La mattina dopo Sam si recò allo studio Crowley&Stair. Era un edificio meraviglioso: colonne di marmo e tappeti pregiati. In teoria, sarebbe stato fantastico lavorare lì dentro, ma non riusciva a togliersi dalla testa l'espressione delusa di Gabriel.
"Potrei andarmene e dire a Jess che han deciso di non assumermi." Ma si sentì meschino anche solo a pensarci: la sua fidanzata contava su di lui, non meritava anche lei di realizzare i propri sogni?
Mentre cercava l'ufficio di Crowley, notò che tutti gli avvocati che incrociava avevano i capelli corti, sperò che si trattasse solo di una coincidenza. Finalmente trovò l'ufficio che cercava: sopra c'era stampigliato "avv. Fergus Crowley McLeod" fece un grosso respiro ed entrò.
Anche l'ufficio era molto lussuoso, con una scrivania che Sam immaginò fosse di mogano e poltrone di pelle. Accomodati alla scrivania, c'erano due uomini, uno completamente vestito di nero con la cravatta rossa e l'altro con giacca grigio scuro, camicia bianca e cravatta a righe.
«Lei è il signor Winchester, vero? Si accomodi pure» disse il tizio vestito di nero con un accento scozzese. «Io sono l'avvocato Crowley McLeod e lui è il mio collega, l'avvocato Alan Stair.»
Stair gli rivolse le solite domande di prassi: perché aveva deciso di fare l'avvocato, quali fossero i suoi hobby, i suoi pregi, i suoi difetti, se era single...
Sam cercava di rispondere nel miglior modo possibile.
«Mi sembra che possa andare» concluse Stair.
«Lo penso anch'io» disse Crowley e spiegò a Sam che il suo stipendio iniziale sarebbe di 50.000 dollari l'anno, ma avrebbe potuto migliorare. «Certo dipenderà dalla sua produttività. Teniamo molto all'immagine, signor Winchester, quindi se vuole lavorare qui, non deve avere barba, baffi o capelli lunghi.» Crowley lo guardò significativamente. «Mi sono spiegato?»
«Sì, signore.» No, non era una coincidenza, a lui piaceva avere i capelli lunghi ma a quanto pare avrebbe dovuto rinunciarci. "Anche a questo" sospirò fra sé.
«Allora l'aspettiamo lunedì mattina alle 9.00» disse Stair. «Puntuale.»
Nonostante l'avessero assunto, non ne era per niente felice. Si era rassegnato all'idea che alla fine dello stage sarebbe andato a lavorare altrove ma ora che sapeva che avrebbe potuto restare e che stava per rifiutare si sentiva come se stesse per tradire la sua famiglia nel momento del bisogno.
"Ma anche Jessica ha bisogno di me."Il pomeriggio tornò nel suo vecchio studio per prendere le sue cose e salutare i colleghi.
«Allora?» gli chiese Richard, non appena entrò nel non-più-suo ufficio e andandogli incontro. Aveva l'aria di aver passato la notte in bianco.
«Mi vogliono assumere e ho deciso di accettare.»
«Avrei dovuto immaginarlo, la formula "due cuori, un bilocale" funziona solo nei film che, guarda caso, durano solo un'ora e mezza, massimo due» brontolò tornando al suo posto.
«No, il motivo non è solo economico. Ho scoperto che Jessica è gelosa, è convinta che io sia innamorato di Charlie e per rassicurarla ho dovuto prometterle che avrei accettato quel posto.»
«Davvero? Strano, ieri ho avuto l'impressione che al telefono abbia parlato solo di quanti soldi offrivamo noi e quanti loro.» Prese una biro e la fece girare fra le dita. «Hai detto che hai scoperto che è gelosa... Questo vuol dire che non aveva mai manifestato questa sua caratteristica prima, giusto?»
«Non fare l'avvocato che cavilla, comunque sì è la prima volta. Mi ha fatto una scenataccia ieri sera, mi ha urlato che nessuno rinuncerebbe a uno stipendio da favola, se non per restare accanto a chi si ama» disse Sam camminando avanti e indietro per l'ufficio e passandosi una mano fra i capelli.
Gabriel spalancò gli occhi: «Io non faccio l'avvocato, io sono un avvocato e sono anche tuo amico. Ieri eri così felice all'idea di rimanere qui che mi hai quasi fatto una dichiarazione d'amore, oggi invece hai la faccia di uno cui è appena morto il gatto...» Posò la penna. «Mi è venuta un'idea su come farle passare la gelosia: dille che il tuo stipendio da Crowley&Stair sarà di 18.000 dollari l'anno, son sicuro che guarirebbe subito.»
Sam si abbandonò sulla sedia davanti alla scrivania di Gabriel. «Guarda che Jess non è avida, vuole anche riprendere gli studi...»
«Hai detto che non era nemmeno gelosa... Dai, chiamala adesso e dille che... che per motivi contabili non possono più elargire stipendi da favola, quindi se vuoi essere assunto, dovrai accontentarti di 18.000 dollari o nisba.»
«Non ho alcuna intenzione di mentire alla mia fidanzata!» Sam era oltraggiato.
«Allora lo farò io fingendomi Crowley, tanto lei non ha mai sentito la mia voce...» Sollevò la cornetta: «Dettami il numero. Se le sue motivazioni sono dettate dalla gelosia, non le importerà che il tuo salario sia più basso di quello che percepiresti qui, se invece...»
«Sei un essere impossibile! Non è come dici tu!» urlò Sam.
«E invece penso proprio di sì!» sibilò Gabriel piegandosi leggermente in avanti e fissandolo negli occhi. «Perché non vuoi provare? Hai paura che abbia ragione io, Winchester?» Chiuse gli occhi e si strinse la radice del naso. «Non voglio litigare con te, Sam. Sarà meglio che tu vada a salutare il resto della squadra prima che entrambi diciamo cose di cui, più tardi, potremmo pentirci.»Sam andò a salutare Chuck che protestò: «Eh no! Non può finire così! Adesso mi tocca riscrivere tutto il capitolo!»
Poi andò a salutare Garth che, come il solito, lo abbracciò forte e, per una volta, Sam ricambiò.
«Ci mancherai tanto!» piagnucolò Garth.
«Anche voi mi mancherete!» rispose Sam.
Poi Charlie che gli disse: «È un peccato che tu abbia deciso di andartene. Sai che era la prima volta che Gabe chiedeva di assumere uno stagista?»
«La prima volta?» Sam era sinceramente stupito, aveva pensato che avesse fatto richiesta anche per qualcun altro ma che le sue proposte fossero sempre state respinte.
«La prima in assoluto. Ne ha avuti altri ma una volta finito il tirocinio, arrivederci e grazie e niente festa di laurea. Deve averti preso proprio in simpatia.»
Ora l'avvocato Samuel Winchester si sentiva un autentico schifo.
Charlie sollevò la mano destra con le dita unite, poi separò il medio dall'anulare e allargò il pollice: «Lunga vita e prosperità e poi chissà? Strade diverse a volte portano allo stesso castello.(1)»
Sam aveva riconosciuto il gesto e tentò di imitarlo ma, non essendo un trekker, non si era mai esercitato, alla fine dovette separare le dita con l'altra mano. «Lunga vita e prosperità» rispose tentando di sorridere.
Gabriel era uscito dal suo ufficio per dargli la bilancia. «Non dimenticare il tuo portafortuna» disse consegnandogliela. «Allora sei proprio sicuro? Se fosse una tua scelta, l'accetterei ma mi sembra evidente che avresti voluto restare e lo vorrei anch'io...»
Sam non avrebbe mai voluto litigare con lui che in quei pochi mesi si era dimostrato davvero "l'amico che tutti vorrebbero" e sperò che l'altro capisse le proprie motivazioni. «Mi dispiace, davvero. Se potessi, resterei...»
«Non è vero!» scattò Gabriel. «Potresti farlo ma non vuoi neanche provarci! Una telefonata! Che ti costa?» I suoi occhi, di solito allegri e ironici, ora eran pieni di rabbia, delusione e qualcos'altro che Sam non riuscì a identificare.
«Io mi fido di Jes...» provò a spiegare il ragazzo.
SLAM! Gabriel era rientrato nel suo ufficio, sbattendo la porta.*****
1) La prima parte è il saluto vulcaniano, la seconda è la frase che dice John Snow quando saluta Arya.
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Le sorprese dell'amore
FanfictionUna carriera da avvocato di successo e sposare la ragazza dei propri sogni. Sam Winchester aveva pianificato la propria vita o almeno così pensava...