«Voglio stare con te!»

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«Sammy, devo comunicarti una bella notizia!» esclamò Gabriel, non appena lo vide entrare, con un sorriso da un orecchio all'altro e andandogli incontro.
«Anch'io!»
«Allora prima tu.»
«Leggi!» disse Sam, tirando fuori la busta e ficcandogli il foglio in mano. «Lo studio Crowley&Stair mi ha fissato un colloquio di lavoro per domani mattina. Non è fantastico?»
L'espressione entusiasta di Gabriel svanì poi disse con un sorriso tirato: «Suppongo che per un avvocato alle prime armi lavorare al fianco di Dick Roman sarebbe come per un'adolescente uscire a cena con Justin Bieber. Immagino che anche Jessica ne sarà felice.»
«Altroché, se mi assumono, potremo finalmente sposarci, comprare una casa e metter su famiglia... che cosa volevi dirmi?»
L'avvocato scrollò le spalle: «Niente che abbia importanza... beh te lo dico ugualmente a titolo informativo... Ti ricordi che avevo chiesto a Zac e Meti una specie di aumento? Solo che non era di stipendio ma di personale... come vedi, siamo in pochi... avevo insistito per farti assumere in questo studio e i titolari avevano finalmente deciso di farlo... pazienza! Son contento per te...»
«Hai chiesto di farmi assumere?» chiese sorpreso, proprio non se l'aspettava, ecco perché il giorno del processo era così distratto e nervoso... «Non... non so che cosa dire... anzi sì. Accetto!» disse entusiasta.
«Ne sei sicuro? Tieni conto che il nostro stipendio è di 21.000 dollari l'anno, mentre loro potrebbero offrirtene il quadruplo come niente» disse Gabriel, schioccando le dita. «Senza contare che dovresti sorbirti gli abbracci catartici di Garth per il resto dei tuoi giorni.»
«Ma che importa? Voglio stare con te!» Resosi conto di ciò che aveva appena detto, Sam avvampò e aggiunse precipitosamente agitando le mani: «Non... non intendevo in quel senso! Volevo dire...»
«Sì, ho capito che cosa intendi» disse Gabriel, ridendo. «Lo so, sono irresistibile!» Spalancò le braccia e socchiuse gli occhi compiaciuto.
«Aspetta che lo sappia Jessica... anzi potrei telefonarle, così glielo dico subito?»
«Ma certo! Intanto prendo le pratiche per la tua assunzione.» Tornò verso la sua scrivania canticchiando e prese un fascicolo. «Son proprio contento, mi aiuteresti a risollevare il livello estetico di questo studio, l'hai visto Zacharias, no? L'unico essere al mondo che le zanzare si rifiutano di pungere» ridacchiò.
Sam rise, prese il telefono e compose il numero del bar, dove lavorava la fidanzata: «Potrei parlare con Jessica, per favore?... Sì, è urgente... Grazie... Jess, Gabriel vuole farmi assumere qui allo studio Fuller&Curtis, non è...?»
«Quanto sarebbe lo stipendio?» lo interruppe la ragazza.
«21.000 dollari l'an...» rispose perplesso.
«Sarebbero 1.750 dollari il mese... l'altro studio offre di più, vero?»
Ma era lì con la calcolatrice in mano? «Non lo so ma vorrei ricordarti che mi hanno solo convocato per un colloquio, non hanno ancora deciso di assumermi, potrebbero anche non farlo...»
«Tesoro, sai bene quanto me che gli avvocati che lavorano lì sono tra i più pagati d'America. Ti ricordi che avevamo concordato che quando tu ti fossi laureato e avessi trovato lavoro, ci saremmo sposati, avremmo comprato casa ed io avrei ripreso gli studi? Mi spieghi come faremmo con uno stipendio così basso?»
«Con un po' di sacrifici sono sicuro che ce la possiamo fare...» balbettò Sam.
«Ne abbiamo fatti fino a ora, non pensi che sia giunto il momento di realizzare tutti i nostri sogni? Senti, tesoro, facciamo così: vai al colloquio, se proprio va male accetta l'offerta di Gabriel. Ti amo!» e riattaccò.
«Allora, che cosa hai intenzione di fare?» chiese Gabriel fissandolo, dopo che anche Sam aveva riattaccato.
«Jessica vuole...» cominciò a dire smarrito.
«Samuel» lo interruppe, inarcando un sopracciglio e sfoderando il suo tono da avvocato re-dei-tribunali Novak. «Non è quello che ti ho chiesto. Non m'interessa sapere che cosa vuole Jessica, voglio sapere che cosa intendi fare tu
Sam sospirò: «Andrò al colloquio, non posso deluderla.»
«Se è questa la tua decisione, fai pure» disse seccato e tornò alla sua scrivania.
A Sam dispiaceva vederlo così. «Magari non mi prendono.»
«Certo che ti assumeranno, nessuno con un po' di sale in zucca si farebbe sfuggire un ragazzo in gamba come te...» poi lo sentì brontolare tra sé: «Accidenti a loro! Non potevano decidersi prima?»

Quando Sam tornò a casa, trovò Jessica ad aspettarlo. «Oh tesoro! Domani è il gran giorno! Sei emozionato?»
«Amore, ascoltami. Non voglio andare al colloquio, a me piace dove sono ora... lo so, lo stipendio non sarebbe alto ma potremmo affittare un bilocale, invece che comprare una casa ed io potrei lavorare durante il week-end come bagnino nelle piscine o buttafuori nei locali notturni...»
«Ma non avevi detto che era una gabbia di matti, che il tuo supervisore era un cretino e che non vedevi l'ora che lo stage finisse? Che cosa è cambiato?» chiese Jessica, stringendo le palpebre.
Sam avvampò nel ricordare quelle stupide parole avventate. «Mi sbagliavo, Gabriel è una delle persone più intelligenti che io conosca e pensavo che l'avessi capito anche tu.» È vero che non l'aveva mai incontrato ma le aveva raccontato tutto quello che era successo in quei mesi. Beh quasi tutto... soprannomi e massaggi erano rimasti top secret. «Ed io intendo continuare...»
«È per lei, vero?» lo interruppe stizzita.
«Ma lei chi?» chiese Sam sinceramente stupito.
Jessica marciò attraverso la stanza e afferrò la cornice a forma di drago.
Anche Sam era bravo con il computer, anche se non come Charlie, e aveva estrapolato dal filmato il fotogramma in cui comparivano tutti e quattro i suoi colleghi, l'aveva fatto stampare e aveva infilato la foto nella cornice che gli aveva regalato la collega.
«Questa qui! Vuoi forse negarlo?» scandì Jessica furiosa, picchiettando con l'indice il volto dell'hacker.
«È solo una collega e poi è sull'altra sponda.»
«Quindi ci hai già provato, eh? Ti è andata male ma speri di convertirla. Oddio Sam, da te non me lo sarei mai aspettato!» esclamò scrollando la testa e fissandolo inorridita.
«Ma che dici, Jess? Non è così! Io amo solo te!» Sam non riusciva a capacitarsi del cambiamento della sua fidanzata, non era mai stata gelosa ma sempre dolce e comprensiva.
«Allora dimostramelo! Nessuno rinuncia alla possibilità di avere un lavoro da favola, per accettare un salario nettamente inferiore, se non perché vuole stare accanto a chi ama! Scegli! O lei o me!» Scoppiò a piangere.
Sam l'attirò tra le braccia e la strinse forte. «Jess amore, non fare così, io non amo nessun'altra che te... ma se può servire a tranquillizzarti andrò al colloquio e farò di tutto per farmi assumere.»
«Oh, Sam, ti amo tanto!» esclamò baciandolo.


Le sorprese dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora