«Riunione fra 10 minuti» disse qualche giorno dopo Raphael, entrando nell'ufficio di Gabriel, tenendo sottobraccio un enorme faldone.
«Buongiorno anche a te, Raphi, splendida giornata, non trovi?»
«Non so proprio come tu riesca a lavorare in questo disordine» disse, guardando disgustato la scrivania di Novak.
«Se non altro è tutto a portata di mano» rispose l'avvocato, ridacchiando.
«Voglio che ti occupi di questo» così dicendo depose il malloppo sul tavolo di Sam. «Dev'essere sulla mia scrivania entro due giorni.»
Sam deglutì, era alto almeno 10 centimetri, ci sarebbe voluta minimo una settimana per esaminarlo a dovere, stava comunque per prenderlo, quando fu fermato dalla voce, insolitamente seria, di Gabriel.
«Raphael, se vuoi uno schiavetto, compratene uno al mercato. Samuel ha già le sue incombenze, senza che tu gli appioppi anche le tue, sono stato chiaro? E ora porta via quel mattone!»
Per un attimo rimasero a fissarsi in cagnesco, poi Raphael riprese il suo fascicolo e uscì, stizzito.
«Grazie, ma non...» cominciò a dire Sam.
«Non l'ho fatto per te» lo interruppe l'avvocato. «Tu sei il mio schiavetto e Raphael deve imparare che non può usare le mie cose senza prima chiedermi il permesso. Sapevi che ha il dono dell'ubiquità? È uno che sta sulle sue ma, contemporaneamente, sta anche sulle mie, su quelle di Garth... e scommetto che presto starà anche sulle tue!» Si alzò sospirando: «Speriamo che si sbrighino, detesto le riunioni! Zac e Meti non fanno altro che parlare, parlare e parlare, a noi tocca solo annuire, annuire e annuire, tanto varrebbe farci sostituire da dei bambolotti annuenti... ci vediamo dopo!»Tornò dopo poco più di un'ora: «Dai, Sammy, andiamo a caccia!» gli disse, stiracchiandosi.
«Non... Come a caccia?» si stupì Sam.
«Certo, andiamo a stanare un po' di prede nel loro ambiente naturale.»
Presero un taxi e scesero davanti a un edificio.
«Ma questo è un tribunale!» disse Sam.
«Bravo, sei un ragazzo sveglio, siamo avvocati, ricordi? E qui si aggirano le nostre prede: gente che ritiene di aver subito dei torti e che ha bisogno di una consulenza legale.» Mentre entravano, gli consegnò un po' di bigliettini da visita con il nome del loro studio. «Tieni le orecchie all'erta: divorzi, questioni testamentarie, assicurazioni che non pagano, liti fra vicini, quelle son più numerose di quanto immagini... non sarò l'uomo della pioggia ma son quello della pioviggine...» ridacchiò. «Ti presenti, offri la nostra consulenza, metti in chiaro che ci accontentiamo di un terzo di quello che riusciremo a far vincere loro, lasci il biglietto e spera che chiamino.»
Sam notò che c'erano altri, molto probabilmente avvocati, che si aggiravano nei corridoi come avvoltoi.
Non era così che immaginava il suo futuro ma in un bell'ufficio, dov'era la gente che veniva a cercare lui e non viceversa, comunque una volta laureato le cose sarebbero cambiate...
Distribuì un po' di biglietti, poi raggiunse Gabriel.
«Ne hai distribuiti un bel po'? Ogni 10 biglietti, almeno uno chiama. Andiamo al bar, oggi tocca a te offrire.»Davanti ai caffè Gabriel chiese a Sam: «Allora, perché hai deciso di diventare avvocato?»
«Mi piaceva l'idea di contribuire, nel mio piccolo, a migliorare la società. Quando lo dissi a mio padre, però, non fu d'accordo.»
«Perché, voleva peggiorarla?» chiese Gabriel, malizioso.
«No» rispose divertito «ma abbiamo un'officina e voleva che entrassi nell'attività di famiglia e non era intenzionato a pagarmi gli studi. Per fortuna ho vinto una borsa di studio, altrimenti non ce l'avrei fatta.»
«Anch'io ho deluso il mio vecchio, con il lavoro che faccio.»
«Non voleva che facessi l'avvocato?»
«Oh sì che lo voleva, anzi era il sogno della sua vita ma voleva che diventassi famoso, vedere il mio nome sul giornale... un giorno, esasperato dai continui litigi, ho preso un pennarello, uno di quelli con la punta grossa, e ho scritto "Gabriel Novak" di traverso bello in grosso su tutte le pagine del giornale che doveva ancora leggere» ridacchiò. «Sapessi come si è arrabbiato! Gli ho detto: "Volevi vedere il mio nome sul giornale, no? Eccoti accontentato!" Poi me ne sono andato di casa.»
Sam sorrise nell'immaginare la scena, poi chiese: «Perché hai fatto l'avvocato civilista?»
Gabriel si guardò in giro, come per accertarsi che nessuno li stesse ascoltando. «Sai mantenere un segreto?» gli chiese, abbassando la voce.
«Sì, certo...» rispose perplesso.
«Sarei stato un ottimo avvocato penalista e sarei anche diventato famoso ma avrei dovuto difendere il mio cliente, anche se avessi saputo che era un serial killer, trovare tutti i cavilli, attenuanti, vizi di procedura, qualsiasi cosa per farlo scarcerare, persino screditare i testimoni e sarei anche stato bravo a farlo, credimi, ma purtroppo ho un qualcosa qui che me lo impedisce...» Indicandosi il petto, gli bisbigliò: «Mi hanno detto che si chiama "coscienza" e un avvocato che si rispetti non può permettersi di averne una, chissà forse potrei andare da un chirurgo e farmela asportare...» Ammiccò.
«Come la fai nera, non credo che sia così...» disse Sam.
«Scherzi? Ripassa da me fra qualche anno e vedremo se sarai ancora così idealista.»
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Le sorprese dell'amore
FanfictionUna carriera da avvocato di successo e sposare la ragazza dei propri sogni. Sam Winchester aveva pianificato la propria vita o almeno così pensava...