto lì con noncuranza.
Tutt'altro se stanco.
"Seriamente Christian, hai organizzato tutto nel migliore dei modi. Ho apprezzato ogni minima cosa, soprattutto tutte quelle composizioni di ghiaccio raffiguranti i nostri nomi. Erano meravigliosi. Non ci pensare più".
È chiaro che le siano piaciuti. Appena entrati nella hall è stata oggetto delle mie attenzioni. Sarei un coglione se non avessi notato il modo in cui estasiata si guardava attorno.
Abbozzo comunque un sorriso e la attiro accanto a me. "Sono contento che ti sia piaciuto piccola mia. Era il tuo giudizio positivo il mio principale obiettivo da perseguire".
"Adesso sai che ho amato praticamente tutto. È stata una giornata magnifica" commenta strofinando il naso sulla mia guancia.
"Puoi dirlo forte" le faccio eco "Personalmente non mi sono ripreso da tutte quelle emozioni che ho vissuto. Ho provato così tante sensazioni, che ancora ora non riesco a credere di averle sopportate tutte. Mi sono sentito solo mentre mi preparavo nella nostra stanza. Sai, normalmente ci sei sempre tu. Fai la doccia con me, o ti ritrovo seduta sul letto a guardare la televisione oppure commenti la mia irresponsabilità nell'accantonare i miei doveri da amministratore di un'azienda. Uscire dal bagno e non ritrovarti è stato strano" ammetto.
Lei mi ascolta in silenzio. Forse segnando mentalmente le mie parole. Io fisso un punto vuoto del vetro separatore.
"E poi in chiesa. Ho avuto l'ansia di perderti all'ultimo momento. Avevo una voglia matta di uscire e farti entrare. Sentire quel maledetto sì dalle tue labbra e portarti via da qualche parte. È stata atroce l'attesa. Ma poi ti ho vista. Ho capito che sei praticamente l'unica persona di cui ho bisogno. È vero, in passato pensavo che vivere l'uno per l'altra è una colossale cazzata. Ma ho dovuto ricredermi. Io vivrei in eterno pur di stare con te. E non mi importa se ti sto sembrando uno di quei stupidi uomini innamorati delle sitcom che guardi. Ma dannazione, sento di provare e desiderare ogni fottuta cosa che ho detto. Piccola, sei la mia forza e al contempo la mia più nota debolezza. Cazzo, mi sento più umano da quando ti conosco che in tutti questi anni. E non è una cosa da poco, fidati".
Incontro finalmente il suo sguardo, e la ritrovo a fissarmi stordita.
L'ho forse spaventata?
"Anche per me è stato così" dice dopo un lungo silenzio "Per quanto mi ripetessi che già lo avevamo fatto, che già eravamo più che sposati, rimaneva sempre quel senso di ansia. Era impossibile non sentirla. Quando ti ho visto in chiesa ho capito che ne valeva la pena. Ti ho notato con quel fazzoletto sai?" ridacchia.
"Non è come pensi" cerco di rimediare.
"Certo, ma è proprio vederti in quelle circostanze che mi ha fatto capire che avrei provato tutta quell'ansia altre mille volte. Avrei ottenuto te, ti avrei promesso eterno amore e avrei sentito le tue promesse. Per quello potevo sopportare di tutto. Ogni passo verso la fine della navata è stato arduo, mi veniva troppo faticoso. Ma le cose belle necessitano sempre più impegno. Tu necessiti molto impegno. Ne vale la pena credimi. In questi due giorni di isolamento ho pensato molto a noi, al sentimento che nutro nei tuoi confronti. Non è una cosa nata di punto in bianco. È un sentimento che già esisteva in me, e che ho dovuto soltanto trovare scavando nel mio cuore. Non so se la scelta migliore l'hai fatta tu, dopotutto credo che se avessi aspettato avresti trovato una donna che ti avrebbe fatto soffrire di meno" dice con un'alzata di spalle "Ma la migliore scelta l'ho fatta io. Se non avessi scelto di lasciare Dan per seguire il mio cuore, se non avessi lasciato le redini del gioco al cuore, dubito che avrei trovato una persona come te. Non è cosa da poco sopportarmi, non è da poco tenermi testa e tollerare i miei modi di fare da ragazzina testarda. Tu lo fai, e anche con disinvoltura. Ho pensato mille volte di lasciarti perché a modo mio non poteva funzionare. Ma il mio cuore me l'ha sempre impedito Christian. Te lo dico ora, se dovesse capitarmi la peggiore delle situazioni il mio cuore mi riporterà sempre da te. Non ho dubbi".
Le sorrido dolcemente. Questa volta stordito seriamente dalle sue parole.
"Quindi per te non dovrei cambiare? Non dovrei smettere di comportarmi come un irragionevole bastardo?"
