«Ma dove sono finito?»

620 34 6
                                    

Finalmente Sam stava per realizzare il sogno della sua vita: gli esami andavano bene e prevedeva di laurearsi a pieni voti, in più era fidanzato da due anni con una bellissima bionda che faceva la cameriera in un bar, Jessica. Per ora lei abitava ancora con i suoi, mentre lui viveva in un monolocale che pagava con dei lavoretti saltuari. Sam aveva solo 25 anni ma aveva già pianificato il proprio futuro: una volta laureato, avrebbe trovato lavoro in un famoso studio legale, si sarebbe sposato e avrebbe comprato una vera casa.
Grazie all'università era stato assunto come stagista nello studio legale Fuller&Curtis, non avrebbe guadagnato molto ma quel lavoro gli avrebbe permesso d'imparare sul campo.

Il primo giorno si presentò nell'ufficio del suo osservatore, un tizio sulla quarantina con i capelli ondulati biondo miele.
«Salve, sono Sam Winchester e sono il nuovo tirocinante» disse, sfoderando il suo miglior sorriso e porgendogli la mano.
«Quindi dovrei prenderti sotto la mia ala protettrice, eh?» gli chiese l'altro, con una pronuncia leggermente strascicata, alzandosi dalla sedia dietro una scrivania ingombra di carte e libri, su cui troneggiava un vaso di vetro pieno di dolci. Lo squadrò con degli insoliti occhi dorati. «Qui le soluzioni sono due: o mi procuro un paio di trampoli o ti metti in ginocchio.»
In effetti, Sam era alto quasi 2 metri, mentre il suo collega era più basso di almeno 20 centimetri.
«Io sono Gabriel Novak, se vuoi, puoi chiamarmi Gabe» gli disse stringendogli la mano. «Le tue mansioni saranno tenere in ordine l'archivio, rispondere al telefono, ridere alle mie battute e massaggiarmi le gambe dopo una lunga giornata passata in tribunale.»
"Ma questo è un cretino!" pensò Sam.
«Su, sto scherzando, Gigantor!» ridacchiò, dandogli una pacca scherzosa sul braccio. «Vieni che ti presento il resto della squadra.»

Entrarono in un ufficio in cui c'era un uomo bruno con la barba, che fissava con aria affranta lo schermo del computer, le dita intrecciate sopra la testa: «Perché? Perché?»
«Ohilà, Chucky!» lo salutò Gabriel. «Un'altra mail del tuo non-editore?»
«Già, mi accusa di plagio ma non è vero!»
«Di che cosa parlava il tuo ultimo romanzo?»
«È ambientato in Australia. Uno studente di legge indaga sulla morte di due giudici e scopre un complotto che parte da Sidney. Il rapporto del ragazzo fa riferimento a un luogo abitato dagli ornitorinchi che interessa per scopi industriali e anti-ecologici, poi...»
«Sembra la trama de "Il rapporto Pelican"» lo interruppe Sam, perplesso.
«È esattamente quello che mi hanno scritto loro ma non è vero! I pellicani neppure compaiono, si parla di ornitorinchi!» esclamò Chucky indignato.
«Sempre il becco hanno» disse Gabriel. «Forse avresti dovuto metterci dei koala. Per la cronaca, questo è Sam, il nostro nuovo stagista.»
«Sì, ciao. Sai che è un'idea? Adesso faccio subito "trova e sostituisci" e glielo ripropongo.»
«D'accordo, ti lasciamo al tuo lavoro.» Appena fuori, Gabriel disse a bassa voce a Sam: «Il suo hobby è scrivere romanzi che puntualmente vengono bocciati dagli editori. Mi ha obbligato a leggerne qualcuno e devo dire che li ho trovati buoni e originali.»
«Allora perché non glieli pubblicano?»
«Semplice. Quelli buoni non sono originali e quelli originali non sono buoni.»

Entrarono in un altro ufficio che definire spoglio era riduttivo «Ehi, Garthy, vieni a salutare il nostro nuovo stagista, Sammy.» poi sussurrò in fretta a Winchester: «Attento a non farti garthizzare.»
«Che...?» stava chiedendo Sam, perplesso.
Prima che potesse dire qualcos'altro, un tipetto castano tutto pelle e ossa gli corse incontro e lo abbracciò entusiasta, quasi stritolandolo. «Son tanto, tanto felice di conoscerti!»
«Uh... sì, grazie...» balbettò Sam, tenendo le proprie braccia ben aderenti al corpo.
«Troppo tardi...» gli disse Gabriel, quando uscirono. «Quella sarebbe la sua stretta di mano.»
«Non mi piace» gli sussurrò Sam.
«Non piace a nessuno. È un avvocato divorzista... pensa: ha persino un calzino per interrogare i bambini.»
Sam deglutì: «Scusa... hai detto calzino
«Sì, Mr. Fizzles, devi chiedergli di presentartelo un giorno o l'altro, detto in confidenza se fossi in Zac e Meti, terrei lui e licenzierei Garth ma a quanto pare lavorano solo in coppia... e quello invece è Raphael Finnermann, uelà, Raphi! Questo è Sammy!» trillò all'indirizzo di uno che passava di fretta, ma il tizio li squadrò freddamente, indirizzando loro solo un secco cenno del capo.
«È specializzato in assicurazioni che non pagano. Una volta abbiamo fatto 8 ore di aereo, dico otto, e lui non si è mai appoggiato al sedile, per paura di sgualcirsi la giacca» sghignazzò.

Entrarono in un altro ufficio alle cui pareti erano appesi vari poster, che raffiguravano tutti dei draghi; sulla scrivania incombeva invece una statuina vestita di nero, coi capelli rossi.
«E questa invece è Charlie» gli disse, indicandogli una ragazza, anch'ella coi capelli rossi, che batteva furiosamente al computer. «Dolcezza, questo è Sam, stavolta non potrai proprio non prendere in considerazione anche questa metà del cielo» le disse, ammiccando.
La ragazza alzò appena gli occhi dalla tastiera: «Non è il mio tipo. DNA sbagliato. Y al posto di X.»
«Che...?» "Ma dove son capitato? Qui sembrano tutti matti!"
«Sei proprio senza speranza. Stai ancora cercando di violare il sito del Pentagono?» s'informò Gabriel.
Charlie sbuffò: «Già fatto, ora sto cercando di far sganciare a Bill Gates qualche milione in favore di Green Peace.»
«D'accordo, io non ho visto niente.» e trascinò Sam nel proprio ufficio. «È la nostra esperta d'informatica, un vero genio del computer, peccato che abbia la fissa solo per il DNA con la doppia X» sospirò platealmente.
«Ma quello che sta facendo non è illegale?»
«Solo se ti beccano, pasticcino, e questa è la tua scrivania» gli disse indicandogliene una con sopra solo un computer, un telefono e un enorme vaso di vetro pieno di dolci identico a quello che troneggiava sull'altra. «Spero che ti piacciano, io li adoro. Finché sei qui, puoi decorarla come vuoi ma niente foto di donnine nude, mi distrarrebbero troppo.»
«Io sono fidanzato!» esclamò Sam stizzito, soprattutto per il nomignolo che gli era appena stato affibbiato.
«Allora niente foto della tua fidanzata nuda, mi verrebbe troppa voglia di conoscerla.»

Quella sera, Sam portò Jessica in una pizzeria per festeggiare il suo primo giorno di lavoro.
Mentre si dirigevano al tavolo, parecchi uomini si girarono a guardarli, Sam sapeva che fissavano Jess e le sue belle gambe affusolate, messe in risalto da un paio di jeans corti e attillati. Era molto orgoglioso di avere una così bella fidanzata: con il suo fisico (1,80!) avrebbe potuto fare l'indossatrice, non la cameriera, inoltre gli piaceva che, nonostante i mezzi limitati, volesse sempre apparire al suo meglio.
Si sedettero e lei gli rivolse un sorriso seducente: «Allora com'è andato il primo giorno?»
«Ti assicuro, Jess, sembra una gabbia di matti! Non vedo l'ora che lo stage finisca.»
La ragazza si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «E il tuo supervisore?» chiese.
«Un cretino che non fa altro che ingozzarsi di dolci e fare battute idiote! Non so se resisterò.»
«Oh tesoro, come mi dispiace! Pensa però che è solo per pochi mesi e vedrai che quando ti sarai laureato, gli studi più prestigiosi faranno a gara per averti nel loro staff» gli disse stringendogli la mano attraverso il tavolo.
«Lo spero proprio» sospirò Sam.





Le sorprese dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora