Insostituibile - Capitolo 25

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«Sono sveglia, sono sveglia!» annuncio balzando a sedere sul divano, quando sento il rumore di qualcosa che viene distrutto.
Apro con fatica gli occhi e mi ritrovo davanti il televisore che trasmette invece la replica di un episodio di White Collar.

'Altro che distruzione' penso ruotando gli occhi al cielo.

Recupero con molta lentezza il telecomando ed alzo di poco il volume del televisore, sorridendo comunque come un ebete dinnanzi all'immagine di un meraviglioso Matt Bomer che scolpisce una scultura di marmo in canottiera e pantaloni grigi di un completo.

'Oh Signore, fa che siano benedetti gli uomini come Matt' penso sospirando, e tentando anche di non sbavare sul posto guardando con occhi sognanti quel Dio Greco che lavora con molta indifferenza.

Piego la testa un po' a sinistra ed un po' a destra, seguendo perfettamente i movimenti di Matt.
Quando lui si piega a destra, la mia testa fa lo stesso.
Se lui si piega a sinistra, la mia testa anche si piega a sinistra.

'Gesù, che fondoschiena - penso mordendo appena il labbro inferiore - E che fisico' penso adesso sbavando, fin quando la pubblicità non mi strappa una smorfia di disappunto.

«Odiosa pubblicità» borbotto anche.

Privata della distrazione "White Collar", acconcio i miei capelli in una veloce e disordinata crocchia e stiracchio i muscoli che si erano addormentati a causa del mio breve sonnellino.
L'orologio digitale da parete segna le nove meno un quarto, ed il mio stomaco inizia ad avanzare le prime proteste per la fame.

''Alla faccia del diminuire i pasti'' penso divertita, mentre cerco di alzarmi.

Aggrappandomi al bracciolo del divano mi metto in piedi con molta fatica pensando a cosa preparare per cena, quando pian piano nella mia testa si fa spazio un pensiero.
Christian ed Evan.
La fame va a farsi benedire, mentre l'ansia prende il sopravvento di tutta me stessa.

«Christian sei a casa?» domando, scrutando con attenzione l'ambiente che mi circonda.

Non ricevendo alcuna risposta mi allarmo maggiormente poiché non è loro abitudine sparire senza preavviso.
Recupero quindi il cordless dal tavolino e apro la porta-finestra che dà sul balcone.

Fuori nevica ancora ed un leggero venticello soffia tra i palazzi, facendo cadere più in là i fiocchi di neve che scendono dal cielo.
Facendomi calore con una mano digito con l'altra sul telefono il numero di mio marito, e dopo aver fatto partire la chiamata avvicino l'apparecchio all'orecchio.
Come prima, sento solamente gli squilli. Nessuno, ovviamente, risponde.

Questa volta non mi preoccupo nemmeno di cercare mio fratello. In cambio, rientro in casa e decido di chiamare un'altra volta Peter.
Questa volta per dirgli la verità, ovvero che Christian manca da casa da più di due ore. Con lui pure Evan.

Prima che io possa però avviare la chiamata, il rumore dell'ascensore che si ferma al nostro piano attira la mia totale attenzione.
Metto quindi giù il telefono e osservo con curiosità la porta che si separa in due parti, rivelando dietro ad essa le figure stanche di Christian ed Evan che entrano.

«Ma finalmente, Cristo Santo! - sospiro ora tranquilla, ma arrabbiata con entrambi – Era ora che tornaste tutti e due a casa. Avete la più pallida idea di come può sentirsi una donna incinta da sola a casa non avendo nessunissima notizia di suo marito e fratello, usciti di casa la mattina?» domando agitando le braccia in aria.
I due si lanciano un'occhiata tra di loro, senza però proferire parola per rispondere alla mia domanda.

Da parte mia incrocio le braccia al petto, battendo un piede sul pavimento mentre aspetto che uno dei due - o entrambi separatamente - mi diano delle spiegazioni valide al cento percento per questa loro improvvisa assenza.
Cosa che ovviamente non accade. Ovviamente.

Insostituibile Amore [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora