«Ma quell'idea era mia!»

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Quando Sam si era iscritto alla facoltà di giurisprudenza di Stanford per diventare avvocato, aveva la testa piena di bellissimi sogni sul proprio futuro, ora che ne aveva realizzata una parte, scopriva che la vita reale era un vero schifo. Mangiava poco, digeriva male e dormiva peggio con le notti popolate da Stair, dei veri incubi!
Era passato ormai un mese e aveva intascato il suo primo stipendio: 4.200 dollari!
Avrebbe dovuto esserne felice ma ormai gli sembrava di essere diventato un automa: si alzava, ingurgitava un caffè, poi saltava sul motorino per recarsi al lavoro a fare ricerche o a controllare pratiche e se alla fine della giornata Stair gli aveva urlato contro solo 5 volte gli sembrava un fatto positivo. Aveva cominciato anche lui a fare straordinari e a portarsi a casa il lavoro nella speranza di mettersi in pari ma inutilmente. Aveva il terrore che se non fosse riuscito a stare al passo con gli altri, l'avrebbero licenziato e a quel punto dove avrebbe potuto andare? Non poteva certo tornare da Gabriel, non dopo che gli aveva sbattuto la porta in faccia.

Se ci fossero stati dei testimoni oculari alla loro ultima discussione, tutti avrebbero giurato che era stato l'avvocato a chiudere l'uscio in faccia a Sam, eppure il ragazzo spesso si sentiva come se la porta l'avesse sbattuta lui, in fondo che cosa gli sarebbe costata una telefonata? Avrebbe dimostrato al suo supervisore che si era sbagliato sul conto di Jessica e non si sarebbero lasciati così male. Più di una volta era tentato di prendere il telefono per chiamarlo ma che cosa gli avrebbe potuto dire? Perciò restava lì, ingoiando rospi su rospi.

L'ultimo era stato durante una riunione, quando Crowley li aveva informati che era arrivata una lettera di elogio per Stair da parte di un'importante azienda per un consiglio che aveva fornito loro.
«Vedo che ha fatto risparmiare loro qualche milione di dollari» disse Crowley, compiaciuto.
«Ho solo notato un'anomalia nel modo in cui stavano organizzando la loro struttura finanziaria» disse Stair, scrollando le spalle.
A Sam venne un sospetto e chiese: «Non sarà la Petroil Impresit?»
«Proprio quella, Winchester, perché?» chiese Crowley.
«L'anomalia l'avevo trovata io e l'avevo fatta notare a Stair e lui mi aveva risposto che non aveva bisogno delle mie opinioni!»
«Era una cosa talmente evidente che l'avevo già individuata prima che lei me lo dicesse» rispose Stair sprezzante.
«Signori! Signori!» disse Crowley conciliante. «Per quanto adori della sana competizione, preferirei che rimanesse confinata nelle aule di tribunale contro gli avversari. Ha importanza chi ha scovato per primo l'inghippo? Questa è un'altra vittoria per il nostro studio che, anche stavolta, ha dimostrato di avere i migliori elementi, quindi lasciate da parte i personalismi! Chiaro?»
Dannazione! La sua unica occasione di far vedere quanto valeva sprecata per colpa di quel verme!
In più Jessica non faceva altro che lamentarsi che lui non aveva più tempo per lei e di non mostrare il dovuto interesse per le riviste "Wedding Planet" che lei continuava a piazzargli sotto il naso, ma non capiva che lo faceva proprio per permetterle realizzare i suoi sogni?

La grande occasione si ripresentò qualche settimana dopo, durante un'altra riunione.
«La ditta "All for House" ha ricevuto un'altra citazione a giudizio» li informò Crowley.
«Sempre dalla Barnes o da un altro?» chiese Roman.
«Sempre lei.»
«Credevo che fossimo riusciti a convincere i suoi avvocati che non avrebbero vinto» disse Peterson perplesso.
«Infatti è così, però ora si è fatto avanti un nuovo studio legale e pare agguerrito.»
«E chi sarebbero...» Roman esaminò la citazione. «Mai sentiti.»
«Non è proprio così...» disse Crowley. «Comunque che cosa vogliamo fare?»
«Una transazione di pochi dollari, senza far pubblicità» propose Stair.
«L'abbiamo già proposta ma non l'hanno accettata. Vogliono andare in tribunale.»
«Vogliono la guerra? E guerra sia!» esclamò Peterson.
E poi il miracolo.
«Winchester» disse Crowley «lei affiancherà gli avvocati Peterson e Roman nel collegio di difesa. È ora che cominci a farsi le ossa in tribunale.»

Era troppo bello! Finalmente si erano accorti che lui esisteva! La punta di diamante sarebbe stata, ovviamente, Dick Roman ma durante l'udienza avrebbe potuto suggerire ai suoi colleghi obiezioni o domande da fare o addirittura porre qualche domanda durante l'interrogatorio. Era la sua grande occasione e non intendeva sprecarla!

La querelante, Pamela Barnes, aveva denunciato i loro clienti per essere caduta da una delle loro scale a libro e Sam era stato incaricato di fare delle ricerche sulla sua vita privata: se era dedita ad alcol o droghe non c'era da stupirsi se era caduta. Apparentemente si guadagnava da vivere pulendo gli uffici ma Sam aveva scoperto che pretendeva di essere una veggente e che la gente andava a consultarla, chissà se quest'informazione poteva servire per la causa? Se avessero dimostrato che era una ciarlatana...
"... difendere il mio cliente, anche se sapessi che è un serial killer, trovare tutti i cavilli, attenuanti, vizi di procedura, qualsiasi cosa per farlo scarcerare, persino screditare i testimoni..."
Ma che cosa stava facendo? Non era così che bisognava procedere!
Roman era in tribunale per un altro caso, perciò gli toccò bussare alla porta di Peterson, sentì un po' di trambusto, poi gli venne accordato di entrare.
«Signor Peterson, potrei parlarle un attimo?»
«Che cosa vuole, Winchester? Non vede che sono molto occupato?»
"Come no, occupato a farti fare la respirazione artificiale da Lilith." Chissà perché la segretaria di "Lucifer", quando entrava nel suo ufficio, sfoggiava una pettinatura impeccabile e il rossetto a posto e quando ne usciva era sempre un po'... in disordine...
«Se la querelante avesse ragione? Intendo dire, se quelle scale fossero davvero difettose? Non dovremmo...?»
«Certo che no!» lo interruppe, irritato. «Le usiamo anche noi e finora nessuno è caduto. Intende far chiudere un'importante società che paga lo stipendio a migliaia di lavoratori per le farneticazioni di una che potrebbe essere pazza o drogata? Torni al suo lavoro e non mi secchi più con queste stupidaggini!»
«Sì, signore» rispose Sam, sperando di fare la cosa giusta.


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