Abby's pov.
"Tu ed io dobbiamo parlare" decreta Bennett, mentre con fare affrettato prende posto attorno all'isola della cucina "Abbiamo già lasciato scorrere troppo tempo".
"Ok" annuisco semplicemente, appoggiando lo strofinaccio con il quale stavo asciugando dei piatti. Seguo il suo esempio e prendo posto in uno sgabello, mantenendo comunque le distanze da mio padre. Infatti sono seduta dall'altro lato, come per ritagliare un briciolo di distanza.
"Evan?" domanda, lasciando capire che ancora non ha intenzione di rivelare nulla sul mio conto al figlio.
"È uscito" gli spiego in fretta "Lavori di manutenzione al Black Horse".
"Ok" questa volta è lui quello che si limita ad annuire.
''Di cosa mi volevi parlare precisamente?'' fingo di non sapere l'argomento del suo discorso, mentre dentro fremo dalla voglia di sapere almeno una piccolissima parte del mio vero passato.
Mi lancia un'occhiata dubbiosa. Incapace di statuire con sicurezza se sto fingendo di non sapere, o se sto solamente cercando di non mostrarmi troppo interessata alle sue parole. ''Credevo avessi capito già l'argomento''.
'Come non detto'.
''Beh, sì l'avevo già capito'' faccio spallucce ''Ma volevo comunque...''.
''Lasciamo perdere'' mi interrompe lui bruscamente ''Arriviamo al dunque''.
''Certo, però prima di cominciare vorrei almeno fare una domanda io. Se è possibile'' chiedo esitando un po'.
''Quale domanda?''.
''Gradirei che rispondessi con tutta la sincerità di cui sei portatore. Sono realmente tua figlia? Tua nel senso tua. Per adesso non voglio conoscere l'identità della persona che mi ha portata nel grembo''.
''Certo che sì, Abby'' risponde con tono quasi offeso ''Tu sei mia figlia ''.
''Ok, è sufficiente questa certezza per adesso. Puoi dirmi ciò che avevi intenzione di dire'' lo incalzo a proseguire.
Prende una generosa boccata d'aria, e si lancia in un'invocazione dei suoi ricordi più remoti.
Io mi preparo al peggio.
''E' un po' faticoso per me ricordare quegli anni a questo punto della mia vita, soprattutto quando sono consapevole che ormai Evelyn non è più al mio fianco.
Non parlo più di quegli anni da moltissimo tempo, anzi credo di non averli più raccontati ad alta voce. - prende una pausa - Ebbe tutto inizio quando avevo all'incirca la tua età, per non dire qualche anno in meno. Studiavo economia all'Università di Washington di Seattle quando conobbi Rose Ward, quella che oggi per te è tua madre e moglie di Trevor Ryan – sospira guardandomi negli occhi, per cogliere anche le conseguenze in me delle sue parole – fu una sorta di fiamma, amore a prima vista più precisamente. Era decisamente la ragazza più interessante del mio corso con quei suoi modi di fare da donna ribelle ma con la testa salda sul collo – sorride lievemente – non avevo mai conosciuto una ragazza così tanto testarda ma dolce al contempo, una capace di ammaliarmi con quei suoi semplicissimi gesti che stonavano con il pavoneggiarsi delle altre ragazze di quei tempi. Ero completamente stregato, tanto da provare presto quel sentimento che oggi molto spesso chiamate cotta. Ero attento ad averla sempre accanto, frequentavo gli stessi corsi ai quali si iscriveva lei, le medesime attività extracurricolari, le stesse compagnie addirittura – ride tristemente – ero veramente troppo preso da quella donna.
Conoscendola meglio mi erano sorte numerose perplessità sul suo conto, giusto per citarne uno il motivo per cui si era iscritta in quella facoltà. L'economia e tutto quello che poteva riguardarla non era di suo interesse. Eppure era lì, ed io che ero innamorato perso di lei non me ne facevo un problema''.All'ennesima sua pausa di riflessione il mio cervello inizia ad elaborare i suoi primi pensieri.
Sebbene le sue parole raccontassero una storia d'amore degna di tutto il rispetto di questo mondo, il suo esito non mi sembra promettere nulla di buono.
Ammettendo che lui sia mio padre. Chi è la mia vera madre? Rose ed Evelyn sono due persone distinte, o l'una è anche l'altra?''I primi problemi sorsero quando tra me e Rose entrò anche Trevor – riprende a raccontare lui, portandomi a rizzare nuovamente le orecchie – ti ho già detto che cercavo di stare il più vicino possibile a Rose, e proprio così facendo mi ritrovai iscritto al circolo che redigeva il giornalino della facoltà.
Rose era entusiasta di farne parte, mentre io lo ero solo perché potevo stare più tempo con lei in quanto entrambi provetti giornalisti. Eravamo una coppia imbattibile, perché lei sapeva muoversi abilmente in quell'ambito ed io ero bravo ad assecondarla in ogni suo capriccio e ordine. Andò avanti fino al quarto anno di università.
E tutto filò liscio fin quando al circolo non si unì anche Trevor.
Lui era il classico ragazzo fin troppo bello e ricco. Quello che tutte volevano avere a tutti i costi per agguantare la vigorosa ricchezza. Nonostante ciò era un ragazzo molto educato e per nulla egocentrico. Oserei dire anche un po' goffo e stupido – pronuncia queste parole con un tono di voce decisamente più cauto, come per non apparire troppo sicuro di sé ai miei occhi - . Vista la sua destrezza nel darsi da fare con la macchina fotografica, lo annessero come fotografo del circolo. Rose ed io non continuammo più a lavorare in coppia, anche perché due giornalisti per un caso erano troppi. Ed i casi non erano così tanti. Erano più le volte in cui lavorava con Trevor, che quelle con me. Ed io ne ero totalmente infastidito.
La svolta per i miei sentimenti fu quando lavorammo tutti insieme allo scoop del primo semestre del quarto anno: un caso di corruzione di alcuni docenti corrotti che si facevano pagare profumatamente per fornire anticipatamente i quesiti degli esami scritti''.
''Fu in quell'occasione che mia madre, cioè Rose, fu cacciata dalla facoltà'' aggiungo io, ricordando alcuni spezzoni del racconto che mi avevano più volte rifilato i miei genitori adottivi.
''Esatto – annuisce Bennett – solo che per me fu l'occasione che deviò i miei sentimenti da Rose ad Evelyn, la sorella gemella della tua madre adottiva nonché zia''.
''Allora esiste davvero'' mormoro, totalmente sollevata di sentire queste sue ultime parole.
''Credevi fosse una bugia?'' domanda stupito.
Annuisco. "Mi avevano già raccontato qualcosa sull'esistenza di Evelyn, la sorella gemella di Rose - specifico, in tono tranquillo - Eppure qualcosa in me continuava a ripetermi che magari fosse una messinscena. Voglio dire, se amavi così tanto Rose perché avresti dovuto avere me con Evelyn? Sempre se fosse esistita, ovviamente" concludo scettica.
"Evelyn era reale, tanto quanto lo sei tu e tutti gli altri!" risponde in tono di rimprovero.
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Insostituibile Amore [3]
CasualeSequel di: Irresistible Tentazione ||My Man Trilogy 1|| Incorreggibile Bastardo ||My Man Trilogy 2|| TRAMA Ti avvolgerà il vuoto. Attorno a te sarà tutto buio. Non avrai certezze, non avrai nessuno. Non saprai dove andare, nè cosa fare. In quel mome...