Insostituibile - Capitolo 35

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(Nella foto Asin Thottumkal, nel ruolo di Ayva Agarathi)

ABBY.

Lunedì.

Discussioni animate passate, baci focosi scambiati e rassicurazioni dovute date, finalmente Christian ed io varchiamo la soglia della RM tenendoci per mano in quello che sarebbe il mio secondo primissimo giorno da dipendente dell'azienda (la prima volta fu quando mi assunsero come graphic designer, ora in qualche modo ho convinto Christian a mettermi nel gruppo che si occupa di Marketing perché Ayva mi ha supplicata. Quasi supplicata. Ed io volevo fare qualcosa di più interessante che progettare poster)

Gli abituali frequentatori del luogo, nonché per la maggior parte anche loro come me dipendenti di mio maritio, ci rivolgono educatissimi sorrisi prestando più rispetto del dovuto al grande e grosso uomo (loro capo) che a spalle dritte e imbronciato marcia insieme a me verso gli ascensori ignorandoli palesemente.

Sarah, la receptionist, sorride affettuosamente ad entrambi.
Forse meno affettuosamente a me e più calorosamente a mio marito.
Ma Christian ignora anche a lei. Ed io gioiscono segretamente.

Ma nonostante tutto, sorvolando il fatto che sia qui essenzialmente per lavorare e non cazzeggiare e la receptionist di mio marito che vuole sposare il suo segretario che cova rancori nei miei confronti e fa ancora gli occhi dolci al mio uomo, mi sento abbastanza rilassata e serena.

Il che è veramente un miracolo.

Il pensiero di dover stare chiusa a casa a disperarmi su tutti i miei problemi di salute, o anche quello di dover seguire ovunque Francisco che va a caccia delle mie paure da disintegrare, mi mette su i brividi. È una cosa che preferirei evitare, se non fosse per il fatto che tutto ciò sia rilevante per raggiungere la cura e l'ottenimento della memoria.

Christian schiaccia il bottone per prenotare l'ascensore, e appoggiandosi con noncuranza alla parete mi osserva in silenzio rigirando tra le mani il suo IPhone. Credo sia arrabbiato con me per il fatto che non abbia voluto minimamente considerare la sua proposta di licenziare Cynthia per prendere io il suo posto.

«Sei ancora arrabbiato con me?» domando sospirando frustrata.

«No».

Ruoto gli occhi al cielo per la sua risposta scontrosa, e prendo tra le mie mani la sua. Mi lancia una fugace occhiata contemplando il mio look - consistente essenzialmente in un completo da lavoro color crema, con giacca rigorosamente aperta sul davanti perché incapace di contenere il pancione - e si mordicchia il labbro inferiore.

«I piani erano passare tempo con me. Così non passerai mai del tempo con me» borbotta corrucciato, confermando le mie tesi.

«I piani erano lavorare e tenere in moto il mio cervello. Poi stare con te» ribatto.

«Cazzate».

L'ascensore arriva al pianoterra producendo un flebile effetto sonoro, e Christian raddrizza istantaneamente le spalle. Le porte si aprono e lui appoggia una mano alla base della schiena per esortarmi ad entrare.

«Fuori tutti».
Le persone all'interno della cabina vengono cacciate via malamente, quelle che avevano intenzione di entrarvi vengono esortate ad aspettare la prossima corsa dall'affascinante amministratore delegato in completo elegante che fuma rabbia dalle orecchie.

Le porte si chiudono. Christian prenota la fermata al quarantesimo piano. L'ascensore inizia a salire, fermandosi di tanto in tanto a qualche piano intermedio per far in modo che le altre persone sentano l'ennesimo "fuori tutti" di Christian.

Ci ritroviamo quindi soli a fissarci in silenzio. Per molto tempo.

Dodicesimo piano.

La normale corsa sembra protrarsi più del dovuto. E, ad ogni piano dell'edificio che superiamo, la temperatura pare salire di grado in grado.

Insostituibile Amore [3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora