Insostituibile - Capitolo 24

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Stropiccio gli occhi infastidita e ritiro i miei piedi sotto alla pesante coperta del letto.
Odio sentire freddo ai piedi.
E soprattutto odio dover perdere il sonno per questo fastidiosissimo inconveniente.
Mi rigiro dunque nel letto, nella speranza di riprendere il sogno che stavo facendo dal punto in cui lo avevo lasciato.
Ma nulla.
Christian ed io stavamo camminando lungo la riva del fiume Hudson, mostrando a due bambini di quasi due anni, forse, la Statua della Libertà all'orizzonte.
I due bambini erano completamente uguali per quanto riguarda i lineamenti del viso. Due gemelli.
Il bambino aveva corti capelli ramati e due occhi verdi come quelli di Christian.
La bambina aveva anch'essa i capelli ramati. Però i suoi occhi erano scuri. Come i miei.
Io e Christian mostravamo loro il grande monumento che svettava all'orizzonte, e loro non potevano fare a meno di sorridere incuriositi da quella costruzione così imponente in mezzo all'acqua.
Christian era completamente calato nel ruolo di padre di famiglia.
Si preoccupava di tenere i bambini in braccio. Li teneva quasi sempre impegnati con qualche aneddoto della sua infanzia o qualche storiella inventata sul momento di cattivi mostri che attaccavano la città e della presa di vita della statua che li sconfiggeva con molta tranquillità.
Loro ascoltavano con grande interesse, incoraggiando il padre a lanciarsi in qualche altro entusiasmante racconto, credendo in ogni sua singola parola.
Io li osservavo da vicino, sentendomi completamente orgogliosa di ciò che vedevo e di ciò che loro nel complesso erano.
Mi crogiolavo nella sensazione che provavo nel sentire le loro voci che dolcemente cinguettavano un 'papà' o un 'mamma' all'improvviso. Mi rallegravo sentendo le farfalle svolazzare nello stomaco ogni qual volta mio marito mi sorrideva con amore.
Mi sentivo completamente felice quando realizzavo che tutto era esattamente come volevo che fosse.
Poi Christian diceva che doveva dirmi qualcosa di importante.
Nel sogno sistemava i bambini nel passeggino, e si avvicinava a me per prendere il mio viso tra le sue grandi mani.
Apriva la bocca per dire qualcosa ed io ho visto sbiadire gradualmente quell'ultima immagine che ricordo.

Nel vano tentativo di riprendere il sogno da dove l'avevo lasciato, chiudo gli occhi e ricostruisco mentalmente la scena.
Noi che passeggiavamo.
Christian con i bambini.
Christian che mi annunciava di dovermi dire qualcosa di importante.
E poi...
Stringo gli occhi con forza ed immagino una scena fedele a quella che avevo sognato. Ma...
Nulla. Non riesco a riprendere il sogno.
Riapro quindi gli occhi e osservo delusa il soffitto della stanza mia e di Christian a Angel's Heaven.
Sotto al calore delle coperte accarezzo pigramente il pancione, fremendo dalla voglia di tenere tra le braccia i miei figli.
Girandomi con cura sul fianco destro, osservo i vasi con le stelle di Natale che Christian ha fatto sistemare sul davanzale della finestra del balcone.
Natale.
Chi non può amare il Natale? Decisamente nessuno.
Sebbene manchino solamente tre giorni per il venticinque di Dicembre, la mia mente - e forse tutto - è già catapultata a quel meraviglioso giorno.
Sarà il primo natale che passerò insieme a mio marito.
Da quando l'ho conosciuto - e andiamo indietro di cinque lunghissimi anni - non ho mai avuto la possibilità di festeggiare alcuna ricorrenza in sua compagnia.
Un po per via del fatto che all'inizio la nostra relazione durò solamente qualche mese, un po perché gran parte di questi cinque lunghissimi anni trascorsi dal giorno in cui lo incontrai per la prima volta, li abbiamo quasi sempre passati lontani l'uno dall'altro.
Possibilmente incazzati, di cattivo umore - e perché no - in città diverse.
Per ciò questo Natale si prospetta come il primo che festeggerò insieme a lui e alla sua famiglia.
La mia nuova famiglia.
E senza dubbio, sarà anche l'ultimo Natale che trascorreremo da soli lui ed io.
L'anno prossimo ci penseranno anche i nostri figli a rallegrare quel giorno. E questo Natale che passeremo in solitudine sarà solo un lontano ricordo.
Il mio cuore perde un battito al solo immaginare questo stesso attico decorato interamente da loro e vivacizzato dai loro dolcissimi schiamazzi.
Possibilmente, l'albero che quest'anno abbiamo preparato solo Evan, Christian ed io, lo prepareranno anche i bambini.
Possibilmente non vorranno queste stesse decorazioni. È probabile che, prendendo un po del carattere di mio marito che tende sempre ad innovare i suoi averi, vorranno qualcosa di nuovo e più vivace.
Sospiro sorridendo e accarezzo ancora un'altra volta il grande pancione, sentendo adesso al contatto i loro movimenti al mio interno.

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