"Vuoi scherzare?" domanda sollevando di botto la testa "Non penso di amarti tanto se smetterai di essere l'irragionevole, irresistibile ed incorreggibile bastardo" dice con fare ovvio.
"Ma guarda" mi fingo offeso "Dove sono finite le parole di poco fa? Il cuore che ti porta da me".
Ride. "Non lo ascolterò".
Rido anche io. "No?"
"No" conferma "Non dovrò ritornare perché quello non sarà il mio Christian".
"Quindi non ti piace la nuova versione".
"Non posso dire che non mi piace. Sai benissimo che sono molto romantica, e le tue dichiarazioni rare come la pioggia nel deserto le amo" spiega "Ma ho perso la testa per i tuoi modi da cavernicolo".
"Cavernicolo eh?".
"Sì" annuisce divertita "Mi piaci quando arrossisci dalla rabbia, quando questo nervo alla base del collo pulsa velocemente. Quando aggiungi qualche parolaccia per accentuare i concetti. Quando perdi la ragione e mi butti fuori di casa" allude ad un nostro litigio "Quando poi mi cerchi per tutta la città e mi trascini a casa con il ricatto. Mi piaci quando sei più il semplice uomo, quello che buttato sul divano urla per avere la cena. Mi piace quando strisciando fastidiosamente i piedi sul parquet vai in bagno. E poi, avvicinati c'è un'altra cosa" conclude con un sussurro.
"Perché? Non ci sente nessuno tanto".
"Tu avvicinati comunque" ribatte fermamente.
Mi avvicino a lei che raggiunge il mio orecchio.
"Mi piaci tremendamente quando eccitato mi ordini di mettermi a letto e di soddisfarti fino allo sfinimento" mormora con voce roca e sensuale.
"Sono casi rari" puntualizzo ignorando il timbro della sua voce "Le altre volte ti ho sempre chiesto il permesso".
"Ma a me piaci nella versione cavernicolo. Che ci posso fare io?" domanda con un sorriso birichino.
Scuoto la testa e sorrido. "Niente mia pazza donna. Cercherò di non farti mancare quella mia parte allora".
"Così va molto bene" alza il petto con arroganza "Ora che ho concluso la confessione, visto che ti amo anche quando fai la Bestia mi dici dove andiamo?".
''Lo sapevo''. "Aveva doppi fini la tua confessione?" chiedo scoppiando a ridere.
"Certo che no! Ma potresti dirmelo, no?" chiede facendo le fusa.
"Perché devo dirtelo se puoi vederlo tu stessa" alzo le spalle.
"Come?" si gira per guardare fuori dal finestrino "Ma siamo fermi? Di già?".
"Siamo fermi da più di dieci minuti piccola mia" la avviso "Solo non volevo intralciare il tuo monologo".
"Ma...accidenti a te Christian" risponde esasperata "E poi dove mi hai portata? Non dirmi che era una sceneggiata perché ti uccido, seriamente".
"Non è una sceneggiata" la rassicuro "Scendiamo, così lo vedi tu stessa che ho ragione".
Senza farselo ripetere un'altra volta si avvicina alla portiera e si precipita fuori.
Con la mia tranquillità scendo dall'auto e mi appoggio sul tetto.
"Beh? Che c'è qui?" chiede perplessa.
"Piccola" la richiamo.
Si gira e prende al volo il mazzo di chiavi che le lancio.
"Quell'edificio" le indico il palazzo "Piano 60. Codice 37585 e scegli il tasto 2".
"Non ho capito cosa dobbiamo fare qui, ma spero solo che non sia uno scherzo" borbotta dandomi la schiena.
Scuoto la testa divertito e la seguo fino all'entrata, dove incontriamo il guardiano.
"Buonasera Mr Ross" saluta l'uomo educatamente.
"Buonasera Anthony, ti presento mia moglie. Mrs Abby Ross".
L'uomo le tende la mano, ed Abby ricambia con affetto.
"Piacere Signora, e auguri per le nozze".
"La ringrazio, è un piacere conoscerla Mr Anthony".
"Il piacere è tutto mio" sorride l'uomo "E lo sarà altrettanto esserle d'aiuto quando vi trasferirete ufficialmente".
Abby mi lancia un'occhiata perplessa, che io ricambio con un sorriso a trentadue denti.
"Vai avanti, ti raggiungo tra un po'. Lì c'è l'ascensore" le indico la strada.
Annuisce titubante, ma si incammina comunque verso la direzione da me indicata.
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Insostituibile Amore [3]
RandomSequel di: Irresistible Tentazione ||My Man Trilogy 1|| Incorreggibile Bastardo ||My Man Trilogy 2|| TRAMA Ti avvolgerà il vuoto. Attorno a te sarà tutto buio. Non avrai certezze, non avrai nessuno. Non saprai dove andare, nè cosa fare. In quel mome...