Capitolo 2: Il Libro

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"Sono a casa!" esclamai. Ero stata appena un'ora fuori, e ritornai in tempo per pranzare.
Aiutai mia mamma a cucinare, e nel frattempo Ginevra aiutò papà ad apparecchiare.
In cucina c'era odore di pollo, peperoni grigliati e forse anche di patate al forno.
Ci sedemmo a mangiare il buon pranzo e subito dopo aiutai a lavare i piatti assieme a Ginevra, mentre nostro padre stava già lavorando ad un nuovo progetto; era un famoso architetto conosciuto in tutta Italia, mentre nostra madre era un prestigioso giudice.

Ginevra diceva di voler diventare da grande una maestra di scuola elementare... Io, invece non avevo la più pallida idea di chi volessi diventare, o semplicemente cosa volessi fare.

Mi fermai a guardare mia sorella per un attimo, così diversa da me.
Aveva i capelli rossi, geneticamente dalla parta di mamma, e gli occhi blu presi da papà. Sembrava una bambola per quanto fosse bella.
A volte sembrava lei l'adulta e io la bambina, per quanto seria fosse... ma andavamo molto d'accordo, ci volevamo bene e ci aiutavamo sempre, in ogni circostanza.

Lei mi vide che la stavo letteralmente fissando;

"Tutto bene? Stai già dormendo alle 15 del pomeriggio?!" adoravo il suo sarcasmo, pur se fosse fastidioso certe volte.

"Non sto dormendo stupida!" risi e poi continuai.

"Pensavo..."

Rise anche lei, e subito dopo andò in camera sua.
Feci lo stesso e cominciai a riguardare il libro bianco; come si poteva tenere un libro così in una biblioteca?
Era così strano.
Così strano...

|Toc Toc Toc|

"Chi è?" dissi.

"Sono papà posso entrare?"

"Certo entra!" risposi.

"Volevo parlarti della tua nuova scuola Els... Devi entrare alle 08:30 e uscire alle 12:30 solo il lunedì e il sabato, il resto dei giorni invece si entra alle 08:15 e si esce alle 13:15; tutto chiaro tesoro?"

"Oh, okay... si, grazie papà" lui sorrise ed uscì dalla stanza, gli sorrisi altrettanto, e continuai ad osservare attentamente il libro.
Osservavo ogni minimo particolare, ma in realtà non ce n'erano, era solo un libro bianco, uno sbaglio della biblioteca, o di qualche casa editrice di truffatori.
Era l'unica spiegazione che mi riuscivo a dare.

In fondo niente mi risultava bizzarro, a parte le immense pagine bianche...

Els, mi chiamo così. [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora