La mattina dopo Sam telefonò al fratello.
«Sam, come vanno gli studi?» urlò Dean al telefono. In sottofondo si sentivano vari rumori.
«Bene!» urlò Sam a sua volta. «Ho anche trovato lavoro come stagista in uno studio legale.»
«Sammy, quello non è un lavoro, semplicemente aiuterai qualcun altro a fare il suo, tanto valeva che venissi a darmi una mano in officina.»
«Dean, non ricominciare con questa storia e non chiamarmi Sammy!»
«D'accordo, ma sono preoccupato per te, fratellino.»
«E perché?» chiese Sam perplesso.
«Sei un armadio di quasi due metri, come farai a infilarti sotto una scrivania(1), Samantha?»
Sam immaginò il ghigno di Dean e sorrise a sua volta. «Coglione.»
«Puttana... e Sam? Sono orgoglioso di te.»Appena arrivato al lavoro, Garth gli corse incontro «Bentornato!» esclamò, strizzandolo tra le braccia.«Umpf... Grazie, ma devi abbracciarmi tutte le volte?»
«Certo! Il mondo fuori è pieno di energie negative e dobbiamo contrastarle con un'ondata di energia positiva.»
«Beh, tieni la tua energia positiva lontana da me» ringhiò Raphael, arrivando in quel momento.
"È solo per pochi mesi, è solo per pochi mesi..." Sam entrò in fretta nell'ufficio, dove Gabriel era già arrivato.
«Salve, pasticcino. Quanti avvocati servono per cambiare una lampadina?»
«Che?» Odiava gli indovinelli idioti, essere chiamato Sammy e, ancor di più, "pasticcino" ma, a quanto pareva, per ora doveva sopportarlo.
Siccome Sam non rispondeva, Gabriel riprese: «Dipende da quanto puoi spendere. Comunque il numero minimo è tre. Uno per cambiarla e due per interromperlo, alzandosi in piedi e gridando "Obiezione!"» Vedendo che Sam non stava ridendo, scrollò le spalle. «Dai, prendi quei faldoni e seguimi nella fossa dei leoni.»Il caso era insignificante: il loro cliente era un insegnante di musica, ingaggiato per insegnare a un ragazzo a suonare il piano. Siccome gli era stato insegnato il jazz e non la musica classica, come avrebbe voluto la madre, quest'ultima si rifiutava di pagarlo.
Durante l'udienza, Sam rimase piacevolmente sorpreso: fino a quel momento aveva pensato che il suo supervisore fosse un idiota totale che si sarebbe fatto sbattere fuori alla prima obiezione per oltraggio alla Corte, invece Gabriel non si lasciava sfuggire niente, poneva domande e obiezioni intelligenti e pertinenti, si attaccava a ogni parola con la tenacia di un mastino; durante l'arringa sembrò quasi che l'esistenza stessa dell'umanità dipendesse dalla vincita di quella causa. Alla fine la sua linea difensiva (lei l'aveva ingaggiato per insegnare musica, senza specificare di che genere, pertanto doveva pagare) aveva prevalso.
«Che ne dici di andare a festeggiare con un caffè?» propose l'avvocato.Al bar Sam ordinò un normale macchiato, mentre Gabriel ne chiese uno con panna e cannella.«Allora, pivello, com'è vedere i professionisti all'opera?» domandò, tirando fuori un lollipop da una tasca, scartandolo e ficcandolo in bocca. «Ne vuoi uno anche tu?»
«No, grazie. Non capisco perché ti sei infervorato così su quella causa, non era...»
«Già, non era il minuscolo mortale contro le grandi multinazionali, come si vede nei film...» Tirò fuori il lollipop e lo agitò qua e là, come per sottolineare ciò che voleva dire. «Questa è la vita reale e quello era il nostro cliente che dev'essere protetto da qualsiasi sopruso, per quanto irrisorio sia. Se io, che sono il suo avvocato, non credo in questo, come faccio a convincere il giudice o la giuria?»
«E se la nostra cliente fosse stata la signora?» chiese Sam curioso.
«Avrei sostenuto che è ovvio che quando una vuole che il figlio studi pianoforte, istintivamente pensa alla musica classica, non al jazz, pertanto l'insegnante, prima d'insegnargli qualsiasi altro tipo di musica, avrebbe dovuto consultarsi con la signora e sta sicuro che avrei vinto ugualmente.»
«Ma è quello che ha detto anche l'avvocato della controparte!» esclamò Sam.
«Già ma non ci ha messo passione... e senza quella sei fregato.»
Forse quello stage non sarebbe stato un'esperienza così inutile come aveva pensato in un primo tempo. Sam scosse la testa e sorrise.
«Un lollipop per i tuoi pensieri» disse Novak osservandolo.
«Sembri così diverso quando non fai l'avvocato...»
«Naaa, sono sempre io. Quando entro in aula, sono l'avvocato Novak, re dei cavilli e terrore dei tribunali, fuori sono Gabe, l'amico che tutti vorrebbero...» Si appoggiò più comodamente allo schienale della sedia. «Puoi pensare a me come a un diamante che ha mille sfaccettature e ognuna emana una luce diversa ma sono tutte vere.»
«Però, modesto l'amico...» ridacchiò Sam.Tornati al lavoro, Chuck gli disse: «Ehi Sam, sai che mi hai ispirato un nuovo romanzo?»
«Ah... ne sono lusingato» farfugliò Sam.
«Senti se ti piace l'idea. Un giovane laureato entra come tirocinante in uno studio legale ma poi scopre che tutti i suoi colleghi sono corrotti, che ne dici?»
«Ma è Il socio» obbiettò il ragazzo.
«No-o, è uno stagista non un socio!»
«Intendo dire che c'è già un libro, intitolato Il socio, con la stessa trama.»
«Oh...» rispose Chuck confuso «allora potrebbe scoprire che... che sono tutti vampiri o alieni... sì, alieni che vogliono conquistare il mondo, vado subito a segnarlo.» Corse nel suo ufficio.
«Originale ma non buono» ridacchiò Gabriel.*****
1) Allusione a Monica Lewiski
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Le sorprese dell'amore
FanfictionUna carriera da avvocato di successo e sposare la ragazza dei propri sogni. Sam Winchester aveva pianificato la propria vita o almeno così pensava...